Anche la Pdvsa venezelana e le compagnie di India e Malesya giocheranno un ruolo importante nelle perforazioni petrolifere a Cuba

Continua l’espansione cinese nel continente americano. Questa volta Pechino sbarca a L’Havana e strizza l’occhio alla compagnia petrolifera nazionale, la Cupet (Cubapetroleo).

Un viaggio importante quello cinese ai Caraibi perchè potrebbe segnare l’inizio di una nuova vita per l’economia cubana e una nuova aree commerciale per Pechino.

China National Petroleum, la compagnia petrolifera nazionale, infatti, ha negoziato una serie di accordi commerciali con l’Havana per iniziare alcune perforazioni nelle acque territoriali cubane nel Golfo del Messico. La conferma arriva dal direttore delle esplorazioni dell’azienda cubana, Guillermo Hernandez Perez.

L’accordo fra le parti, che non è piaciuto assolutamente agli Stati Uniti che non vedono di buon occhio le perforazioni a poca distanza dalle coste della Florida, prevede che entro la fine del 2011 una piattaforma della spagnola Repsol costruita in Cina, inizi a lavorare per verificare la presenza di greggio nelle acque cubane. “La Repsol perforerà almeno un pozzo entro l’ultimo trimestre di quest’anno. Solo dopo potremmo capire cosa accadrà” ha detto Hernandez.

In ogni caso la piattaforma Scarabeo 9 dovrebbe arrivare nella acque cubane entro e non oltre la fine di settembre, quando inizierà a perforare avvalendosi anche della collaborazione della Petronas (Malesya) e di una unità dell’indiana Ongc (Oil and Natural Gas Corporation Limited).

La Cina è il secondo partner commerciale dell’Havana e la sua economia è seguita e studiata con molto interesse dal presidente Raul Castro. Grazie all’amicizia che da anni esiste fra i due stati, prossimamente verrà firmato un accordo che prevede lavori per l’espansione dell’area industriale di Cienfuegos, dove esiste una grande raffineria. Inoltre, il progetto prevede la costruzione all’interno della raffineria di impianto per la lavorazione del gas.

Il progetto nel suo insieme prevede che le prime perforazioni avvengano a circa cento chilometri di distanza dalle coste della Florida, ovviamente in acque territoriali cubane. Logico e aspettata la preoccupazione Usa dopo le vicende tragiche che hanno riguardato l’esplosione della piattaforma della Bp.

Un programma ricco di progetti ambiziosi che potrebbero avere un costo faraonico, si parla di cifre che si aggirano intorno ai 6 miliardi di dollari Usa, quasi tutti messi a disposizione da Pechino e da un’altra azienda storicamente legata a Cuba, la Pdvsa, la compagnia petrolifera statale venezuelana.

Inizia una nuova fase storico-politico-economica per Cuba e il ruolo che un tempo, in piena guerra fredda e prima della caduta del Muro di Berlino, era dell’ex Unione Sovietica, oggi, è stato traslato nelle mani di Pechino.

 

Alessandro Grandi

Peace Reporter

 

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