
Il rifinanziamento è cosa fatta con il voto di tutti i partiti meno che dell’IdV e di qualche posizione di coscienza
di: michele mendolicchio m.mendolicchio@rinascita.eu |
Sulle guerre democratiche centrodestra e centrosinistra vanno praticamente a braccetto, anche se con qualche eccezione. Poco prima del voto per il rifinanziamento le posizioni erano pressoché definite, con il Pd, il Pdl, Lega e il Terzo polo pronti a confermare la loro genuflessione verso i potenti d’oltreoceano. Passa ancora la tesi di Frattini, Bersani, Berlusconi, Fini e Casini che si debba stare in Afghanistan per impedire che il terrorismo arrivi in Europa. Questo poteva valere finché Bin Laden era in vita non certo ora. Quindi viene meno il fattore dominante di questa guerra al terrorismo. Il fatto grave è che si continua ad occupare un paese nonostante il presunto mostro non ci sia più, sempre prendendo per buona la loro tesi. Morte e distruzione per ben 10 anni non è cosa di poco conto, né una sorta di vanto degli occidentali. Invece su input del capo dello Stato Napolitano quasi tutti i partiti si allineano alle politiche guerrafondaie, in nome di una credibilità che poco ha a che fare con il rispetto della sovranità e della vita umana. “Sul dl di rifinanziamento delle missioni internazionali -ha precisato la piddina Finocchiaro- abbiamo avuto una parziale garanzia sulle risorse destinate alla cooperazione”. Quindi militari e ong possono stare tranquilli: i soldi ci sono per continuare a portare morte, distruzione, vestitini, bottiglie d’acqua e panini. Un discorso a parte merita la Lega. Le prese di coscienza di singoli esponenti, tra cui quella di Castelli non servono ad addolcire la pillola. E soprattutto non si può dire come ha fatto Calderoli di non condividere la missione però per senso di responsabilità il partito la vota. Ma quale credibilità può accampare il Carroccio? E nessuno degli altri partiti si salva. Anche la contrarietà di Di Pietro dovrebbe essere messa alla prova dei fatti. Sicuro che stando in una coalizione di governo voterebbe no a queste guerre? Non è che alla fine si finisce sempre per cadere nell’amletico dubbio di Diliberto? Comunque oltre al coerente Castelli nella Lega ci sono altre voci di dissenso. “Dall’Afghanistan occorre andare via, lo dicono anche gli Usa”, questa la posizione di Stefani. Però siccome si tratta della solita filosofia di uscita ma con il permesso dei padroni non possiamo che biasimarla. La ricerca di una exit strategy su proposta di Calderoli non ci solletica minimamente. Intanto si vota sì ai bombardamenti ignobili di Kabul come di Tripoli e poi si aspetta che il buon dio dica basta. E’ un discorso che non sta in piedi. “Dobbiamo ridurre ancora i contingenti all’estero ma dobbiamo farlo d’intesa con i nostri alleati”, aggiunge l’esponente del Carroccio Stefani “Gli americani hanno fatto un calendario per l’Afghanistan e speriamo lo rispettino” in questo modo “la riduzione del contingente sarà consistente già a gennaio”. Siamo alle solite posizioni ambigue, cui anche la Lega non si discosta. Una posizione meritevole è quella di Castelli pronto anche a farsi cacciare dal partito pur di tenere fede alle proprie idee. Il pidiellino Cicchitto, invece, pur comprendendo le ragioni di coloro che hanno delle perplessità personali sulle missioni ritiene indispensabile mantenere i nostri contingenti sui vari fronti, soprattutto per rispetto dei militari morti nella lotta al terrorismo. E così per rispetto degli interessi d’oltreoceano le missioni di morte hanno ottenuto un’altra volta il via libera delle Camere.
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