Il 21 giugno, il presidente turco Erdogan condannava ufficialmente l’idea della “Grande Albania” mentre inviava mezzi e rinforzi dell’esercito in Siria.
Il mondo si disordina e si riordina in forma simultanea a passi accelerati per occupare gli spazi lasciati vuoti dal declino dell’influenza degli USA.
Da molte parti lo smembramento su faglie etniche o religiose di stati dilaniati da conflitti civili è visto come unica via per la pace.
Un alto funzionario saudita avrebbe anche detto che, “non si fermeranno finché l’emiro Tamim non si dimette, unica soluzione della crisi“.
Una vera pianificazione di inclusione di alcuni degli arcipelaghi delle Maldive nell’asse economico, politico, militare e anche culturale dell’Arabia.
Giovedì il senato USA ha votato una legge che propone di penalizzare le aziende europee che collaborassero con le società petrolifere russe per Nord Stream.
La destabilizzazione a tutto campo operata oggi dall’Arabia Saudita ha determinato per l’Iran anche uno spazio di nuove opportunità.
E’ possibile che sette alleati degli USA dichiarino una guerra, per il momento diplomatico/economica, contro il Qatar, che è la sede del Comando USA?
l regolamento di conti tra sauditi “reazionari” e qatariori “rivoluzionari” supera i confini della Penisola Arabica con un impatto su tutto il Medio Oriente
Le motivazioni ufficiali della rottura e le cause scatenanti specifiche appaiono poco convincenti e certamente insufficienti a spiegare questa posizione.
La crisi diplomatica del Qatar ha visto un nuovo sviluppo. Il parlamento turco approva una legge per dispiegare truppe in una base militare turca in Qatar.
Ad opporsi al signoraggio del petrodollaro oggi ci sono i cosidetti BRICS, ovvero stati nazionali come Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica e tanti altri
Agli Stati Uniti di Trump non interessano accordi cui poi devono attenersi ma tirare avanti per la loro strada, regolare i conti con accordi bilaterali.
Sarà un’altra delle “guerre dimenticate”, lontane dall’opinione pubblica occidentale, pronta ad indignarsi per inezie ma non per le proprie multinazionali.
Un’accelerazione della crisi il cui senso è chiaro: lanciare gli stati petroliferi sunniti alla guerra contro l’avversario principale di Israele, l’Iran.
Nonostante la fine della Guerra Fredda sia stata ritenuta la conclusione della contrapposizione nucleare, la conflittualità missilistica non è terminata.
Il recente G7 di Taormina ha rivelato l'ormai assoluta inutilità della politica, anche a livello mondiale. Fa quasi pena il nostro Gentiloni.
Quanto forte sia il potere degli apparati Usa e delle lobby che manovrano il Congresso, è dimostrato dal fatto che Trump è stato costretto ad allinearsi.
Si parla di un kamikaze, ma un qualcuno che, se fosse confermata l’ipotesi, ha atteso il momento del deflusso dall’arena a fine concerto per farsi esplodere
Xi Jinping. Xi è riuscito nell’intento di garantire una proiezione planetaria al progetto della “Nuova Via della Seta” ottenendo lauti dividendi.
La visita a Washington del ministro degli Esteri russo ha innescato un furioso attacco contro Donald Trump, col chiaro intento di paralizzarne l’azione.
L’incontro fra Trump e Erdogan ha confermato il pessimo stato dei rapporti tra Usa e Turchia, Paesi destinati ad entrare in collisione malgrado i tentativi del Presidente turco per evitarlo.
La mossa della Nato alle Svalbard, sia pure soltanto politica, ha alzato la temperatura dell’Artico dove s’affacciano otto Paesi.
Fatta eccezione del successo dell’élite all’elezione francese 2017, lo Stato profondo continua a subire sconfitte nei principali fronti della terza guerra mondiale.
Il primo problema è nato nel 1991, nel momento stesso in cui la Macedonia ha dichiarato l’indipendenza. La Grecia non voleva uno Stato confinante col nome..
L’amministrazione Trump segue la strada di Barack Obama con affermazioni contraddittorie e obiettivi confusi nelle relazioni internazionali.
L’Oriente è la peggiore minaccia al petrodollaro, e l’Arabia Saudita già guarda al commercio petrolifero in yuan
L’ammissione de facto degli UAE nella NATO segue i numerosi rafforzamenti militari della federazione del Golfo nell’Oceano Indiano e nel Corno d’Africa.
È interessante notare che le dichiarazioni ufficiali della dirigenza cinese sono state completamente ignorate, in quanto contrastano con l’isteria dei media
La Sicilia è stata trasformata in una formidabile piattaforma militare, convenzionale e nucleare, in mano straniere, al servizio di progetti avventuristici.
La vittoria di Trump focalizza innanzi tutto la natura dei processi decisionali e di delega dei poteri politici del sistema liberal-democratico americano.
La stessa setta islamica dei Wahabiti di cui la monarchia saudita è leader, rappresentava sin dal XVIII secolo uno strumento dell’imperialismo britannico.
Nella politica estera di Putin, il mare ha assunto nel tempo un ruolo centrale. Per la Russia, l’accesso al mare è un punto cardinale della sua geopolitica.
L’eurocrazia che sperava di irretirlo, castrarlo e neutralizzarlo – ciò che chiama “europeizzarlo” – avvolgendo il Turco nelle “direttive” e “normative”.
È un’operazione fallimentare: né Putin ha intenzione di abbandonare la Siria e la Cina, né Jiiping è disposto a farsi ricattare dagli USA.