CAPITOLO 1

Il metodo dell’agricoltura biologica

cumulo, piantine e paglia

Il metodo dell’agricoltura biologica si basa sui punti seguenti:

1 – Concimazione organica. Questo tipo di concimazione è stata usata dai nostri nonni fino a quado sono arrivati i prodotti chimici, sostanze di sintesi che concimano la pianta e non il terreno. Con questi ultimi, le piante crescono più velocemente e producono di più, però:
– depauperano il terreno
– la pianta cresce in modo artificiale
– le piante deboli, a causa di un eccesso di azoto chimico (N), producono frutti/semi con troppi nitrati che si combinano con le sostanze presenti all’interno del nostro organismo e possono essere cancerogeni.

2 – Non usa diserbanti. Dannosi per le piante, vengono assorbiti da queste e di conseguenza all’interno del corpo umano.

 

melone sulla paglia

3 – Neanche i pesticidi vengono usati in agricoltura biologica. Questi nell’agricoltura intensiva vengono usati per combattere sia le malattie funghicide, sia insetti e parassiti. Il problema è che possono uccidere anche altri insetti utili e piccoli mammiferi.

 

4 – Si tende a mantenere la biodiversità nell’orto.

In caso di infestazioni causate da parassiti animali, se non superano il 10% della produzione si può anche non intervenire.

 

Molto importante è osservare bene!

 CAPITOLO 2

Pianificazione dell’orto e attrezzi da lavoro

Pianificazione dell’orto

1 – Tipologia: quali ortaggi vogliamo coltivare e in quale quantità?

esposizione a sud
orto esposto a sud

2 – Esposizione: è molto importante!
Le esposizioni ideali sono:
SUD-EST
SUD
SUD-OVEST
Se l’orto è in leggera pendenza (ma non troppa) prende più i raggi del sole. L’ombra verrà creata dalle piante che decidiamo di mettere nell’orto, mentre gli alberi non vanno bene perchè generano troppa ombra.

3 – Clima: se il clima è rigido, non pianteremo una varietà di ortaggi che arrivano da climi molto diversi.

4 – Gelo: per resistere al gelo, è bene usare varietà molto resistenti.

5 – Vento: è importante considerarne la provenienza perché gli ortaggi lo patiscono. Se eccessivo meglio creare una barriera frangivento con una siepe, piuttosto che un muretto che genererebbe un vortice. Controproducente!

6 – Acqua: va usata a temperatura ambiente e possibilmente non clorata; se lo è, farla depositare.

Proda rialzata
proda rialzata

7 – Prode o aiuole: dovrebbero essere larghe 1m. Se il terreno è compatto/argilloso realizziamo le prode alzate perché l’acqua non ristagni. Se invece abbiamo un terreno drenato/pietroso al contrario, faremo prode non alzate.

Le prode rialzate permettono di far passare l’acqua di irrigazione nel solco tra una e l’altra, molto utile d’estate, soprattutto se lo facciamo in giornata, perchè l’acqua non tocca la pianta ed evita così di bruciarla.

 

 

Attrezzi da lavoro

 

• Vampa rettangolare

• Vanga ‘a cuore’

• Forca a denti piatti: serve per sostituire le vanghe nella vangatura, rispetto alle quali taglia meno lombrichi. Per aereggiare senza sconvolgere.

• Zappa: ce ne sono diversi tipi e misure, per poter differenziare l’uso quando non ci sono ancora piante e quando già ci sono.

• Sarchiatoio: dà la possibilità di rompere la crosta che si forma sui terreni compatti quando ha piovuto. Serve anche per interrompere la capillarità del suolo.

• Piede di porco: serve per creare canalini quando ha piovuto in un terreno che fa stancheggiare l’acqua.

• Rastrello: non bisogna affinare troppo il terreno, basta livellarlo perché altrimenti favoriamo la formazione della crosta. Bisogna prenderlo robusto con il manico lungo ed essere attenti alla distanza tra i denti: non devono essere troppo vicini tra loro.

cavicchio in legno
Cavicchio in legno

• Carriola

• Annaffiatoio

• Tubo per bagnare: meglio che sia di gomma, con girello avvolgigomma. Non trasparente perché crea alghe all’interno. Parte interna nera o scura.

• Cesoie: non mescolare quelle che usiamo per potare gli alberi a quelle che impieghiamo per tutte le altre operazioni.

• Cavicchio: lo possiamo fare noi.

