di Antonio Criscione – 10 Marzo 2016

Sui mutui un richiamo forte di Bankitalia alle banche:?se i tassi di riferimento sono negativi, lo spread concordato con il cliente deve partire dal valore negativo e non da zero e le banche devono restituire quanto finora pagato in più dai mutuatari. A meno che il “floor” non fosse stato previsto nel contratto iniziale.
In una lettera inviata qualche settimana fa agli istituti di credito, Via Nazionale ha ammonito gli intermediari e li ha invitati ad «attenersi a uno scrupoloso rispetto della normativa di trasparenza e correttezza delle condizioni pattuite con la clientela». E precisa: «In particolare gli intermediari dovranno astenersi dall’applicare di fatto clausole di “tasso minimo” (“floor clause”) non pubblicizzate e non incluse nella pertinente documentazione di trasparenza e nella modulistica contrattuale». Se si guardano i tassi euribor a uno, tre e sei mesi, ovvero quelli più comunemente utilizzati per i mutui a tasso variabile, attualmente sono negativi. Cosa succede per chi ha il mutuo a tasso variabile? Una parte dello spread va “annullata” per portare a zero il valore del tasso. Piuttosto semplice no? E invece Bankitalia lamenta che come siano giunte a via Nazionale delle lamentele in questo senso:?quando il tasso va sotto zero, lo spread “riparte” invece da zero. Lettere di questo tipo sono giunte anche alla redazione di Plus24, l’inserto di risparmio del sabato del Sole 24 Ore (per segnalare casi alla redazione si può scrivere a plus@ilsole24ore.com).
Un problema che dunque si pone per chi ha acquistato casa e non è solo teorico…
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