Vanno sempre peggio le cose per Emmanuel Macron. Mercoledì il Presidente francese avrebbe dovuto concedersi un bagno di folla durante una tappa del Tour De France ma l’ultima “débâcle” del proprio entourage lo ha riportato a più miti consigli. La débâcle è rappresentata dallo
Il dogma capitalista neo-liberale pervade i media ufficiali. Un esempio tipico è la copertura della clamorosa vittoria di Andrés Manuel López Obrador nelle elezioni presidenziali del Messico. Riferendosi al presidente eletto col suo acronimo comunemente usato (AMLO), i giornalisti Azam Ahmed e Paulina Villegas
Un Corbyn molto più sull’exit che sul remain. Anche durante la sua campagna elettorale aveva sostenuto che era meglio stare fuori dalla Ue.
I leader di entrambi partiti – repubblicani e democratici – stanno negoziando un accordo che prevede nuove sanzioni economiche contro il Cremlino e Iran.
In poco più di un anno dalla fondazione, En Marche! ha conquistato tutto, Eliseo e Assemblea Nazionale. Di fatto, un regime.
Le ragioni e le circostanze che hanno fatto del LREM il primo partito a pochi mesi dalla sua creazione a tavolino sono svariate, ma non è la popolarità .
Macron ha un progetto: uscire dallo ”stato d’emergenza” in vigore dall'attentato di Charlie Hebdo, facendolo diventare lo stato normale e permanente.
Le grandi banche e le grandi istituzioni finanziarie e assicurative saranno sottoposte a minori controlli rispetto a quelli dell’amministrazione Obama.
Il partito conservatore del primo ministro ottiene meno seggi delle consultazioni precedenti. Il leader laburista invita l'avversaria a lasciare.
L’obiettivo principale di Abe è ottenere una significativa revisione dell’Articolo 9 tale da consentire al Paese di superare il paradigma pacifista.
Cosa c'è dietro il discorso di domenica, siamo di fronte ad una svolta storica o la Merkel sta facendo campagna elettorale a spese dell'europeista Schulz?
Il fattore terrorismo è entrato nel dibattito politico inglese e il susseguirsi di attentati è una delle cause principali del declino dell’attuale premier.
La costante discesa nei sondaggi del Partito Conservatore britannico in vista delle elezioni del prossimo 8 giugno sta producendo una reazione frenetica.
Se avesse vinto la Clinton avremmo avuto una vera e propria vipera al comando del mondo. Ma da questo zuzzurellone ci saremmo aspettati qualcosa di più.
La visita a Washington del ministro degli Esteri russo ha innescato un furioso attacco contro Donald Trump, col chiaro intento di paralizzarne l’azione.
La terza batosta consecutiva incassata in altrettante elezioni regionali sembra avere già fatto deragliare il treno del Partito Social Democratico (SPD).
Ormai a poche ore dal voto del 19 maggio, gli iraniani fremono e la febbre del venerdi sera elettorale sale a dismisura.
Potrebbe essere necessaria un’opera “gramsciana” di penetrazione di quadri dirigenti del FN nei corpi sociali e nella parte produttiva del Paese.
Una fetta della sinistra, costretta a votare e far votare un uomo ambiguo che, uscito dalle proprie fila, si è accordato da solo con il neoliberismo.
Il sindaco di Teheran e candidato alle elezioni presidenziali, ha annunciato il suo ritiro dalla corsa presidenziale e il suo sostegno al candidato Raeisi.
La mossa del presidente Nicolas Maduro non solo è conforme alla Costituzione, ma ha l’obiettivo di «porre fine alla polarizzazione e al conflitto politico».
Trump sarebbe sempre più irritato verso McMaster, che non riesce a dialogare durante i briefing con il presidente.
La rapida ascesa dell'enfant prodige della politica francese fra banche d'affari e scuole d'élite raccontata da Der Spiegel.
Quanto verrà fatto da Macron ricalcherà le idee di Attali spiegate nel saggio in oggetto, vale la pena spiegarvi quale può essere la strategia eurofrancese.
Da anni è ripetuto che il successo tedesco era nelle riforme del mercato del lavoro, di 10 anni fa, ma la disuguaglianza sociale e la povertà aumentano.
A leggere certi giornali sembrerebbe quasi un'alba rivoluzionaria, l'elezione a Presidente della Francia del sodale dei Rothschild e di Jacques Attali.
La premessa è che questo signore non solo supporta Macron ma ne è il suo principale mentore insieme alle sue teorie, uno dei padri dell’euro.
Marine ha deciso di intraprendere una strada complicata ma forse vincente. Innanzitutto, la sua decisione di non essere più leader del Front National.
Se fossi francese voterei la Le Pen. La voterei da marxista senza se e senza ma. E prima di invocare il pericolo nazista, guardiamo al vero neonazismo.
Da un lato Macron promette di imporre l’austerità al settore pubblico, eliminando 120.000 posti in 5 anni; d’altra parte promette importanti investimenti.
Se perde la Le Pen, l’Europa diventerà definitivamente la prigione dei popoli. Se vince Macron, le oligarchie uccideranno il populismo, per sempre.
A contendersi l’Eliseo, dunque, sono due destre: quella tradizionale, rappresentata dal Front national, e quella tecnocratica di Macron.
I banchieri della City hanno fatto un ottimo lavoro in pochissimo tempo. Hanno costruito il prototipo politico perfetto, un po’ burocrate un po’ banchiere.
I Guarimberos, figli e nipoti dell’oligarchia inconcludente del paese con le maggiori risorse petrolifere del pianeta si esercitano da anni alla guerriglia.
Sono i due candidati presidenti più votati che si sfideranno il 7 maggio per conquistare l'Eliseo. Con i sondaggi che già danno Macron vincente.