• Paletta: non stampata in lamiera, che sia robusta.

• Diario dell’orto: scriviamo quello che piantiamo e riportiamolo su una mappa, per sapere l’anno successivo cosa e dove piantare. È molto utile per le consociazioni e le rotazioni.

Il manico: quanto al manico degli attrezzi, i migliori sono quelli di legno, non torniti.
Legno da non usare: faggio.
Legni che vanno bene: Frassino (elastico, più pesante) – Salice (elastico, più leggero) – Sambuco (il più robusto di tutti)

CAPITOLO 3

Analisi del terreno e fertilizzazione

Acidità del terreno

La classificazione dei suoli avviene in funzione della reazione (pH)

Il pH del terreno nel valore tra 5,5 e 7,5 è da considerarsi ottimale. Risulta migliore un terreno un po’ acido che basico.

Letame -> Inacidisce

Calce -> Basicizza

Se il pH è inferiore a 5 è consigliabile intervenire con litotamio(polvere estratta da alghe). Se invece il terreno risulta troppo alcalino è consigliabile intervenire con sovescio (interramento di piante verdi). Per l’analisi del pH è necessario praticare cinque prelievi estraendo delle lingue di terra della profondità di circa 20cm, da mescolarsi in un contenitore non metallico.

Si prendono poi due cucchiaini da versare in un bicchiere di acqua distillata e con la striscetta apposita si confronta con la scala cromatica -> pH

Contenuti del nostro terreno

Effettuiamo dei prelievi negli angoli e uno centrale, dopo avere tolto la parte sopra. Scaviamo 20cm di terreno, mescoliamo tutta la terra e ne prendiamo 500g/1Kg. Per conoscerne la composizione lo si può portare ad un laboratorio analisi. Per il Piemonte si veda il Laboratorio Agrochimico del Settore Fitosanitario Regionale (LAR) dove è possibile effettuare le analisi dei campionamenti del terreno e dei vegetali.

Tipi di terreno

Terreno fertile: particelle minerali e organiche con il lavoro di microorganismi
Terreno scuro: ricco di humus
Terreno rosso: argilloso, ricco di ferro
Terreno chiaro (grigio): basico, alcalino, ricco di calcio.

Il terreno migliore è a medio impasto. Quello sciolto contiene 60-70% di sabbia, ha dunque bisogno di molta acqua. Se compatto possiede 60-70% di argilla, in questo caso si rischia il ristagno di acqua.

Fertilizzazione del terreno

In agricoltura biologica, per fertilizzare il terreno usiamo sostanze organiche oppure composti minerali ma mai concimi di sintesi. Le sostanze organiche vengono trasformate dai microorganismi.
Con la concimazione chimica e l’urea invece si produce una sovralimentazione della pianta a discapito della sua qualità. In più, le particole che avanzano vengono dilavate quando piove, inquinano l’ambiente e attirano gli afidi (pidocchi), favoriscono il ragnetto rosso e altre malattie.

CAPITOLO 4

Composizione minerale del terreno

In piani fluviali anche fino a 1 metro di profondità c’è grande fertilità. Vangando in profondità il terreno si mescolano gli strati, dunque si sconvolgono gli organismi viventi alterandone la funzione. È quindi molto utile arieggiare il terreno e non vangare spesso.


Composizione minerale del terreno, microrganismi e loro funzioni

 

Macroelementi

Azoto (N) Determina la crescita delle piante (le leguminose prendono l’azoto atmosferico e mediante i batteri lo fissano nel terreno). Quando è carente le foglie hanno un colore verde scialbo e tendono ad ingiallire precocemente, lo sviluppo è lento, la pianta è gracile.

Fosforo (P) Influenza la resistenza e la formazione dei semi. Influisce anche il sapore e il volume della pianta. In natura non è mai libero. Si combina generalmente con l’Ossigeno, dando origine a l’anidride fosforosa. È contenuto in: fosforite (miniere), farina di ossa, cenere. La sua carenza rende maggiormente difficile lo sviluppo di clorofilla (le foglie hanno in questa condizione colore rosso/bruno)

Potassio (K) Influisce sulla capacità di assimilazione della pianta, sollecita la maturazione, condiziona colore e profumo (esempio il melone cambia notevolmente l’intensità del gusto). Quando è carente le foglie della pianta si macchiano ai bordi di giallo. Si può ottenere da cenere, fosfato di potassio minerale o da un buon compost.

