Soldi, soldi, soldi, soldi, soldi, ovunque si parla di soldi, in qualsiasi discussione, rivendicazione, argomentazione si fa riferimento ai soldi. Nei discorsi del governo e di qualsiasi politico le parole come ambiente, comunità, solidarietà, natura sono del tutto inesistenti. Si parla di soldi, di crescita, di liberalizzazioni per fare ripartire l’economia. E chi risponde, a seconda della categoria che rappresenta, non è d’accordo con questo e quello in base ai più o meno soldi o vantaggi economici di qualche tipo che ne conseguono.
Siamo in un mondo che sta andando in rovina, stiamo minando le basi stesse della nostra sopravvivenza. In Italia l’inquinamento atmosferico è alle stelle e la preoccupazione maggiore che mobilita migliaia di persone è l’aumento del prezzo del gasolio e della benzina. Quello che accade in questi giorni mette ancora in evidenza che l’unica cosa che conta sono i soldi ed è la deriva di un sistema destinato inevitabilmente a crollare.
In pochi giorni l’Italia è in ostaggio. E quando il petrolio inizierà a scarseggiare cosa succederà, visto che tutto è dipendente da esso come stiamo verificando in questi giorni?
Inizieremo ad accoltellarci agli angoli delle strade per gli ultimi pacchi di pasta?
È poi inevitabile che i prezzi dei carburanti aumenteranno a causa di una sempre maggiore domanda petrolifera a livello mondiale e una scarsità dell’offerta. Cosa facciamo? Ogni tre mesi i Tir bloccheranno tutta l’Italia o iniziamo a costruire alternative reali alla dittatura del petrolio?
In merito a questa protesta odierna, con gli sprechi colossali che si vedono in ogni luogo d’Italia di cui è protagonista ogni ceto sociale, ogni tipologia di persona, è singolare rivendicare soldi. E per cosa poi? Per sprecare ancora di più?
Mediamente una famiglia italiana all’anno butta nella spazzatura 500 euro di cibo perfettamente commestibile. Procapite ogni italiano spende circa 100 euro (!!!) al mese in giochi d’azzardo. Le edicole sono strapiene di riviste di gossip o simili che sono acquistate soprattutto dalle cosiddette classi sociali svantaggiate. I quotidiani più venduti sono quelli sportivi. La colazione o il pasto a casa è ormai una rarità e tantissimi mangiano fuori, dove costa mediamente molto di più.
Abbiamo 600 automobili ogni 1000 abitanti e complessivamente più veicoli che abitanti in un ‘paese garage’ secondo al mondo – per numero di automobili – solo agli Stati Uniti. Si spendono migliaia di euro per un matrimonio che, se va bene, dura un paio di anni. In una qualsiasi discarica/isola ecologica si trovano così tante cose in buono stato da rifarcisi arredamenti di interi palazzi. Gadget elettronici di ogni tipo ci sommergono.
La vera rivoluzione non è lottare per pagare meno la benzina. Magari la benzina costasse 100 euro al litro, così inquineremmo meno e saremmo costretti a cambiarlo in meglio per forza, il mondo. E poi altro che buttare il cibo quando un miliardo di persone soffre la fame, quella vera.
Mille e mille gesti concreti e quotidiani di ricostruzione della comunità fatta di valori e legami forti sono la vera rivoluzione, non continuare a mantenere in piedi un sistema basato esclusivamente sul dio denaro che mai darà le risposte e le soluzioni reali, poiché si tratta di un sistema intrinsecamente sbagliato.
Tratto da Il Cambiamento