Se facciamo un’analisi onesta non possiamo non accorgerci che qualcosa si sta muovendo attorno alla nebulosa primordiale della protesta montante: gruppi più o meno organizzati parlano sempre di più e sempre più con cognizione di causa di argomenti prima lasciati al cimento di pochi intellettuali o giornalisti “di frontiera”, così come certe tematiche sono all’ordine del giorno su tantissimi blog presenti nell’universo mundi della rete.

Vero è che di dispersione di buone forze ce n’è tanta, ma almeno rispetto ad un decennio fa si comincia ad avere cognizione di questioni apparentemente lontane, ma che toccano negativamente la nostra vita di tutti i giorni.  Il riferimento più palese non può non essere che al mostro infetto del signoraggio monetario privato ed alla sovranità monetaria, autentiche metastasi sui corpi stanchi delle nazioni. Ma dall’epoca in cui il professor Auriti ne parlava e ne denunciava i perfidi effetti, di acqua sotti i ponti ne è passata un po’, così che dalla fase catacombale possiamo dire di essere ormai al livello dell’ apostolato. E speriamo di poter continuare almeno qualche altro anno, prima che diventi reato discutere anche di questo !
A nostro avviso c’è però un altro fronte da aprire, non meno delicato ed importante per intere comunità nazionali,  schiacciate da logiche mercantili fameliche. Ci riferiamo al ruolo preponderante in ogni attività economica svolto dalle grandi banche di affari. Qualcuno si è chiesto il perché a fronte di decine di grandi aziende in crisi o al collasso in giro per il mondo, le grandi banche d’affari continuano tranquillamente a navigare in buone acque? Oppure: come mai in Italia nell’ultimo anno sono sparite migliaia di realtà imprenditoriali nei piu’ svariati settori ma nemmeno una (dicasi una) banca è andata per aria ? Sembra impossibile ma è così: nessuna banca,  neanche quella della porta accanto,  figuriamoci quelle che movimentano miliardi di euro ogni anno.
In Italia abbiamo ancora fresco il caso Monte dei Paschi: se fosse stata una normale azienda, da tempo i libri sarebbero stati in tribunale e ci sarebbe stato un liquidatore.  E invece no. Al contrario si fanno alchimie con i soldi pubblici pur di non farla andare a gambe distese. Le motivazioni ? Ma come si fa a far fallire una banca con tre milioni di correntisti……e le migliaia di dipendenti ? Certo, tutte cose vere e comprensibili. Ma siccome ci hanno abituati a pensar male e siccome ogni volta che l’abbiamo fatto ci siamo accorti che facevamo bene a diffidare, anche questa volta vogliamo andare più a fondo rispetto a quelle che sono le verità più evidenti.
Ci siamo persuasi che le grandi banche d’affari servano ed operino incessantemente per garantire il perfetto funzionamento di un inconfessabile giro di intrallazzi ed affari sporchi che l’uomo della strada nemmeno riesce ad immaginare. Proviamo a fare un ragionamento semplice che ben rende l’idea di quello che andiamo dicendo e limitiamoci al caso dell’Italia. Tutti sanno che in Italia ci sono ben quattro organizzazioni criminali dedite ai peggiori traffici: traffico internazionale e spaccio di droga,  traffico di armi, smaltimento illegale di residui industriali, prostituzione e via di seguito. Tutti sanno che l’aggregato d’affari di queste belle consorterie raggiunge livelli equiparabili ad alte percentuali del prodotto interno lordo dell’intero paese; insomma roba da miliardi di euro ogni anno.
Fin qui nessuna novità,  visto che anche organi ufficiali come il Censis hanno messo nero su bianco il valore economico (presuntivo) dell’azienda Mafia. E qui scatta la nostra banale riflessione: ma se al cittadino comune viene imposta la tracciabilita’ di ogni sua operazione al di sopra dei mille euro, come fanno i boss delle mafie a far girare un fiume ininterrotto di denaro liquido che viene da traffici dove di certo la fatturazione non è prevista?
Sarà mai possibile che a nessun politico o uomo di stato sia venuto in mente di legiferare in tal senso ?
Vale a dire: se al pinco pallino di turno si fa il pelo ed il contropelo in nome della trasparenza e della lotta all’evasione, perché mai non si può sfondare il muro omertoso di un principio chiamato segreto bancario ? Perché mai si dovrebbe digerire l’idea che in nome della lotta all’evasione ed alla corruzione vi debba essere totale trasparenza dei movimenti bancari per un normale padre di famiglia ma poi lo stesso principio non debba valere per le attività bancarie eseguite conto terzi dietro al pagamento di altissime commissioni ?
Aspettarsi che qualche parassita seduto in parlamento si muova in questo senso è una speranza vana, anche con i novelli Masaniello del Grillo urlatore. Ad arrivarci con grande anticipo fu in verità un uomo, che aveva ben compreso certi meccanismi e li aveva resi manifesti. Si chiamava Giovanni Falcone e lo hanno fatto saltare in aria con mezza tonnellata di esplosivo proprio in uno stato dove c’è la più rigida e ferrea legislazione sulle armi. Si, ma pure questa per il cittadino comune !
A buon intenditor. ………
P.S. Su questo argomento dovremo tornare ed insistere molto.
Il Ghibellino
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