Da anni i comitati territoriali individuano nell’Ufficio del Commissario all’Emergenza Ambientale il vero e proprio porto delle nebbie dei rifiuti calabresi, ben prima che la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli illeciti legati al ciclo dei rifiuti ufficializzasse i disastri di questo ente straordinario e lo definisse “un sistema di potere non estraneo ad interessi politico-malavitosi”.
Circa quattro anni fa decidemmo in una assemblea della Rete per la Difesa del Territorio di portare alla luce tutto questo, e cominciammo a mettere la parola d’ordine “fine del commissariamento” in ogni nostra lotta, in ogni nostra battaglia.
Partimmo dal centro di smaltimento regionale, dal disastro dei disastri, la discarica di Pianopoli. A novembre 2010 organizzammo una grande manifestazione proprio nel piccolo centro del Catanzarese, una manifestazione partecipatissima che voleva aprire una fase di lotta e sensibilizzazione.
Commissario, Regione, Governo, restarono in religioso silenzio di fronte a liberi cittadini che urlavano di fermare lo scempio delle discariche e di 15 anni di poteri speciali inutili, così passammo alle maniere forti. A capodanno, fase di massima produzione di rifiuti, bloccammo la discarica di Pianopoli per denunciare che dopo 14 anni di commissariamento, di sprechi, di poteri speciali, bastava bloccare un tassello per mettere in crisi l’intero sistema dei rifiuti calabrese. Il re era gia nudo, e la notizia rimbalzo su tutti i media nazionali.
Ancora silenzio delle istituzioni e di tutte le parti politiche, tutte quelle che oggi criticano il commissariamento restarono in silenzio perchè l’ufficio speciale faceva comodo, permetteva di gestire milioni senza controllo e di agire senza rispettare le norme di tutela sanitaria. Arrivarono i referendum nazionali sull’acqua e sul nucleare, e noi decidemmo che in Calabria parlare di beni comuni ed energia, parlare di democrazia, imponeva di parlare anche di rifuti. Era il 2011, facemmo una campagna regionale “MO BASTA: delle nostre vite decidiamo noi” proponendo due si ed un no: il primo si era per ripubblicizzare l’acqua; il secondo si era contro il nucleare; il no era per il Commissariamento all’emergenza rifiuti.
Vincemmo i referendum, e ci restava solo un’altra battaglia da vincere, quella per la fine del commissariamento. Finiti i referendum cominciammo una campagna asfissiante su questo argomento: d’improvviso il commissariamento all’emergenza ambientale divenne fatto conosciuto dai calabresi mentre prima di questa campagna il 95% dei cittadini non sapeva neanche di essere commissariata.
Murammo simbolicamente l’ufficio del commissario, in nome del popolo calabrese.
E poi siamo tornati per le strade, siamo tornati a far parlare la gente. La grande manifestazione di Crotone, il 12 Novembre 2011, l’unica manifestazione d’Italia che per parola d’ordine non ha un “NO” ad un impianto, ma ha un “SI” alla democrazia, ovvero l’unica manifestazione convocata appositamente per la FINE DEL COMMISSARIAMENTO ALL’EMERGENZA AMBIENTALE IN CALABRIA.
La risposta dei calabresi a questo argomento così complesso e sconosciuto, per quanto grave e scandaloso, è stata questa: il tragitto tra la discarica di Farina Trappeto ed il centro di Crotone è stato percorso da 5000 calabresi. Una giornata di lotta, dignità e democrazia.
E prima della fine del 2011, un’altra manifestazione a Cariati, contro la Discarica di Scala Coeli e per la fine del commissariamento, lo stesso striscione che ha sfilato a Crotone.
Una delibera proposta ai comuni per chiedere la fine del commissariamento a quel punto aveva avuto la sottoscrizione di decine e decine di sindaci e amministrazioni. A Gennaio sembra non arrivare la proroga, gettando nel panico l’Assessorato Regionale all’Ambiente che confessa in un incontro con i sindaci “ho implorato Clini, Ministro all’Ambiente, di farsi portavoce con Monti per prorogare il Commissario, non siamo in grado di gestire i rifiuti”. L’Assessore poi negherà questa affermazione, ma il commissario fu prorogato, seppure con tre mesi di ritardo, dopo che gli organi giudiziari avevano annullato due ordinanze dell’ente commissariale perchè invalide. Nuovo scandalo, nuova lotta.
Cariati, 16 Giugno 2012. Per le strade del borgo marinaro del basso ionio sfilano comitati di tutta la regione.
Ferragosto 2012, assessori e ministri in vacanza si sono svegliati male, bloccate le discariche di Alli e di Pianopoli, ancora una volta il sistema rifiuti speculativo-mafioso della Calabria è in tilt.
Sono decine le altre manifestazioni, sit-in, conferenze, incontri tenuti in tutta la Calabria per il raggiungimento di questo obiettivo. Qaalche centinaio i comunicati per la fine del commissariamento. Ora, dopo 15 anni di regali alla ‘ndrangheta e di scempi ambientali, il commissariamento è finito, e la politica ha avocato a se la responsabilità dei rifiuti. Ora cominciamo a divertirci.
fonte: Difendiamo la Calabria