È stato acceso in Marocco Noor1, il primo lotto del più grande impianto solare al mondo: obiettivo del Governo di Rabat è quello di portare il paese verso un’indipendeza energetica… green.

Gli specchi parabolici seguono il movimento del Sole durante la giornata e ne concentrano il calore sul tubo dove scorre l’olio.



Gli specchi parabolici catturano l’energia del sole e la concentrano riscaldando dei tubi all’interno dei quali scorre olio. L’olio caldo viene utilizzato per produrre vapore e mettere in moto le turbine che generano l’elettricità.
BOLLETTE MENO… SALATE. Il calore dell’olio viene inoltre impiegato per riscaldare fino a 500°C grandi quantità di sale. A queste temperature il minerale si scioglie conservando così il calore che può essere impiegato per far funzionare i generatori per circa tre ore anche con il buio.
In questo modo la centrale riesce a garantire la produzione di energia per 20 ore al giorno.
Il complesso sfrutta tre diverse tecnologie: un sistema a concentrazione solare da 160 MW (quello appena acceso); un impianto solare termodinamico a specchi parabolici da 300 MW; una serie di collettori parabolici a cilindro da 150 MW complessivi.
Secondo il Climate Investiment Fund, che ha finanziato il progetto con 435 milioni di dollari sui 9 miliardi complessivi, questa centrale avrà fin da subito l’effetto di far crollare fino al 44% il costo dell’energia elettrica in tutta l’Africa settentrionale.
Per il Marocco, che oggi soddisfa il 97% del proprio fabbisogno di energia elettrica grazie alle importazioni dall’estero, si tratta di un grande passo verso l’indipendenza economica. Il Governo del paese punta a produrre il 42% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2020.
Fonte: Focus