Il Gavi bianco bevuto ieri sera alla cena del G20 a San Pietroburgo era eccellente, e la compagnia amabile. Hanno scherzato, hanno parlato seriamente dei problemi economici e della crisi finanziaria in atto nei Paesi emergenti come India e Brasile e poi si sono miseramente arenati sulla questione siriana, registrando una preoccupante divisione tra chi vuole intervenire e chi no.
Il buon vino italiano, dal colore giallo paglierino, dava il tocco giusto a quella cena e i calici si sono alzati nel brindisi migliore possibile per chi fa professione di fede dei prodotti italiani: ne hanno bevuto tutti i parenti della “zita”, come si dice in Sicilia: Obama, Putin, Xi Jinping e gli altri 17.
Una scena che diventa surreale, nella sua ordinaria ovvietà se, con un piano da film di vite incrociate, fossimo andati a vedere che succedeva, nello stesso momento, sul ponte delle due navi anfibie russe da sbarco e da ricognizione che sono passate attraverso lo stretto dei Dardanelli. Proprio come in un film di Peter Sellers, tutti sapevano quello che stava per succedere, eppure si continuava con la farsa.
Obama doveva pur essere al corrente che il dipartimento di Stato oggi avrebbe dato l’ordine ai diplomatici americani di evacuare il Libano entro il prossimo venerdì (indizio che ci avvicina alla data del probabile attacco).
Così come Putin sapeva che, mentre si organizzava la macchina da guerra americana, la nave di pattuglia (SKR) Flotta del Mar Nero “Perspicace” stava già per partire per aggiungersi alle altre navi che quella sera passavano lo stretto dei Dardanelli, che ricordiamo sono: BDK “Novo?erkassk” (BSF) e la “Minsk” (BP), così come la nave ricognizione “Azov” (BSF). Un bel movimento per una cena tra amici: c’è da dire che vi è una rilevante presenza di ben due mezzi anfibi da sbarco, che suppone quindi un intervento di truppe di terra, aggiungendosi alla flotta la grande nave da sbarco BSF “Nicholas Phylchenkov”. Per concludere, lo schieramento russo prevede ancora l’arrivo a fine mese dell’incrociatore lanciamissili “Moskva” e il 29 settembre nella zona di costa siriana arriveranno due navi BSF: la lanciamissili “Ivanovec” e la piccola nave missilistica “Calma”. Questi i particolari, ma pare che le unità dovrebbero essere, alla fine, ben undici. Tutto questo spiegamento di forze servirà a supporto di Assad qualora venisse attaccato dagli US.
I guai non finiscono lì e, come nelle commedie di Eduardo, ieri abbiamo assistito alla storica stretta di mano fra il premier nipponico Shinzo Abe e quello cinese Xi Jinping, mentre si consumava l’evento a sorpresa cercato da Putin per finire dritto nei libri di Storia (a parte l’atavica inimicizia che lega le due nazioni, Xi Jinping e Shinzo Abe non si sono mai incontrati da quando sono al comando: il primo dal marzo del 2013 e il secondo dal dicembre del 2012, e i rapporti fra le due nazioni sono seriamente scaduti in ragione di una disputa territoriale relativa ad alcune isolette nel Mar Cinese orientale). La bella scena diventa ancor più interessante spostando il nostro campo d’osservazione sullo stretto di Suez: vediamo che numerose unità della marina cinese lo sta attraversando per recarsi in Siria pare siano gli incrociatori pesanti “Noauio-83?, ”Quigb-133? e della portaerei “Waishanhu-878? (con 11mila tonnellate di materiali). A queste prime tre si aggiunge l’unità navale provvista di lance di sbarco “Jinggangshan” che trasporta un battaglione di mille marine che segue a ruota nel Mar Rosso.
Le fonti sono provenienti da marinai russi in transito nello stretto di Suez: il dato rilevante di cui siamo in possesso è che si tratta anche di navi da sbarco in grado di trasportare hovercraft (questo forse il particolare più fantasioso ma suggestivo), dettaglio che, se si somma con le informazioni dei mezzi anfibi russi, ci fa capire che se per Obama non è prevista nessuna azione di terra, le altre due forze in campo non la escludono per nulla, per la gioia di Bashar al-Assad…