di Roberta Barone –

Ci risiamo. Il Muos e la parola “fine” sembrano essere incompatibili, due sposini che contemplano documenti formali ma che di fatto sembrano non essere innamorati l’uno dell’altro.

Un matrimonio sofferto, una meta un po’ sudata e raggiunta per volontà e sacrificio di molti ma anche una sfida che non ha come simbolo un semplice anello ma la vita di tutti i siciliani, la sovranità dell’Italia intera.

In previsione della manifestazione nazionale di sabato 30 Marzo, una porzione “bis” della stessa risalente a quel 6 Ottobre quando il giorno prima sequestrarono l’area Muos per poi riavviare il dissequestro, giovedì scorso 17 attivisti No Muos di Niscemi sono stati sottoposti a delle perquisizioni nelle loro abitazioni. Così comunica infatti il coordinamento regionale dei comitati No Muos: “Dopo gli attacchi della polizia nei confronti delle donne del comitato Mamme No Muos e degli attivisti del presidio che cercavano di bloccare l’ingresso di operai nella base, giovedì alle 13 sono state eseguite perquisizioni nelle case di una decina di attivisti. Perquisizioni giustificate dalla ricerca di armi o esplosivo”.

Screditare un movimento che con semplice spontaneità e grande coraggio è riuscito in poco tempo a fare valere le ragione della propria lotta contro il mostro americano, è da sempre lo scopo dello Zio Sam che tanto illumina gli occhi di quegli italiani più attenti al proprio tornaconto che alla salute dei propri connazionali e alla sovranità della propria nazione. E’ ben noto infatti come nella storia le grandi guerre siano state vinte da coloro i quali fondarono la loro egemonia su una politica di vittimismo tacciando l’avversario come “terrorista”. Altrimenti perché cercare del materiale esplosivo nelle case di semplici abitanti pronti a difendersi dalle onde elettromagnetiche di un sistema bellico e dalle 46 antenne già presenti nella zona? Saranno terroristi anche loro?

Intanto a parlare di sovranità è Fabio Mini, che è stato capo di stato maggiore della NATO nel sud Europa e che è intervenuto alla presentazione del suo libro, “Mediterraneo in guerra”, il 13 febbraio, alla CGIL di Catania. “Possiamo solo immaginare lo sconcerto dei tecnici americani –continua  Mini – che non capiscono come si possa rifiutare una tecnologia nuova, addirittura meno invasiva della precedente, visto che il raggio di espansione delle onde non si allarga verso terra ma si concentra verso l’alto, in direzione del satellite. Non meravigliamoci se avranno pensato che gli italiani sono dei coglioni”.

Ma gli studi di Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu presentati al Politecnico di Torino vedono quello del Muos un sistema simile a quello di una torcia che, indirizzata verso un tetto, riesce comunque ad illuminare lo spazio circostante e diffondere allo stesso modo le sue onde.

Lo scorso 11 Marzo invece si è tenuto un incontro tra governo nazionale  e siciliano per discutere sul caso Muos: presenti il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, il ministro della Salute Renato Balduzzi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, per i ministeri dell’Ambiente e degli Esteri i sottosegretari Tullio Fanelli e Staffan de Mistura e per la Regione  Siciliana il presidente Rosario Crocetta, l’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello e quella alla Salute Lucia Borsellino.

Quale risultato si è raggiunto? Oppure, possiamo chiamarlo risultato? Per i grillini siciliani ma anche per molti attivisti la risposta non è positiva ma lascia trasparire delle perplessità: si avrà infatti un organismo tecnico col compito di valutare ancora una volta l’impatto sulla salute e sull’ambiente della popolazione siciliana e “verificare l’attuazione delle misure di compensazione previste nel Protocollo d’intesa in favore del territorio e della popolazione  locale” come dice una nota di Palazzo Chigi.

“Non vorremmo – commenta Giampiero Trizzino del M5s – che si trattasse in realtà di un passo indietro e che alla fine si pervenisse alla revoca della revoca delle autorizzazioni, che ci aspettiamo, invece, diventi operativa il 17 marzo, come comunicatoci dalla Regione”.

Quella firmata infatti dal governo Crocetta infatti risulta essere una “richiesta di revoca” più che una revoca vera e propria: quale altra strategia verrà adottata, dopo la bella parola messa anche dal fisico Zichichi contestato dallo stesso presidente siciliano, per far inghiottire la medicina amara ai siciliani?

Intanto gli attivisti No Muos non demordono e si incontreranno tutti insieme e da tutta Italia il 30 Marzo a Niscemi, non più per festeggiare la vittoria di una battaglia ma per manifestare la continuità della loro resistenza non solo contro le famose antenne paraboliche del Muos ma anche per lo smantellamento decisivo delle 46 antenne NRTF-8 presenti dal 1991 e che da anni hanno contribuito ad aumentare il tasso di morte per tumori e leucemie in tutta la zona. Il primo incontro sarà in contrada Apa alle 14.30 per il corteo fino alla base Nrtf; solo dopo in citta’ un secondo incontro alle 19.30 per un altro corteo.

Americani arrendetevi, la reazione del popolo siciliano è direttamente proporzionale alla vostra prepotenza.

fonte: italian irib

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