di MONIA BENINI

E’ apparsa in sordina e ha immediatamente lasciato il posto a notizie di tutt’altro stampo. La CIA invia armi all’opposizione siriana: questo è il titolo dell’articolo pubblicato lo scorso 21 giugno dal New York Times.
Secondo quanto riportato da ufficiali americani e agenti dei servizi arabi, un gruppo operativo dell’agenzia di intelligence statunitense, dislocato nella Turchia meridionale, aiuta i ribelli fornendo loro armi per combattere il governo siriano.
La CIA, si legge nel New York Times, si è posizionata nel Sud della Turchia per diverse settimane, con uno sforzo di intelligence utile a supportare la campagna militare contro la Siria, senza un intervento palese degli Stati Uniti. Infatti, secondo fonti della CIA, l’amministrazione statunitense fornisce assistenza ai ribelli, procurando loro immagini satellitari e altre informazioni tattiche in merito agli spostamenti e alla dislocazione delle truppe governative siriane. Recentemente, gli USA hanno inoltre stanziato 15 milioni di dollari per aiuti definiti ‘non letali’ agli insorti.
Tuttavia, ciò che è maggiormente cambiato negli ultimi mesi è proprio l’afflusso di armi e munizioni ai ribelli. Infatti, mentre i portavoce degli USA chiedono che la Russia smetta di vendere armamenti al governo di Assad, stando a quanto pubblicato nel NYT, la CIA invia all’opposizione siriana – attraverso una rete di intermediari pagata da Turchia, Arabia Saudita e Qatar, fucili automatici, granate, munizioni e armi anticarro.
I cables di Wikileaks rivelano ampiamente che l’ingerenza statunitense all’interno della Siria è in corso da diversi anni. Il canale satellitare Barada TV, strettamente connesso con il Movimento per la Giustizia e lo Sviluppo, un gruppo di oppositori siriani esiliatisi a Londra, ha iniziato le proprie trasmissioni con un chiaro intento anti-Assad nell’aprile 2009, ma ha ricevuto 6 milioni di dollari già nel 2006 da parte del Dipartimento di Stato USA. Numerosi cables dei diplomatici statunitensi provenienti dall’ambasciata di Damasco dimostrano che gli esuli ricevevano denaro attraverso un programma del Dipartimento di Stato chiamato Middle East Partnership Initiative e con il tramite di un gruppo no profit con sede a Los Angeles, il Democracy Council.
“Assad se ne deve andare” ha affermato Hillary Clinton alla conferenza degli Amici della Siria svoltasi a Parigi. E la missione della CIA rispecchia chiaramente l’urgenza del segretario di stato. Ma le minacce proferite dalla Clinton verso gli Stati che non si sono allineati alla politica estera degli USA non hanno riscosso il medesimo risultato. “Ogni nazione qui presente dica direttamente e chiaramente che la Russia e la Cina pagheranno un prezzo perché stanno bloccando i progressi e non è più tollerabile” aveva tuonato il segretario di stato americano dalla capitale francese. Infatti, in occasione del voto in Consiglio di Sicurezza ONU su una risoluzione mirata contro il governo di Assad, Russia e Cina hanno posto il veto, spiegando che il testo avrebbe aperto la strada all’intervento militare e non avrebbe risolto la situazione nel paese.
Ma il Risiko continua e per sgomberare il campo da ogni possibile dubbio, l’ambasciatore francese alla fine della riunione del Consiglio di Sicurezza ha immediatamente dichiarato: “Questo veto non ci fermerà.”