Magnesio (Mg) È dimenticato dall’industria chimica. Regola la fotosintesi, dunque la crescita armoniosa della pianta. Si ottiene mediante concimazione verde, litotamio oppure compost. Il cibo che consumiamo se non lo apportiamo alla terra ne sarà carente, di conseguenza generalmente il nostro corpo ne è carente.

Calcio (Ca) Fissatore di humus al terreno, dà buon tenore nutritivo ai frutti. Litotamio e compost lo apportano al terreno. Su frutti e ortaggi quando si nota la carenza si può apportare per via fogliare tramite cloruro di calcio liquido (esempio di carenza sono cavoli e mele attaccati da suberosi e bitterpit).

Zolfo (S) Costituente cellulare. Per supplire la carenza è utile il solfato potassico minerale. Si trova in forma di grani che si sciolgono da soli nel terreno.

Silicio (Si) Offre tenore alle foglie e resistenza ai parassiti. Si ottiene da silicato di sodio, polvere di basalto, olio di riso bruciato, equiseto (o coda cavallina, pianta spontanea da essicare)

Microelementi

Ferro (Fe) È un importante regolatore per la fotosintesi. La carenza provoca generalmente clorosi ferrica, che consiste nel’ingiallimento precoce delle foglie. Quando il terreno è abbondante di calcio risulta difficile l’assorbimento del ferro (la vite che cresce in terreni molto basici ne è un buon esempio).

Boro (B)Manganese (Mn)Zinco (Zn)Rame (Cu) e Molibdeno (Mo) anche in piccola parte sono necessari perchè catalizzatori (esempio può essere il pomodoro che non fruttifica). Si apportano con compost più litotamio. Il boro con la borace (1Kg per 100mq di terra).

Composizione minerale del terreno (PDF)

CAPITOLO 5

Vangatura, pacciamatura e sovescio

Vangatura

Quando vangare? Solo all’inizio dei lavori. Seminando delle piante da sovescio in autunno da interrare successivamente oppure con l’apporto di sostanze organiche.

Con il cambio di coltura nel caso di ortaggi a ciclo breve si deve solo arieggiare, per favorire lo sviluppo delle radici e il passaggio di acqua. Se si vanga in autunno, il gelo e le abbondanti piogge facilitano la friabilità del terreno, pertanto non è indicato in quanto il drenaggio dilava molti nutrimenti dalla terra.

Esistono due tipi di vangatura:

 Vangatura normale

 Vangatura a letto profondo (detta anche parigina o cinese). Permette di avere la doppia quantità di produzione nello stesso spazio e va molto bene in terreni molto compatti o anche per arieggiare le radici. È un metodo da adottare un po’ per volta e rigorosamente a mano.
Profondità di 20-25 cm raddoppiata con l’areggiatura. Favorisce la crescita di ortaggi e radici, da effettuarsi ogni 3-4 anni.
Applicare uno strato di 10cm sulla terra di letame maturo oppure 3-4 cm di compost. Si deve arieggiare (ogni palmo) il fondo della trincea, letame + terra, con la forca.
La terra della prima trincea la mettiamo sulla carriola.

Mettendo in pratica i due metodi si noterà molta differenza. Nel secondo caso la terra dopo la vangatura ci sembrerà lievitata. Ciò significa in pratica un’azione batterica maggiore. Un terreno arido è da trattarsi per diversi anni con litotamio oppure sostanze organiche (10 quintali per ettaro), oppure tramite l’utilizzo di letame maturo (meglio compostato da almeno 1 anno).

Pacciamatura

Importante risulta anche la pratica della pacciamatura che serve a proteggere il terreno dall’erosione, offre un ostacolo allo sviluppo di erbacee e arricchisce il terreno stesso. Dopo il trapianto è un buon momento per la pacciamatura, facendo attenzione che sul terreno non si sia costituita della crosta. Più il materiale utilizzato è grossolano, maggiore può essere lo strato della pacciamatura.

Paglia. Va bene per le piante alte. Consente la circolazione d’aria e si degrada lentamente. Risulta povera di azoto, migliore sarebbe il fieno ma occorre fresco, non già in seme.

Erba da giardino. Sempre a strati sottili perché ne escono muffe. Va bene per rapanelli e insalata.

Foglie. Si decompongono abbastanza in fretta. Caducifoglie: cachi, ortiche, castagno (si degrada più lentamente), no conifere a causa dell’acidità.

