Di barbaranotav
Su Sigonella Craxi aveva visto giusto ed ha pagato duramente per la sua levata di scudi “nazionale” contro i poteri atlantisti. La prova? L’ho avuta oggi apprendendo che la Nato ha deciso di dispiegare i primi droni antiterrorismo a Sigonella. L’area da coprire è il mediterraneo, come dire che è l’Italia stessa. Come dire che la Nato si prepara, passo dopo passo, con il beneplacito del governo delle banche a controllare eventuali insurrezioni nel Belpaese. Le avvisaglie c’erano già tutte sin dai giorni scorsi in cui Monti annunciava per il tramite della Ministra di Polizia l’uso dell’esercito per sedare le rivolte popolari, mentre misteriosi attentati (da due soldi) venivano compiuti in rapida successione per facilitare l’operazione. Ora ci si è messo pure il terremoto in Emilia, una area che era considerata indenne da scossoni sismici..
Pentagono. Una sorta di spionaggio della popolazione americana. “Le istruzioni (contenute nel documento), datate 23 aprile, ammettono che l’aviazione non può condurre legalmente una sorta di ‘sorveglianza senza consenso’ sugli americani, ma affermano che in caso i droni dovessero ‘accidentalmente’ raccogliere dei dati durante lo svolgimento di altre missioni, l’intelligence militare ha tutti i diritti di studiarne i contenuti per determinare se tali individui possono essere oggetto di approfondimenti da parte dei servizi di sicurezza”, si legge nell’articolo che ha messo in luce il problema, pubblicato da Steve Watson su InfoWars. “Le immagini raccolte potranno includere persone e proprietà private, senza consenso preventivo”, e il Pentagono si riserva la capacità di rigirare il materiale ad altre agenzie governative correlate, a piacere.
Da simbolo della rediviva sovranità italiana con Craxi, a caposaldo della presenza imperialista statunitense. E’ la triste sorte di Sigonella, che a breve diverrà il centro di un nuovo sistema militare e di intelligence targato Washington. Un progetto in cui l’Italia avra’ un ruolo “da protagonista”: Alliance ground surveillance (Ags), il nuovo sistema di controllo satellitare che fornira’ ai comandanti un quadro completo della situazione sul suolo terrestre, attraverso l’uso di tecnologie avanzatissime. Insomma, Sigonella diverrà la “capitale mondiale dei droni”.
(AGI) – Chicago, 20 mag. – Uno sguardo al futuro della Nato dalle rive del lago Michigan: messo alle spalle il G8 di Camp David, Barack Obama ospita il 25mo vertice dell’Alleanza atlantica nella sua citta’, Chicago, in un summit dai numeri record. I leader e i ministri degli Esteri e della Difesa dei 28 membri dell’Alleanza e i rappresentanti di un’altra trentina di Paesi discuteranno del ritiro dall’Afghanistan, da completare entro il 2014, e del rinnovamento di una Nato che punta sulla Smart defence, la difesa intelligente, per ottimizzare fondi militari prosciugati dalla crisi aumentando la cooperazione.
Al primo punto nell’agenda dei leader (per l’Italia il premier Mario Monti, accompagnato da Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola) c’e’ l’approvazione della strategia di transizione e il calendario di uscita dall’Afghanistan, delineata al precedente summit di Lisbona del 2010. Completato il ritiro delle truppe da combattimento, entro la fine del 2014, gli alleati hanno gia’ concordato di garantire un’attivita’ di addestramento e supporto al nuovo esercito e alle forze di polizia afghane. In particolare, si tratta di definire la futura composizione delle forze di sicurezza afghane: dal progetto iniziale di 352mila uomini si dovrebbe passare a 228mila. Altro argomento in discussione sara’ la ripartizione del finanziamento di questo contributo, che dovrebbe toccare i 4,1 miliardi di dollari all’anno.
Il summit nella Citta’ del Vento dovra’ consacrare la Smart Defence, o difesa intelligente, come nuovo concetto strategico dell’Alleanza. Si tratta di coordinare meglio gli sforzi dei singoli Paesi e di concentrarsi sui compiti essenziali, impostando le priorita’ e, soprattutto, unendo le capacita’ con i Progetti multinazionali (25 saranno presentati a Chicago).
Al vertice sara’ annunciato il completamento della prima fase dello scudo antimissile dispiegato nell’Europa dell’est e motivo di gelo con la Russia che non a caso partecipera’ solo alla discussione di lunedi’ sull’Afghanistan con i partner Isaf. L’Alleanza dichiarera’ operativa la “capacita’ intermedia”, stadio iniziale del programma che dovrebbe diventare pienamente operativo nel 2018. L’alto numero di partecipanti, si parla di 6mila delegati, infine, e’ anche un segno di quanto la nuova Alleanza atlantica punti sepre piu’ sui Partenariati strategici al di fuori della sua sfera tradizionale, Europa e Nordamerica. A Chicago saranno presenti Australia, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Giappone.
Quello di Chicago sara’ anche il summit della cibersicurezza e dei nuovi sofisticati sistemi di sorveglianza sul terreno. Per la difesa da attacchi cibernetici divenuti sempre piu’ sofisticati, si punta su un sistema centralizzato di protezione e di coordinamento dei servizi di intelligence e sulle strette consultazioni tra gli alleati. Un progetto in cui l’Italia avra’ un ruolo da protagonista e’ l’Alliance ground surveillance (Ags), il nuovo sistema di controllo satellitare che fornira’ ai comandanti un quadro completo della situazione sul suolo terrestre, attraverso l’uso di tecnologie avanzatissime. Tredici Paesi alleati, tra cui l’Italia, acquisiranno cinque velivoli senza equipaggio in grado di sorvegliare aree molto vaste per lunghi periodi e a distanze considerevoli dalla terra, in qualsiasi condizione meteorologica e di luce. Il centro operativo del nuovo sistema, che sara’ pronto tra il 2015 e il 2017, sara’ la base militare di Sigonella, in Sicilia.