Gli ufficiali statunitensi finalmente ammettono che il programma da 400 miliardi di dollari F-35 è inutile, ma non fermeranno il programma comunque
David Axe, The Daily Beast, 18 marzo 2016 – Russia Insider1490842

Nei primi anni 2000 l’esercito statunitense aveva un sogno, sviluppare un nuovo jet da combattimento “universale” che potesse fare, beh, praticamente tutto ciò che l’esercito chiede ai suoi diversi aerei. Ma il sogno del Joint Strike Fighter F-35 è diventato un incubo. Il programma è in ritardo di sei anni e di decine di miliardi di dollari sul budget. E ora, 16 anni dopo, coi prototipi del JSF appena decollati, gli alti ufficiali finalmente capiscono quale trauma il programma da 400 miliardi di dollari abbia inflitto a finanze e prontezza bellica degli USA. In un momento notevole, per diverse settimane da febbraio, alti ufficiali e burocrati hanno pubblicamente riconosciuto i danni basilari del programma dell’aereo da guerra. Ma i tempi del mea culpa militare sono… interessanti. Mentre ammettono le colpa, l’F-35 supera i passaggi miliari burocratici, rendendolo quasi impossibile annullarlo. Troppi soldi sono già stati spesi. Troppi posti di lavoro sono in gioco. Troppi F-35 già escono di fabbrica. Il Pentagono può liberarsi la coscienza per i misfatti del caccia, perché ora, così tardi, è libero di farlo. Gli ufficiali già ammisero che il nuovo jet manca di manovrabilità, che le prove sono in ritardo e che il suo software è ancora incompleto. Ultimamente i capi militari hanno rivelato che le tre versioni del jet F-35 non sono così compatibili quanto avevano promesso. Inoltre, un funzionario ha ammesso che gli aerei sono così costosi che dotarne tutte le squadriglie di caccia dell’US Air Force li costringerebbe a ridurre di un quinto gli squadroni. E i due generali che hanno lanciato l’idea dell’aviogetto universale, infatti, confessano che sia così concettualmente viziato che è improbabile che il Pentagono ci proverà di nuovo. Oggi Air Force e Navy gettano i piani per i cosiddetti jet di “sesta generazione” per infine sostituire l’F-35. “Si dovrà pensare veramente molto se c’è realmente bisogno di caccia di sesta generazione e di quanta sovrapposizione si veramente necessaria tra Marina e Aeronautica“, afferma il Tenente-Generale dell’US Air Force Christopher Bogdan, direttore del programma JSF, a un seminario militare a Washington DC del 10 marzo. “A questo punto pensiamo che avranno missioni abbastanza diverse da non esserci uno stesso aereo“, aveva detto il Tenente-Generale James Holmes, Vicecapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, ai giornalisti a febbraio. Leggendo tra le righe delle dichiarazioni di Holmes e Bogdan, la delusione è evidente. Il Joint Strike Fighter semplicemente non ha funzionato come i militari speravano. Il sogno di un caccia universale s’è dimostrato una fantasia.
A dire il vero, l’F-35 aveva grandi ambizioni. L’aereo monomotore a doppia deriva dal naso angolare e le ali tozze, doveva esser sufficientemente veloce e maneggevole per combattere altri aerei. Avrebbe anche la capacità stealth e di carico per penetrare le difese nemiche e spazzare via gli obiettivi a terra. E non solo l’F-35 doveva decollare da basi terrestri come la maggior parte dei caccia convenzionali, ma doveva anche decollare da portaerei o alzarsi verticalmente dalle navi d’assalto. Per fare tutto questo oggi, il Pentagono possiede non meno di otto diversi tipi di caccia. Per i combattimenti F-15 e F-16. Per l’interdizione gli A-10. Diversi aerei imbarcati F/A-18. L’Harrier per il decollo verticale. Il programma Joint Strike Fighter, con Lockheed Martin quale appaltatore principale, dovrebbe sostituire la quasi totalità di questi aerei, migliaia, con solo tre versioni assai simili dell’F-35. Un maneggevole F-35A per l’Air Force. La versione F-35B per il Corpo dei Marines con un ulteriore motore con ugello verso il basso per i decolli verticali. L’F-35C della Marina con un’ala più grande per il lancio dalla portaerei. Riducendo otto modelli da combattimento a soli tre versioni del medesimo progetto, secondo i militari, avrebbe incrementato l’efficienza di