Segatura o truccioli. E’ importante che siano di legno dolce.

Compost. E’ la miglior pacciamatura in assoluto.

Sovescio

Il trifoglio repens fissa una buona quantità di azoto (N) nel terreno, poiché questo è agganciato alle radici in forma pura. È consigliabile lasciarlo prima e durante la cura degli ortaggi. Ha la proprietà di uccidere le piante infestanti, così come lo spinacio va bene per nutrire la terra durante la crescita degli ortaggi. In ogni caso è vantaggioso mantenere la compresenza di ortaggi e piante. Un altro esempio è l’erba medica, buona anche per gli animali di allevamento.

La soia e molto valida come sovescio perché pulisce il terreno, in seguito non cresceranno molte erbacee.

CAPITOLO 6

Come fare il compost

Compostaggio ad accumulo integrato

 

humus

Fare il compostaggio ad accumulo integrato significa riprodurre in piccola scala il ciclo del bosco (compostaggio naturale): residui organici che si trasformano, tramite alghe, batteri e microorganismi, in humus. Occorre trovare un luogo riparato da sole e dal vento, all’ombra di un albero meglio se caducifoglie. Sotto una betulla dovrebbe essere ottimale per la biodinamica, meglio se riparato da una siepe o da uno steccato. Per il successo del compost ad accumulo occorre un giusto rapporto tra carbonio (C) e azoto (N), pari a 25-30 parti di C per 1 di N. Inoltre occorre la giusta umidità, dimensione e composizione.

 

È necessario un anno perché la materia organica sia pronta. Se si utilizzano degli enzimi la decomposizione avverrà in circa 4 mesi. L’erba è meglio lasciarla al sole perché perda l’umidità, mentre ottimi nel compost sono il pane secco e le pagliette che assorbono l’umidità (fieno che risulta dal taglio dell’erba nei dintorni dell’orto, fatta seccare dopo averla tagliata). Ottimi sono tutti i letami, ma occorre fare attenzione a quello di gallina, poiché se non è ben compostato e mescolato agli altri materiali organici, crea danni. La cenere è ricca di potassio. Buoni la segatura e i trucioli di legno. Sconsigliati sono gli agrumi poiché la vitamina C blocca la fermentazione.

Primavera e autunno sono ottimali per compostare (un tempo si faceva il TARÒ, costituito da strati di foglie -generalmente castagno o acero- e terra, affinché si potessero degradare) .

Sconsigliato è il compostaggio all’interno di un buco poiché l’arieggiamento non è sufficiente.


Compost a cumulo: materiali

Il cumulo è coperto da telo plastico fino a metà della sua altezza, il quale conserva l’umidità e mantiene vivi i fermenti; ottimale di colore bianco e nero, la scelta del colore è legata alla stagione. Si può istallare un misuratore al centro del cumulo: è sufficiente un palo con una tacca, se il cumulo si riduce è ottimo. Oppure è possibile istallare un tubo di rame da 20 o 30cm, si lascia correre all’interno un termometro da conserva, ogni 3-4 giorni si controlla la temperatura, annotandola si noterà un cambio fino a 65 gradi.

Sono necessari anche gli enzimi ed un integratore.
Gli enzimi acceleratori (fermenti) sono l’UMOZIMA e fanno raggiungere i 65° necessari perché avvenga un corretto compostaggio. La proporzione da aggiungere è ½ Kg di enzimi ogni 2 mc di compost.

L’integratore per compost contiene:
• Fosforite che Arricchisce il compost di P.
• Sulfato di Potassio
Litotamio che arricchisce il compost di Ca, Mg e altri minerali.
• Le dosi sono di 10 Kg di integratore per ogni 2 mc di compost.

Il materiale organico nuovo è da affiancarsi alla struttura realizzata e non da aggiungere. Il risultato finale è un terriccio di colore nero che dopo i 4 mesi si stabilizza e si può anche conservare, ottimo sarebbe setacciarlo. Nella compostiera normale o domestica si può accumulare il nuovo materiale organico. Generalmente sono poco funzionali poiché non hanno molti fori per l’arieggiatura. Se il compost risulta poco asciutto si consiglia di bagnarlo con un macerato di ortiche.

• N: 5%
• P: 3,5%
• K: 3%
Queste sono le percentuali medie del compost risultato e sono interamente e direttamente utilizzabili dalle piante. Il letame maturo utilizzato dall’agricoltura convenzionale contiene l’1% di N di cui la terra utilizza lo 0,5%. Nel caso del compost viene utilizzato interamente.

