-Il modello utilizzato in Grecia negli ultimi decenni è stato totalmente sbagliato. Lo sviluppo si basava su un eccessivo indebitamento, eccessivo consumo e corruzione. Questo modello ha fatto accumulare ricchezza libera da tasse per pochi e debiti per la maggior parte delle persone, così come per il settore pubblico. La crisi di questo modello ha coinciso con la crisi globale del 2008, causando un problema di credito. Il governo di George Papandreu ha visto in questa crisi l’opportunità di ricorrere al meccanismo di sostegno dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, e ha firmato il memorandum. Questo ha causato la distruzione totale: a causa delle condizioni imposte da questo memorandum, l’economia sta affrontando una pesantissima recessione, e la società greca sta soffrendo.
La sua principale richiesta oggi è quella di annullare il memorandum. Perché è così sicuro che l’UE sarebbe disposta ad accettare?
-La politica di austerità è fallita perché sta portando la Grecia verso la bancarrota e questo è qualcosa che tutti stanno cominciando a capire. Le voci per un cambiamento nella politica riguardante la crisi del debito sta crescendo in tutta Europa. Questo dà alla Grecia spazio per la negoziazione. La nostra intenzione è di denunciare il memorandum e rinegoziare il debito con i nostri creditori.
Chi sono i suoi alleati in Europa?
-I nostri alleati, in primo luogo sono le persone che vedono un futuro incerto, un futuro legato alle politiche di adeguamento. Oggi le conquiste sociali degli ultimi 50 anni sono in pericolo in Europa, e la Grecia è la cavia di un progetto più ampio di regressione sociale.
Per questo i cittadini europei possono far pressione sui loro governi per essere dalla nostra parte nel contestare la politica dominante.
Lei dice che vuole rimanere nella zona euro. Ma essendo il favorito per vincere le prossime elezioni, si parla nell’UE di un possibile “Grexit”.
– La minaccia di lasciare l’euro è uno sforzo coordinato per fare pressione e minacciare il popolo greco e cancellare il messaggio delle elezioni del 6 maggio. Eppoi la gente ha votato contro le misure di austerità e contro i partiti che le hanno implementate. La verità è che il costo dell’eliminazione di qualsiasi paese dell’UE sarebbe immenso per tutta la zona euro.
E’ pronto per un default della Grecia, come quello dell’Argentina?
– Se c’è un cammino sicuro verso il default, è quello che stiamo seguendo oggi. Il popolo greco ha capito come stanno andando le cose. E per questo è deciso a intervenire per impedire il crollo.
In Europa
Sembra che per Lei lasciare la zona euro sarebbe la cosa peggiore che potrebbe succedere alla Grecia.
– Tornare alla dracma non è un’opzione. La soluzione non è l’isolamento né convertire i lavoratori di altri paesi europei da alleati a concorrenti. Attraverso misure di austerità severe non esiste una soluzione alla crisi e non ci sarà alcuna uscita in futuro, se continuiamo su questa strada. La Grecia ha da combattere in Europa.
Qual’è lo scenario peggiore secondo Lei?
– Che le cose continuino come ora. Con l’attuale politica, il debito della Grecia non è vitale, e senza un cambiamento nella società, continuerà a soffrire per decenni. Questo è un piano per trasformare la Grecia in un paese coloniale, con la povertà e senza sovranità sulle proprie risorse produttive.
Tornerebbe alla dracma?
– Un ritorno alla nostra moneta nazionale, accadrà solo se crolla l’euro. L’espulsione della Grecia dall’euro sarebbe una catastrofe per l’intera economia europea. Il problema greco è principalmente un problema europeo e solo come tale può essere risolto con successo ..