CHAMOIS (Valle d’Aosta) – Nel centro abitato più alto della Valle d’Aosta si arriva solamente a piedi o in funivia. Si risale la vallata delle Marmore e, una volta giunti a Buisson, la funivia conduce ai 1836 metri di questa località invisibile dal fondovalle. Niente auto, solo gente che passeggia o va in mountain bike d’estate e slitte, sci e ciaspole d’inverno.
CIVITA DI BAGNOREGIO (Viterbo) – Questo borgo del viterbese si trova su di una collina che sta diventando progressivamente più piccola a causa dei fenomeni erosivi. Il borgo – abitato da una decina di persone – è chiamato la città che muore proprio a causa di questo fenomeno di progressiva sparizione dei limiti del centro abitato che dal 1965 è raggiungibile da un ponte pedonale di cemento armato.
CIVITA DI BAGNOREGIO (Viterbo) – È da tempo attiva una petizione per far sì che Civita di Bagnoregio sia proclamata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
CORNELLO DEI TASSO (Bergamo) – È una località della provincia di Bergamo che conserva la struttura urbanistica tipica delle montagne orobiche. Si raggiunge a piedi solamente attraverso delle mulattiere. Sorge su un antico sperone roccioso a picco sul fiume Brembo, lungo il tracciato della Via Mercatorum. Nel borgo è presente il Museo dei Tasso e della Storia postale che conserva ricordi della nota famiglia di Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata e sulla storia dei servizi postali e di tutte le tecnologie che hanno permesso di superare l’invio delle lettere come unico mezzo di comunicazione.
L’Italia è un paradiso di borghi arroccati su colline e montagne o a picco del mare. Fra questi borghi ce ne sono alcuni nei quali le auto e le motociclette sono vietate e l’unico modo per giungere a destinazione è farlo con le proprie gambe, camminando o in sella a una bicicletta, oppure con mezzi che non contribuiscono all’inquinamento ambientale, come le funivie di Chamois.
Nella fotostory di apertura tre punti di grande interesse naturalistico ed etnografico in Valle D’Aosta, Lazio e Lombardia.
Pubblicato su Ecoblog.it 15 febbraio 2016
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