1 hg al mq è la quantità sufficiente per una buona fertilizzazione. Anche in caso di eccesso, però, non crea problemi poiché è un composto fissato in grado di essere rilasciato gradualmente. Da utilizzarsi spolverando il terreno o zappettando leggermente (ossa e unghie di animali sono portatori di molto N).

Compostaggio in compostiera

Compost a rete, ben arieggiato: a contatto col terreno disporre una retina da conigli, e con buchi dentati dentro tutta la compostiera. Il compost, una volta pronto, verrà estratto da sotto.

Strati:
• Mini-letto di ramaglie
Massa organica
• 20-30cm di massa organica
• Opzionali: fermenti + integratore + litotamio (blocca gli odori ed evita l’arrivo di mosche)

Cosa utilizzare per il compost

• Scarti vegetali – foglie
• Avanzi di cucina – scarti di verdura
• Pasta, pane avanzato
• Scarti di pesce
• Non tante bucce di limone e arancio insieme perché bloccano la fermentazione.
• Segatura, ma non di conifere, nè aghi di pino, né foglie di castagno e quercia perché sono ricche di tannino e impiegano più tempo a degradarsi.

Attenzione anche alle radici dei cavoli, perché possono avere una malattia. Per precauzione quando si raccolgono i cavoli bisogna togliere tutta la pianta e osservare bene; se le radici hanno l’ernia del cavolo bisogna toglierle e bruciarle a parte.

CAPITOLO 7

Famiglie di ortaggi

asparagi pacciamatura

Ci sono diverse erbe spontanee che aiutano l’orto e solo quando prendono il sopravvento sono dannose; per fare rotare correttamente le colture è molto utile scrivere un diario.

Occorre suddividere le piante tra grandi e scarse consumatrici. In particolare si possono distinguere tre gruppi in cui si raccolgono le famiglie di ortaggi: forti, medi e deboli consumatori.
Gli ortaggi della stessa famiglia non devono mai essere vicini, consigliabile coltivare per file e non a spaio, per poter offrire loro maggiore cura e rendere difficile l’insediamento di parassiti.

Ortaggi molto avidi di azoto sono da associare ad un legume che fissa azoto atmosferico (per esempio lattuga o ravanelli/Fagiolini nani/Pomodori/Fagiolini nani/Lattuga o ravanelli)

• Forti consumatori: Solanacee,Crucifere
• Medi consumatori: Ombrellifere, Cocurbitacee, Leguminose
• Deboli consumatori: Composite, Chenopodiacee, Liliacee

Le famiglie di ortaggi

Solanacee: pomodori, peperoni, melanzane, patate… (contengono nelle parti verdi un alcaloide tossico ma la cottura ne elimina quasi completamente la presenza). Sono riconoscibili dal fiore fatto sempre a forma di stella.

Crucifere: cavolo, cavolo-verza, cime di rapa, rucola, crescione, rape, ramolaccio bianco e nero, rapanelli, daicon. Sono riconoscibili dalle cotiledoni a forma di cuore e dai fiori generalmente a quattro petali.

Ombrellifere: carota, finocchio, sedano, cicuta. Si riconoscono dall’infiorescenza a forma di ombrello.

Composite: lattuga, cicorie, radicchi, catalogna, cardo, indivia, carciofo, scorzabianca, scorzanera, topinambur (ha uno zucchero, l’inulina, tollerato dai diabetici; sono conservabili sotto sabbia che ne mantiene l’umidità).

Leguminose: piselli, fagiolini, fave, soia, ceci, lenticchie, cicerchie sono dei buoni fissatori di terreno di azoto atmosferico. Si distacca per questa qualità la soia.
Soia gialla: per latte e tofu, è la maggiormente coltivata.
Soia verde: più piccole, si usa nelle zuppe
Soia rossa: sostituisce le proteine della carne

Liliacee: aglio, cipolle, scalogno rosa e giallo, asparagi. È importante ricordare che per questa famiglia non è necessario concimare il terreno perché sfrutta i residui dell’anno precedente.

Chenopodiacee: spinaci, costine, costebietole, barbabietole

Valerianacee: olitaria, valerianella (soncino o sarzette)

Cocurbitacee: zucche, zucchine, cetrioli, angurie, meloni. Se piantate in buche, ognuna concimata bene, sono da considerarsi deboli consumatori.

