Quanto è importante aprire la porta a nuove adesioni al raggruppamento sempre più influente, e a quanti Paesi?
Debidatta Aurobinda Mahapatra, RIR, 16 maggio 2014
433119bricIl raggruppamento BRICS fa notizia recentemente con l’ambasciatore indiano in Argentina che segnala la possibilità che il Paese latinoamericano possa entrare nel gruppo. Anche se non vi è stata alcuna dichiarazione ufficiale sulla possibile espansione, il dibattito in merito è certamente tempestivo. Da quando il gruppo s’è riunito ufficialmente per la prima volta nella città russa di Ekaterinburg, nel 2009, la sua importanza sulla scena mondiale è aumentata in modo significativo.  Con un’economia combinata di 16.039 miliardi di dollari, è emerso come polo collettivo nel mondo multipolare. Che si tratti delle crisi in Siria, Iran o Ucraina, o della questione della riforma dell’ordine economico internazionale, i membri del gruppo hanno affermato e sostenuto un ordine non sempre in consonanza con quello abbracciato dall’occidente. L’originale BRIC è diventato BRICS nel 2011 con il Sudafrica come nuovo membro. L’adesione del Sud Africa è stata veloce e senza opposizione interna. I soci attuali provengono da Asia, Africa e America Latina. Tre continenti diversi dal Nord America e dall’Europa per crescita economica e peso politico. L’avanzata di questi continenti, che si riflette nella formazione dei BRICS, ha plasmato l’ordine mondiale post-Guerra Fredda. Due dei membri del gruppo, Russia e Cina, sono membri con diritto di veto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e tutti gli aderenti sono in rapida crescita economica. Nonostante le previsioni di sventura, il gruppo resta ed è forte. Anche se originariamente concepito come agglomerato economico, il profilo dei BRICS ha superato le motivazioni economiche ed è considerato politicamente rilevante nella politica internazionale. In questo contesto, l’ascesa del gruppo è una conclusione scontata. I BRICS sono quasi un’entità d’élite. Sono citati in quasi tutti i dibattiti internazionali, e la loro voce è ritenuta importante. È quindi naturale che altre nazioni siano interessate a farne parte. Ma la questione controversa che si pone, e che i membri devono affrontare, è quanto sia importante aprire la porta a nuove adesioni, e a quanti Paesi?
Forse il caso del NAM è istruttivo, in questo contesto. Originariamente concepito come alternativa  politica ai blocchi della Guerra Fredda, il gruppo (originariamente di meno 30 Paesi) passò a 120. L’ampia adesione ne ha influenzato non solo la filosofia, ma anche le azioni. La sua composizione include Paesi filosoficamente divergenti, da Cuba a Singapore. Il gruppo comprendeva regimi democratici e regimi dittatoriali. La grande adesione ha anche creato gravi beghe interne. Anche se il gruppo festeggia il suo 60° anniversario quest’anno, non è considerato un organismo multilaterale significativo come i BRICS o i G20. Nessuno dei membri dei BRICS preferirebbe il destino del gruppo NAM. Ciò non per sostenere che i Paesi BRICS non debbano espandersi. Potrebbe essere altrimenti. Ma i membri devono considerare questi fattori prima di invitare altri Paesi ad aderire. Il gruppo è ancora nella sua fase formativa. Ha meno di un decennio. Vi sono molte questioni nel gruppo che devono essere affrontate. Prima fra cui la banca dei BRICS. Sebbene un sostanziale progresso è stato fatto sul tema, non è stata presa alcuna decisione concreta sulla posizione della banca, il suo capitale iniziale e la leadership. Sarà prudente affrontare questi problemi, e anche affrontare le divergenze politiche, prima di intraprendere l’allargamento. Quindi è necessario avere un orientamento sui Paesi che si adattano alle caratteristiche della filosofia e dell’agenda del gruppo. Il Viceministro degli Esteri russo Sergej Rybakov ha osservato, “Abbiamo un approccio costruttivo verso eventuali richieste di questo tipo, da chiunque inviate. Ecco perché eventuali problemi sull’ulteriore espansione del gruppo BRICS devono essere elaborate pienamente e completamente”. Anche se l’ambasciatore indiano ha fatto un annuncio ad effetto sull’accettazione della domanda d’adesione dell’Argentina, il governo indiano non ha ufficialmente espresso la sua posizione. Vi sono dibattiti sulla possibile adesione dell’Argentina. L’Argentina è un giocatore chiave in Sud America, ma la sua economia non è robusta come quella dei BRICS. Ha un enorme debito estero. L’adesione di un Paese dev’essere soppesata con attenzione. Paesi come la Siria hanno già chiesto l’adesione. Il gruppo deve essere selettivo nelle sue scelte. Georgij Toloraja, Direttore esecutivo del Comitato Nazionale per gli Studi sui BRICS della Russia, ha definito l’Indonesia, una delle economie in più rapida crescita e dalla maggiore popolazione islamica, un possibile candidato. L’Egitto può essere un candidato anche se l’agitazione interna ne indebolisce la candidatura. La Nigeria, nonostante il problema dell’estremismo religioso, è una delle economie dalla più rapida crescita in Africa. L’uomo più ricco d’Africa è un nigeriano. Il Paese dell’Asia centrale Kazakistan si distingue anche per la sua buona posizione per l’adesione al gruppo. Il Paese dalle ricche risorse gode di una relativa stabilità ed ha adottato un approccio più sfumato sulle questioni internazionali. Alcuni altri possibili candidati sono Messico, Iran e Turchia. Questo elenco non è esaustivo.
Il punto qui è che il gruppo deve adottare un quadro calibrato nell’ammissione di un Paese. In questo contesto, si devono affrontare alcuni temi fondamentali. In primo luogo, l’identità. Si preferirà mantenere il nome BRICS per il corpo allargato o adottare un nome diverso che rifletta l’adesione al gruppo? In secondo luogo, la nomenclatura. Si preferirà suddividere gli aderenti in principali e nuovi? Ci sarebbero provvedimenti contro un membro che violi la filosofia del gruppo? Queste e relative questioni devono essere considerate prima di allargare l’entità. Il prossimo summit in Brasile sarà decisivo nel dibattito sull’allargamento. L’Argentina è nota per la sua opposizione al dominio occidentale sul continente, come Venezuela e Cuba, ma ciò non è sufficiente per l’adesione ai BRICS. I BRICS emergono come formatori dell’ordine mondiale con il loro peso economico e politico, e il Paese che contribuisce a relativi filosofie ed obiettivi può essere il candidato giusto per l’adesione.

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Dr. Debidatta Aurobinda Mahapatra è un commentatore indiano. Le sue aree di interesse sono conflitti, terrorismo, pace e sviluppo in Asia meridionale, e gli aspetti strategici della politica eurasiatica.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

 

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