di GIANLUCA MONACO  12/06/2013
Lo andiamo dicendo da anni e i fatti ci stanno dando ragione: L’euro è una moneta di serie B perché opera in un mercato disorganico; il mercato europeo, infatti, manca delle fonti di energia. Solo gli economisti senza cultura possono ritenere l’euro moneta idonea a consolidare le prerogative della sovranità. Per fare un paragone, oggi l’euro è come una fabbrica che può produrre tutti i beni di prima necessità tranne uno; l’euro può comprare tutto tranne il petrolio, e quando l’Europa ha bisogno di petrolio deve usare il dollaro. La storia, maestra di vita, ha insegnato che nel momento in cui l’Europa stava completando l’organicità del mercato con l’apertura ai mercati orientali, l’America è intervenuta nel Kossovo con il ridicolo pretesto di combattere il contrabbando di petrolio. L’America inventò le armi chimiche di Saddam perchè l’Iraq voleva vendere petrolio quotato in Euro. La NATO, braccio armato dell’America, è intervenuta in Libia contro Gheddafi che aveva stretto accordi energetici e quotazioni in EURO . Ecco perché l’euro non può assumere altro che la funzione di moneta coloniale. Sono trascorsi più di undici anni da quando abbiamo affermato che il dollaro avrebbe disintegrato l’euro per due motivi: perché aveva interesse a farlo, e perché ha la forza per farlo. Il risultato della strategia monetaria, imposta al mercato europeo dai vertici della Federal Reserve Bank, fu previsto da Giuseppe Palladino che lo definì stagflazione, che vuol dire ristagno economico e sottovalutazione monetaria, oggi impropriamente indicato come inflazione, che si ha quando la quantità di moneta in circolazione è troppo abbondante rispetto agli incrementi produttivi. Lo stesso Professor Palladino scrisse a proposito: “Il potere della moneta- Fondamentalmente il valore di una moneta dipende dall’efficienza del sistema industriale del paese di cui essa è determinante. La valuta moneta rappresenta il mezzo di pagamento per acquistare beni e servizi di un paese e il suo valore è determinato dalla domanda e dall’offerta: maggiore l’offerta, minore è il suo valore, maggiore la domanda, più elevato è il suo valore. Se un paese possiede un settore produttivo efficiente, in grado di fornire beni e servizi che altri paesi desiderano acquistare, aumenterà la domanda delle sua valuta rispetto ad altre valute facendole levitare il prezzo: il tasso di cambio. Per questo motivo il dollaro nel change ha meno valore della sterlina e dell’euro. Il valore del dollaro USA e dunque il destino dell’America, dipende dal rilancio della sua politica industriale e dalla riduzione del debito pubblico. In una economia di mercato le speculazioni produttive verrebbero in maniera autonoma ostacolate dalla caduta dei prezzi e dall’aumento dei costi e la conseguente produzione in maniera spropositata libererebbe risorse per quei settori economici la cui produzione è scarsa. Solamente il libero mercato è in grado di creare la produzione di beni in grado di soddisfare in modo equilibrato la domanda ed eliminare gli eccessi produttivi. I paesi alleati degli USA si stanno accorgendo che, perso lo strapotere industriale, l’America non può far altro che indebitarsi per acquistare beni che ormai non può produrre. Il problema che si propone è che non sarà più neppure in grado di restituire agli altri paesi i debiti contratti per acquisire questi beni.” Oggi la moneta è scarsa e sottovalutata, sicché si ha una doppia spinta verso la povertà, perché la moneta è poca e vale poco. I grandi usurai l’ hanno concepita così perché vogliono espropriare i popoli, indebitandoli del loro denaro, peraltro rarefacendolo con tecniche bancarie usurocratiche. L’Europa è sotto la spada di Damocle del grande usuraio esattamente come l’Argentina. L’unica risposta a questa aggressione della grande usura è la proprietà popolare della moneta, ovvero togliere la proprietà della moneta alla Banca Centrale (una società privata) e attribuirla ai popoli all’atto dell’emissione.
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