CAPITOLO 8

Germinazione, semina e trapianto

Le specie coltivate si riducono sempre di più a discapito di biodiversità, osticità, qualità. Le specie più produttive, anche se deboli o poco gustose, vengono selezionate delle grandi multinazionali. La poca varietà, inoltre, espone al rischio di carestie.

Le piante biennali come ad esempio la carota, vanno a seme il secondo anno di crescita. Queste piante se patiscono la siccità vanno a seme già il primo anno di vita, per cercare di salvaguardare la discendenza. In questo caso la pianta si dice “ingannata”.

Bietole, rape, rapanelli danno facilmente i semi come anche porri, sedano e prezzemolo. Occorre però avere abbastanza terra a disposizione. Ad esempio, il rapanello diventa quasi un piccolo albero.È necessario che tutti i semi maturino bene sulla pianta fino ad acquisire un colore bruno.

pianta pomodoro

Anche dai pomodori è facile fare i semi. Si deve scegliere la pianta più sana e con più frutti; tra questi scegliere il primo pomodoro della fila più bella, verso il gambo, lasciandolo sempre maturare bene sulla pianta (ricordiamoci che, in generale, i pomodori verdi sono praticamente velenosi).
Anche dopo aver staccato il frutto selezionato lo lasciamo ancora maturare fino a tagliarlo e a togliere i semi con un cucchiaino. Lavarli e una volta asciutti conservarli in un sacchetto di carta. Non è consigliabile utilizzare barattoli di vetro, che con l’umidità residua li farebbero marcire. I semi non patiscono freddo o gelo, quindi conserviamoli fuori casa, in cantina.

Altri semi facilmente recuperabili sono quelli della famiglia delle cocurbitacee, ad esempio la zucca. Riconosciamo una zucca quando è matura osservando che il primo viticcio vicino al picciolo sia completamente secco. Le zucche non vanno conservate al fresco, a differenza di molti altri ortaggi. Quando è ora di mangiare la zucca l’apriamo, ne ricaviamo i semi, li laviamo scolandoli bene e facendoli asciugare su vassoi di carta. La sera li ritiriamo e il giorno li mettiamo al sole.

Anche i semi delle insalate sono facilmente ottenibili: occorre piantarne alcune con la luna non favorevole, in modo che ai primi caldi vadano a seme.

Per altri tipi di semi è invece sconsigliato ricavarli da soli a causa dell’alto rischio di infestazione da parte di acari e batteri. È dunque meglio lasciar perdere la familia delle crucifere.

Se decidiamo di comprare piantine già nati in cubetti è meglio evitare l’acquisto di piante già vecchie ovvero con foglie grandi e già cresciute poiché le radici sicuramente si saranno attorcigliate su sè stesse non potendo attecchire oltre lo spessore del cubetto.

Vi sono semi che hanno bisogno di molto tempo per germinare. Possiamo parlare in questo caso disemi duri come nel caso del prezzemolo, che normalmente germina in 20-25 giorni. È possibile accorciare questo processo di una settimana: i semi vanno a bagno in acqua tiepida per 48 ore vicino a una fonte di calore. Si devono poi scolare e asciugare sempre su carta da pane all’ombra, mai al sole.

Fagioli, fagiolini e fave si possono far germinare dopo un ammollo di 24 ore in acqua tiepida, dentro un lenzuolo ripiegato come un tappeto arrotolato.

Ogni seme – ricordiamo bene come regola universale – non va coperto di terra più del doppio del suo volume. In particolare tutti i piccoli semi duri vanno proprio sotto un leggero velo di terra.

pianta zucchina

Zucche e zucchine (marzo-aprile)
Materiale occorrente: 
segatura o trucioli di legno dolce (no conifere, castagni o quercia)
secchio o latta dell’altezza di 20 o 30 cm.
Mettere i trucioli a mollo nell’acqua. Una volta scolati riempire il contenitore. Piantare i semi nella segatura, tappare con una lastra di vetro e lasciare al sole 5-6 giorni.
Troveremo all’interno della segatura il seme già germogliato, da piantare in un vaso da 14. È utile deporre i vasi in una vasca contenente acqua, cosichè le radici si abituino a crescere in profondità. Prima di trapiantarli in terra è utile lasciarli uno o due giorni senza acqua perché si abituino allo stress idrico. Il passaggio in terra averrà quando le piante hanno tre o quattro coppie di foglie.

zucchine ? 90cm ? zucchine
zucca ? 1,20 – 1,50cm ? zucca

Occorre per prima cosa bagnare la fossa, aggiungere poi il compost o letame e litotamio infine la piantina all’altezza dei cotiledoni. Per lo zucchino, se il procedimento è corretto occorrerano 40 giorni ed i primi frutti sono da togliere subito per far sì che la pianta non si impigrisca e diventi più produttiva.