produzione, addestramento e ricambio, salvando decine se non centinaia di miliardi di dollari. Ciò presume che F-35A, F-35B e F-35C sarebbero molto simili. Si potrebbe costruire una fusoliera di base con la cabina di guida, e adattare ali diverse o altri motori a seconda delle necessità. I militari puntavano al 70 per cento di “compatibilità”. In altre parole, i tre quarti di, per esempio, un caccia F-35A dell’Air Force sarebbero stati uguali, per esempio, all’F-35C della Navy. Il 70 per cento di compatibilità si è rivelato impossibile, con ogni arma che richiedeva sempre più specifiche per i propri F-35. Quindi, oggi i vari modelli sono per lo più incompatibili. “Dal 20 al 25 per cento”, dichiarava Bogdan il 10 marzo. Infatti, la cosa principale che le tre versioni hanno in comune è la designazione F-35. Altrimenti sono dei progetti essenzialmente diversi, cosa che il programma Joint Strike Fighter all’inizio cercava di evitare. L’assenza di compatibilità spiega il prezzo elevato dell’F-35. Ogni aereo costa più di 100 milioni di dollari, decine di milioni più di quanto Lockheed ed esercito avevano preventivato all’inizio del programma. Spingendo l’Air Force, in particolare, a ridurre il numero di F-35 da acquistare ogni anno. L’arma sperava di procurarsi ben 80 F-35 ogni anno, e invece passa a meno di 50. Così se l’Air Force dovesse sostituire rapidamente tutti i suoi vecchi F-15, F-16 e A-10 con gli F-35, potrebbe farlo solo riducendo in modo significativo il numero gli squadriglie in prima linea. Ma poi l’Air Force sarebbe troppo piccola per esercitazioni, schieramenti internazionali ed operazioni di combattimento che il Pentagono prevede, secondo Robert Job, vicesegretario alla difesa. “Se mi dicessero che saremmo scesi da 54 squadriglie di caccia tattici a 45, ma tutti F-35, non sono certo che direi che sia una buona cosa“, aveva detto Job alla rivista specializzata Flight Global il 10 marzo. L’Air force non può permettersi di ridurre gli squadroni e, inoltre, non può permettersi di comprare abbastanza nuovi F-35 per tutte le squadriglia di cui ha bisogno. A questo punto, abbandonare l’F-35 è politicamente impossibile. Produrre l’aviogetto riguarda 1300 fornitori con 133000 posti di lavoro in 45 Stati. Il Corpo dei Marines ha dichiarato che il suo primo squadrone di F-35 doveva essere pronto nel luglio 2015. L’Air Force dovrebbe dichiarare l’operatività a dicembre, e la Marina due anni dopo.
E’ sempre più difficile liquidare un programma quando è già in produzione e i servizi hanno deciso che è veramente importante completarlo“, aveva detto Gordon Adams, professore di politica estera presso l’American University, a Bloomberg. Job ha detto che c’è una sola soluzione per la traballante potenza aerea del Pentagono, continuare a comprare F-35 mantenendo in servizio anche i caccia più anziani, alcuni dei quali costruiti negli anni ’70, fino al 2040. L’esercito statunitense ritira generalmente i caccia dopo 30 anni di volo. Mantenerne alcuni per 70 anni sarebbe senza precedenti. Allora gli aerei potrebbero essere surclassati dai molto più moderni jet russi e cinesi. La prospettiva del 70.enne F-15 che combatte contro nuovissimi aerei russi fa venire i brividi ad alcuni congressisti, che segnalano la volontà di aggiungere altri 5 F-35 per il bilancio dell’Air Force del 2017, nonostante le recenti ammissioni sul fallimento del programma da parte degli alti ufficiali. “Non possiamo permetterci di pensare che il nemico assomigli alle minacce di guerre recenti, né possiamo supporre che i combattimenti futuri non richiedano un maggior numero di velivoli avanzati“, aveva detto il senatore Tom Cotton, repubblicano dell’Arkansas e presidente della sottocommissione servizi armati del Senato, a un’audizione sul bilancio dell’8 marzo.
Gli ufficiali possono confessare tranquillamente che l’F-35 non funziona come previsto perché, a questo punto, non c’è alcun modo con cui militari o Congresso possano rottamare il programma. L’equivalente aereo della fetta di torta… anche da mangiare.eurofighter_risultatoTraduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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