
La stessa documentazione venne inviata al deputato PZP Nebojsa Medojevicche, dopo vari tentativi andati a vuoto – pare che non avesse ricevtuo l’e-mail o abbia avuto ‘problemi tecnici’ con la posta elettronica – non ha preso in seria considerazione la grande importanza di questo caso. Nella nostra indagine abbiamo contattato anche la OLAF, la quale anch’essa non ha risposto.
Così, sino ad oggi, il Caso Mattei è stato volutamente ignorato, forse perchè non utile alle logiche di propaganda e alle campagne mediatiche studiate a tavolino dai media e dalle forze di opposizione del Montenegro. Ci chiediamo quindi cosa sia cambiato, e per quale motivo si vuole oggi rilanciare un caso che fino a poco tempo fa veniva quasi considerato inesistente. Eppure la sentenza di Zurigo è reale, come reale è stato il pagamento di un acconto dei famosi 10 milioni di dollari stabiliti dalla Corte.
La macchina mediatica, che è stata fermata dopo le prime pubblicazioni, oggi è stata riattivata per sfruttare questo caso a proprio vantaggio e colpire determinati personaggi come capri espiatori. Non caso, dopo il fallimento della campagna di attacchi e denigrazioni nei confronti degli investimenti energetici italiani in Montenegro, il Vijesti si sta spingendo sul Caso Mattei, nonostante fosse da tempo in possesso del materiale.
I timori sulla sua strumentalizzazione sono più che motivati, nutrendo così il lecito dubbio che i giornalisti montenegrini siano davvero interessati alla verità. Questo dovrebbe anche far riflettere sul perchè si ribatte continuamente sulla libertà dei media e della stampa in Montenegro, nonostante sia davvero ampia, se non fuori controllo.