Il vero difetto degli italiani
A dispetto delle macrodinamiche del nuovo ordine mondiale noi italiani, come popolo, non siamo il massimo.
Veramente abbiamo tanti difetti estranei ai cittadini di molte altre nazioni progredite, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti e non è raro, conversando, far riferimento a diversi difetti che “abbiamo solo noi italiani”.
Siamo approssimativi.
Siamo superficiali.
Diamo disorganizzati.
Siamo furbocratici.
Siamo irrispettosi.
Siamo fifoni.
Siamo dichiaratamente antinazionali (con l’eccezione delle finali della nostra selezione calcistica…).
Tutti difetti questi quanto mai evidenti e debilitanti nel tipo di società e di economia globali cui l’Italia partecipa.
I tedeschi, per esempio, sono precisi, rigorosi, se una cosa deve essere fatta in un determinato modo non si ammettono deroghe.
Gli svizzeri sono puntuali ed efficienti.
Gli inglesi hanno senso civico e rispetto della cosa pubblica come cosa di tutti.
Nessuno di questi ama gli sprechi e il parassitismo.
E noi italiani giù a piangerci addosso da un lato, quando prendiamo coscienza della nostra pochezza a fronte dell’integrità che si trova oltre i patrii confini, e a fottercene dall’altro, perché nonostante la nostra consapevolezza non ci schiodiamo di un millimetro dai difetti che tanto disprezziamo.
Eppure qualcosa non quadra.
Se, con tutti questi oggettivi limiti tipici della nostra comunità (con la “c” minuscola… per ora…) l’Italia è sempre riuscita a scrivere importanti pagine di Storia e a far parte dei grandi del mondo, qualche numero questa nostra terra disgraziata deve pur averlo.
La nostra penisola, tra il gelo delle Alpi, l’umido delle nebbie padane, il caldo del Mezzogiorno e l’asprezza delle coste salentine ha forgiate civiltà duttili e formidabili che hanno fatto tremare il mondo quando gli antenati dei francesi, degli inglesi e dei tedeschi ancora non sapevano dove stavano.
Roma ha espresso la più grande civiltà di ogni tempo, punto.
I liberi Comuni hanno rispedito i crucchi al di là delle Alpi a suon di calci nel didietro.
Il Risorgimento – al netto della deprecabile direzione massonica – ha mostrato il coraggio guerriero e la vitalità dei popoli italiani, vuoi nel creare una pur malintesa patria (i piemontesi) vuoi nel difenderla (i guerriglieri meridionali e i soldati pontifici).
Confrontati coi nostri poeti, scrittori, autori di teatro, architetti, scultori, gli altri popoli europei non sono che scolaretti da rimandare a settembre.
Solo per guardare alla storia recente vale la pensa ricordare il comportamento esemplare del nostro paese nell’affrontare le calamità naturali, i terremoti, le alluvioni.
Siamo perfetti nel prestare i soccorsi? No di certo. Riusciamo ad aiutare tutti e subito? Non tutti. E nonostante questo riusciamo a fare il grosso del lavoro in modo eccellente, come si è visto nel portare sollievo nei giorni immediatamente successivi ai terremoti de L’Aquila o in Emilia, quando la società si è mobilitata per fornire quanto di meglio alle vittime della catastrofe.
Quando nel 2005 l’uragano Katrina ha distrutto New Orleans la prima cosa che il governo americano ha pensato di fare per prestare soccorso alla popolazione è stata… inviare migliaia e migliaia di soldati con le armi spianate per imporre l’ordine a una popolazione che aveva bisogno di cibo e medicinali. Centinaia di persone sono state intrappolate in un campo di concentramento improvvisato nello stadio cittadino. Le armi regolarmente denunciate, che una volta tanto nella storia americana potevano servire ai cittadini per proteggersi dagli sciacalli, sono state sequestrate a forza dai militari (e le armi detenute illegalmente dagli sciacalli stessi…?).
In Italia, noi, così inferiori, non siamo mai arrivati a tanto.
In questi ultimi anni in cui si sta imponendo la realizzazione della Tav, sul versante italiano si lotta e si protesta, ma si producono anche studi e documentazioni scientifiche di alto livello che smontano pezzo per pezzo gli argomenti a favore di quell’opera devastante.
In Francia, dove tutti sarebbero più bravi e intelligenti di noi, non si è sollevata alcuna contestazione strategica alla Tav.
Con questo retaggio e la riscoperta di un po’ di cultura anche noi italiani potremmo essere rispettosi dell’altro, civili, efficienti, puntuali e rigorosi quanto e più di ogni altro popolo al mondo.
Ma è a questo punto che prevale l’unico vero difetto caratterizzante della nostra nazionalità, un difetto che ci portiamo dietro dal momento in cui siamo stati messi sotto nel momento supremo ed esiziale della Storia: la nostra propensione a vedere sempre e comunque qualcuno più bravo di noi.
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