Di Beppe Croce
Dal Ministero dell’Ambiente e da quello dello Sviluppo economico arriva un bel macigno per le compagnie petrolifere: i due Ministeri, infatti, hanno bocciato ben 15 istanze di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi nei mari italiani.
La metà di queste richieste, per la precisione sette, interessavano il Canale di Sicilia: le coste di Agrigento, Ragusa, Siracusa e l’isola di Lampedusa. Le altre sono sparse per l’Italia tra cui d 496 Br-El, d 499 Br-El e d 500 Br-El in Abruzzo e le restanti d 59 Fr-Np, d 64 Fr-Np, d 91 Er-Pu, d 94 Er-Sa, d 95 Er-Sa in Puglia e altre regioni non ancora identificate.
L’elenco delle concessioni rifiutate si trova nell’ultimo “Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse”, ma la notizia è trapelata dopo che il sindaco di Vittoria (città che vanta un lungo tratto del litorale ragusano) Peppe Nicosia con una nota, ha espresso la propria soddisfazione per la comunicazione inviatagli dalla Direzione generale per le valutazioni ambientali del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In quella nota c’è scritto che l’istanza di ricerca “d.355 CR-SR” (richiesto dalla a Società Sviluppo Risorse Naturali S.r.l, una controllata della texana Mediterranean Resources L.l.c.) che si estende nello spazio di mare che va da Scicli ad Acate (entrambi comuni in provincia di Ragusa) è stata rigettata. Nicosia così ha commentato:
Accolgo con favore la decisione del Ministero dell’Ambiente, che ha, a sua volta, recepito la comunicazione dei motivi ostativi, da parte del Ministero dello sviluppo economico, all’accoglimento dell’istanza di conferimento del permesso di ricerca in questione di impedire le trivellazioni off shore nel nostro mare, che va invece tutelato dal punto di vista ambientale e paesaggistico poiché costituisce una importante risorsa per il nostro territorio e per l’intera economia della provincia di Ragusa
I permessi di ricerca bocciati che interessano le coste siciliane, in totale, sono due per Lampedusa, tre per Licata (Ag), uno per la provincia di Ragusa e uno che riguarda lo spazio di mare di fronte Noto. Il rigetto delle 15 istanze a livello nazionale deriva dalla nuova normativa voluta dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo all’indomani del disastro della Deepwater Horizon, nel golfo del Messico: con le nuove leggi, infatti, è vietato cercare ed estrarre petrolio a meno di cinque miglia nautiche (circa nove chilometri) dalle coste.
Le richieste avanzate dalle multinazionali del petrolio, e bocciate dai Ministeri, erano tutte molto vicine alla costa.
Via | La Gazzetta Iblea