Patate pacciamate (primi di aprile)
Effettuare un taglio longitudinale per la pregerminazione 15 giorni prima.
Lasciare le patate aperte a conchiglia, spolverare con litotamio, che in questo caso è disinfettante. Quando il germoglio è un paio di cm (tozzi e non lunghi filamenti) sono da piantarsi nel terreno.
Costruire le prode e fertilizzare il solco in mezzo. In seguito ricoprire, spolverare di litotamio e bagnare bene. Scavare in seguito due solchetti ai piedi delle prode che serviranno per fissare il telo di pacciamatura. Per il telo è consigliabile materiale PVC oppure Mater-bi (di mais). Per aprire le prode in corrispondenza del posto in cui si vuole piantare la patata si consiglia di utilizzare una lattina da rendere incandescente per bucare il telo.

Al momento della semina occorre rivolgere il taglio della patata verso l’alto e i germogli in basso. Ricordarsi di spolverare con litotamio per evitare l’infestazione della dorifera. Un buon rimedio può essere anche una pianta di melanzana ogni tanto lungo la proda (la dorifera la preferisce). A maturazione, quando si recide la pianta, alzando il telo si troveranno inmediatamente sotto le patate.

Pomodoro (febbraio-marzo)
Materiale occorrente:
• Cassetta di legno
• Lastra di vetro
La cassetta di legno è da riempirsi per due terzi di terriccio da semina, livellato. Occorre irrigarlo con una stecca facendo dei quadrati circa 4x4cm. Occorre piantare un seme per ogni incrocio. Spolverare con un velo di terra, schiacciare leggermente, spruzzare d’acqua e coprire con una lastra di vetro. La germinazione dovrebbe così avvenire in 5-6 giorni. Quando si aprono i cotiledoli li trapianteremo in vasetti di plastica da 10cm con terriccio da trapianto. Mettere i vasi in una vaschetta e bagnare questa, non direttamente le piante (imprigrimento, stress idrico). Quando hanno 5-6 foglie le piantine sono da trapiantare nell’orto.
Occorre preparare delle buche profonde 20cm e distanti 60cm. È consigliabile bagnare la buca 1 ora prima. Aggiungere concime litotamio e metterle a dimora. È consigliabile evitare poi di bagnarle per 10-15 giorni.

Terriccio da semina
Due parti di terra grassa (sotto le zolle di prato)
Una parte di torba
Una parte di sabbia
Ogni 10 Kg due manciate di litotamio.

Terriccio da trapianti
Sette parti di terra grassa
Tre parti di torba
Due parti di sabbia
Una parte di compost più litotamio

CAPITOLO 9

Consociazione e rotazione

Dall’osservazione della natura è nata la coltura mista. In natura, infatti, non esiste la monocultura! La consociazione è la coltivazione simultanea di vari ortaggi sulla stessa aiuola che hanno tempo di maturazione e fabbisogno nutritivo diverso. La consociazione serve anche ad evitare malattie,a non sfruttare troppo il terreno e a creare una protezione tra le piante.

L’abbinamento tra ortaggi è realizzato col fine di favorire una minima interferenza tra le piante, mentre la monocoltura favorisce i parassiti e le malattie specifiche.

La consociazione migliore è per file di ortaggi in prode. Occorre valutare i tempi di crescita di singoli ortaggi ed è importante scegliere gli abbinamenti per ottenere un raccolto più ricco, ma anche per le loro reciproche capacità di difesa. Pertanto risulta utilissima anche la semina di fiori, aromatiche ed alcune piante generalmente considerate erbacee.

