di GIANLUIGI LOMBARDI CERRI – Politici. Ci domandiamo, sempre più spesso, se i politici che ci governano ( e sfruttano) siano almeno all’altezza dei loro compiti.
Purtroppo la sensazione che si ricava dai loro comportamenti è che la loro capacità di fare sia inversamente proporzionale alla loro capacità di parlare. Varrà quindi la pena di domandarci da quale cielo calino per poi pioverci sulla schiena.
Origine
Punto base! La stragrande maggioranza non ha mai lavorato in vita sua. Da qui ne discende l’ assoluta mancanza di senso pratico che li caratterizza. Nonché una qualunque sia pur larvata conoscenza ( anche solo teorica) di scienza gestionale.
Terminata la scuola, scelta in generale seguendo la teoria del minimo sforzo, si buttano subito in politica facendo i tirapiedi di qualche ras già affermato.
Carriera
La carriera di un politico si sviluppa , in genere, comportandosi rigorosamente da “yes man” sino a che riesce ad agguantare un “seggiolino” da cui cominciare pontificare. Quando poi ottiene di farsi assegnare dal Partito un qualche intervento in TV, il gioco è fatto.
A questo punto può cominciare a sognare il seggiolone quando non, addirittura, la poltrona. In questa fase o abbraccia ufficialmente, ciecamente e con accanimento le idee del leader (anche solo di corrente) o comincia ad accennare ad una qualche leggera variante, tanto per far vedere che possiede una certa autonomia di pensiero. Autonomia che però dovrà sparire immediatamente ad un primo cenno di dubbio del capo n.1.
Discorsi
La prima preoccupazione, in tutti i discorsi,è quella di non esprimere mai concetti che un domani possano essere smentiti : “domani farà bello ! …….se non pioverà……”
E se per necessità oratorie i discorsi non potranno essere perfettamente ambigui, verrà tenuta accuratamente di scorta la risposta : “sono stato male interpretato”.
La seconda preoccupazione è quella di non esporsi mai a descrivere dettagliatamente “quanto fatto” (che può essere sempre smentito dai numeri), ma soffermarsi a vantare il “quanto faremo”.
Terza preoccupazione, in un dibattito pubblico, dovrà essere quella di non scendere mai ai dettagli in modo da non rischiare di subire un documentato quanto fulmineo contrattacco da parte di un avversario partecipante al dibattito.
E via con questo andazzo…….
Cultura
La cultura dei parlamentari costituisce un altro punto oscuro. Moltissimi sono i laureati, ma quasi tutti in scienze dell’opinabile. Minisondaggi fatti da molti intervistatori, tra cui le Iene, non hanno fatto emergere culture generali particolarmente significative, anzi…..
Uno degli esempi più tipici è stata la scoperta di un tunnel, divenuto famoso, di 700 km da Ginevra al Gran Sasso……
Operatività
Quando un candidato viene eletto al Parlamento è forzatamente al digiuno delle modalità operative legal burocratiche. A questo punto le strade sono solo due.
-i nuovi parlamentari hanno esperienze di lavoro
E quindi possono utilizzare come elemento di discernimento ciò che hanno acquisito nel mondo del lavoro ( caratteristiche abbondantemente validate).
A questo punto Leggi e Regolamenti possono essere studiati e utilizzati senza particolari difficoltà, a parte la comprensione di un italiano canagliesco con cui sono stati redatti. Rimane quindi da imparare a districarsi in un mondo in cui la logica comune è sistematicamente capovolta.
-i nuovi parlamentari non hanno esperienza del mondo del lavoro e quindi sono obbligati a dipendere ciecamente dai criteri operativi che gli propinano i burocrati che li circondano.
Sottoposti ad un continuo aumento di pressioni che spesso sfiorano addirittura il ricatto. Ecco perché parlamentari e Ministri decidono prevalentemente “a sensazione “.
In tutto questo bailamme non c’è da meravigliarsi se il numero delle Leggi italiane è di un ordine di grandezza superiore alla media delle Leggi delle varie nazioni europee e ci si trova costantemente davanti ad incertezze e clamorose contraddizioni grazie alle quali i burocrati, giudici in testa, navigano a loro esclusivo piacimento ed a loro assoluta discrezione.
Conclusione
C’è un rimedio a questo disastro? Certamente! Ma ad un prezzo che burocrati e politici non saranno mai disposti a pagare pacificamente. E allora ? Solo un 14 luglio risolverà!
gian luigi lombardi-cerri
Fonte: L’Indipendenza Nuova