Il copione dell’intervento militare degli Stati Uniti in Venezuela è stato scritto nel Comando Sud (CS) delle loro forze armate e viene applicato dettagliatamente dai loro alleati della Tavola dell’Unità Democratica (MUD) (coalizione dei partiti di ultradestra del Venezuela, n.d.t.), sigla che copre la controrivoluzione, cioè lo strumento imperiale per stimolare le carenze di prodotti e le azioni di strada e la violenza armata in dosi tali da favorire le condizioni ideali per giustificare l’intervento militare diretto nel paese con le più grandi riserve di petrolio del mondo.Lo dice esplicitamente l’affermazione dell’ammiraglio Kurt W.Tidd, capo del CS: “il nostro opportuno intervento ha permesso di delineare una strada per la rapida uscita del regime”. Qualche amico ha fatto avere a Caracas i 12 punti della fase 2 del piano del CS. Il documento rileva “la sconfitta alle elezioni e la scomposizione interna del regime populista e anti-nordamericano raccolgono l’impatto di successo delle nostre politiche applicate con forze alleate nella regione nella fase 1 di questa operazione”.
Tra i suoi successi, il CSA sottolinea: a) mettere in evidenza il carattere autoritario e violatore dei diritti umani del governo di Maduro (l’asino che parla di orecchie); b) sottolinea il “meccanismo dell’Ordine Esecutivo” (di Tidd) per giustificare lo sviluppo della “nostra politica”, che ha “giustificazione legale nella Costituzione e nelle leggi degli Stati Uniti d’America”; c) ostenta “l’isolamento internazionale” del Venezuela; d) la “generazione di un clima propizio per l’applicazione della Carta Democratica della OEA “ (più avanti il documento menziona “proprio come abbiamo convenuto con Luìs Almagro Lemes – esattamente lo stesso segretario dell’OEA), un transfuga che l’ex presidente Pepe Mujica – al conoscere la pugnalata alle spalle che preparava il suo ex cancelliere contro il Venezuela – ha così ‘fulminato’: “mi spiace per la strada che hai preso e so che è irreversibile, per questo ti dico formalmente addio e mi accomiato”; e) il “mettere in agenda la premessa di una crisi umanitaria che permetta un intervento con l’appoggio di organismi multilaterali, compresa l’ONU”.
Per concessione di Centri di Iniziativa Proletaria
Fonte: http://www.jornada.unam.mx/2016/05/19/opinion/025a1mun
Data dell’articolo originale: 19/05/2016
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=17961