Consociazioni

• Carota/Cipolla
• Pomodoro/Fagiolino nano
• Porro/Cavolfiore: proteggono il sedano dalla septoriosi (macchie sul fusto)
• Sedano/Carota: proteggono la cipolla della mosca della cipolla
• Spinaci/Lattuga: proteggono coste e costine dall’artica o pulce di terra. Difendono dalla crucifera (esce con caldo asciutto)
• Santoreggia/Pomodoro: proteggono il fagiolo dal tonchio.
• Pomodoro: protegge il cavolo della mosca del cavolo.
• Porro/Aglio/Cipolla: proteggono il sedano della mosca del sedano
• Menta: va bene contro i topi
• Spinaci (qualità foglie grandi): ottimi da seminare come pacciamatura e sovescio dei cavoli
• Tagetes: fiorellini colorati che difendono la fava e il fagiolo dal tonchio, piantiandoli ci si difende anche dei nematodi. Risultano utili anche per il sovescio.

Anche le piante aromatiche sono molto utili: rosmarino, issopo, menta, salvia per esempio proteggono il cavolo dalla cavolaia.

Scheda piante repellenti naturali – (PDF)

Rotazioni

Per la rotazione è consigliabile l’utilizzo di un diario su cui appuntare di stagione in stagione cosa e dove si è seminato. Facendo riferimento alle famiglie di appartenenza (piccole, medie e grandi consumatrici) avremo modo di stabilire una sensata rotazione delle nostre colture.

CAPITOLO 10

Irrigazione

Si distinguono quattro tipi di irrigazione: a scorrimento, per aspersione, sommersione (le risaie) e con l’utilizzo di manichette.

Scorrimento

E’uno dei sistemi di irrigazione a gravità. Il terreno sul quale è applicato deve essere dotato di una certa pendenza, che può essere naturale o creata artificialmente.

Aspersione

L’acqua d’irrigazione cade sul terreno e sulle colture sotto forma di piccole goccioline: per questo motivo viene anche detto ‘irrigazione a pioggia’.
In questo caso l’eccesso di umidità sulla parte fogliare comporta e facilita l’estensione di mali fungivi.

Sommersione

Consiste nel coprire il terreno con uno strato di acqua di adeguato spessore, che vi permane per un periodo di tempo più o meno lungo (sommersione permanente o temporanea).

Manichette

Le manichette sono dei lunghi rotoli di tubo preparati per la dispersione d’acqua a brevi intervalli. Il loro utilizzo consente un gocciolìo perpetuo alla base dei nostri ortaggi, così da stimolarne la crescita radicale. Questa tecnica è da considerarsi di micro/nano irrigazione ed è un metodo consigliato perché riduce molto il consumo idrico.

Descrizione del materiale: da ½ atm fino a 1 e ½ atm è la pressione ottimale per le manichette. Il diametro consigliato è di 16 milllimetri con uno spessore di ½ micron. Questo sistema è alimentabile con un semplice rubinetto classico da ½ pollice. Si possono sostenere circa 500 metri lineari. Sul mercato 250 metri di manichette costano all’incirca 40 euro.

CAPITOLO 11

Specie consigliate

Qui di seguito trovate alcune indicazioni su varietà di ortaggi consigliate, scelte per gusto, resistenza alla siccità e contributi nutrizionali.

Scalogno: pian piano se ne sta perdendo l’uso

Aglio rosso: resa minore, ma gusto delicato

Anguria: Sugar baby (precoce, si adatta al clima)

Barbabietola rossa: è quella che apporta più ferro

Basilico: consigliato il “greco”

Carote: mezza lunga di Nantes (per terreni sassosi)

Cavolfiore di Moncalieri: 150 giorni

Cavolfiore Romanesco: 130 giorni

Cavolo nero toscano: dà il maggiore apporto di vitamina C

Fagiolino rampicante a metro: è molto più gustoso del fagiolino nano o a mezza rama

Peperone topepo: meno produttivo ma più gustoso

Sedano rapa: per due o tre volte occorre togliere il giro di foglie esterne qualche settimana prima di raccoglierlo. Necessita di molto concime.

Zucche: Marina di Chioggia, Barbacoluta, Dolcemiele, Zucca Violina o Okaido sono le specie consigliate di miglior gusto. Inoltre la Luffa da spugne si raccoglie quando si schiaccia per poi metterla in acqua e varechina una notte intera, poi si secca al sole. Se ne ottengono delle ottime spugne vegetali.

Alcune informazioni di questa guida sono state prese dal Corso di Agricoltura Biologica-I Livello realizzato a Giaveno (2009) dall’azienda agro-biologica La Praglia

Corsi consigliati sullo stesso argomento

 

Fonte: http://formazione.ilcambiamento.it/guida_primi_passi_orto_biologico/

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