Dopo un’estate di decapitazioni e bombardamenti, ci risiamo. Parlo della moda mediatica post-undici settembre che si pensava esaurita con il ritiro degli americani dall’Irak, delle campagne islamofobiche di quotidiani come Libero e Il Giornale e dell’immancabile Magdi Allam.  Di quest’ultimo – sottoposto ad un procedimento disciplinare dell’Ordine dei Giornalisti per i suoi articoli islamofobici pubblicati su Il Giornale – scrissi un anno fa che “A questo personaggio, la cui breve carriera sarebbe poi sfociata nel ridicolo spettacolo di conversioni e deconversioni a mezzo stampa, va  il merito di aver costretto musulmani e islamisti (e sono due cose diverse) nella stessa trincea per fare fronte comune alle sue ridicole affermazioni”.
E, puntualmente, proprio quando i musulmani cominciavano a rendersi conto delle malefatte dell’Islam politico e dei mostri che genera, dai Fratelli musulmani all’ISIS, parte la campagna islamofobica che mette tutti i musulmani nella stessa cesta, addossando all’Islam in quanto fede ogni colpa. Dalle decapitazioni dell’Isis ai razzi di Hamas. Costringendo cosi, ancora una volta, i musulmani anti-islamisti a tornare in trincea contro l’islamofobia invece di dedicarsi a combattere l’integralismo. Dopotutto I migliori alleati degli integralisti islamici, sono proprio gli integralisti dell’altra sponda.
In effetti la campagna islamofobica che accomuna Islam e decapitazioni, di fatto dando ragione agli sgozzatori dell’ISIS, è il migliore aiuto che Il Giornale e Libero potevano dare alla campagna reclutamento di questi fanatici. Quelli non vedono l’ora che i musulmani che vivono in Occidente si vedano discriminati e odiati affinché emigrino nel “califfato” o decidano di fare i kamikaze, e loro cosa ti fanno? Danno all’opinione pubblica ogni buona scusa per odiare anche il kebabbaro sotto casa.
Eppure secondo un magistrato che difende Magdi Allam con un insulso editoriale su Libero l’islamofobia sarebbe una “realtà inventata” visto che “non vi è nessuna “islamofobia” in Italia. Nessuno è discriminato in quanto musulmano nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli asili, negli ospedali. Al più possono incontrare difficoltà in quanto stranieri ma non in quanto musulmani”. Perfetto: lo dica ad Aisha Mesrar, consigliere comunale che, dopo essere stata protetta da una scorta, ora deve lasciare l’Italia per le minacce di morte ricevute. O a Doha Badrane, prima ragazza marocchina completare i suoi studi in medicina ed ad essere abilitata alla professione in Italia, il cui successo è stato commentato come l’inizio dell'”islamizzazione dell’Italia”.
La cosa preoccupante è che anche la cosiddetta “sinistra” partecipa alla corsa al massacro. In maniera più elegante certo, secondo la massima Mentre la Destra dice che i negri puzzano, la Sinistra afferma che hanno un odore leggermente sconcertante”, ma lesito è lo stessoImbarazzante l’esempio di Gad Lerner che da un po’ di giorni scrive dell’Isis, e ogni volta che lo fa ci infila una frase del tipo “Cominciamo a dirglielo a voce alta, che calpestano il Corano e gli insegnamenti del Profeta. Soprattutto, comincino a dirglielo i veri musulmani” insinuando che “Il jihadismo gode di giustificazioni e indulgenze all’interno della galassia islamica”. Evidentemente, Lerner non è a conoscenza delle posizioni delle massime autorità religioseislamiche in Egitto, Turchia, Siria, Arabia Saudita, USA e Gran Bretagna. Più musulmani di loro, proprio non si può.
Ma ciò che è ancora più imbarazzante ed allarmente è il suo articolo (con un titolo che è già tutto un programma: “Quanto consenso riscuotono i tagliagole dell’Is fra i musulmani d’Italia?”) dove chiede la condanna dell’Isis da parte dell’Ucoii e delle organizzazioni islamiche. Un articolo in cui compare la seguente chicca: “Non sarà che i portavoce islamici d’Italia abbiano riscontrato, tra i frequentatori delle moschee, un consenso diffuso per i tagliagole criminali tale da sconsigliare loro una solenne dissociazione pubblica?”. 
Peccato che l’Ucoii abbia condannato con un comunicato pubblico le efferratezze dell’ISIS già ad agosto. Quando lo si fa notare a Lerner però, il nostro risponde: “La sostanza dei miei rilievi non cambia, perchè continua a pesare l’assenza di iniziative pubbliche rilevanti”. Cioè? Devono farsi crocifiggere in piazza? Ora come i miei lettori sanno, tra me e le organizzazioni islamiste non c’è molto feeling. Un loro esponente disse pubblicamente che il mio nome era “da ricordare come un bugiardo e un infame”, visto che le nostre posizioni sulla situazione politica in Egitto divergono. Ma ciò non mi impedisce di strabuzzare gli occhi davanti alle insinuazioni generiche ed imbarazzanti avanzate da Lerner, che coinvolgono tutti i fedeli musulmani e non solo le leadership delle organizzazioni islamiste. Se questa è la sinistra antirazzista, non lamentiamoci poi di quello che fa la destra.
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