Il nuovo accordo Ue-Marocco, recentemente stipulato, danneggerà le regioni italiane maggiormente dedite alla coltivazione di agrumeti e dell’ortofrutta in generale ma ad essere colpita sarà tutta la produzione agroalimentare nazionale. L’accordo prevede infatti la completa liberalizzazione delle importazioni marocchine. Un problema questo, che sembra aver recepito solo il M5S, come dichiarato dal deputato europeo alla commissione agricoltura Giuseppe L’Abbate :” A Bruxelles però i rappresentanti dei maggiori partiti politici italiani sembrano non aver percepito il problema. Anzi hanno dato il loro avallo alla stesura di un accordo che rischia di compromettere in maniera irreversibile una già difficile realtà produttiva e di mercato”
Questo succederebbe perché l’entrata in vigore nei termini stabiliti dall’accordo farebbero si che si verrebbe a creare una situazione di concorrenza sleale non solo per quanto riguarda i prezzi di entrata di alcuni prodotti, come dimostrano le precedenti irregolarità già segnalate peraltro, ma anche con riferimento alle normative in materia di lavoro e sull’ambiente.
Duro il commento del deputato pentastellato dopo il voto in commissione: Sono davvero questi i rappresentanti che i cittadini vogliono ai tavoli europei? Parlamentari che dimostrano incapacità di visione strategica del mercato nazionale agricolo o, peggio, ignorano consapevolmente le conseguenze negative sul Paese”.
Inoltre il parlamentare grillino si sofferma ad analizzare i termini dell’accordo e cosa comporterà: “Tutto ciò non può essere ignorato e per questo in più di una occasione abbiamo chiesto al Governo nazionale di intervenire per ridiscutere i termini dell’accordo o di appellarsi alle clausole di salvaguardia previste. Nessuno ci ha prestato attenzione, ma adesso potremo far sentire finalmente la voce e la forza dei cittadini italiani direttamente in Europa. La nostra visione dell’agricoltura è chiara: rafforzare il Made in Italy, le nostre produzioni tradizionali e locali ed essere il meno possibile dipendenti dall’estero. E faremo di tutto affinché l’Europa ci ascolti”.
Per un paese come il nostro con un economia già a pezzi, una delle poche speranze e sicurezze che abbiamo è quello della terra e dell’agricoltura, ma qualora dovesse essere intaccato seriamente anche questo settore sarebbe un ulteriore duro colpo per la nostra “eventuale” ripresa, in un Europa che ancora fatichiamo a capire.
Tratto da:http://www.euroscettico.com
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