Di Sherif El Sebaie
Dalle reazioni ipocrite del mondo della politica e dei media, è facile prevedere come andrà a finire: il rogo ai campi rom è frutto dell’ “esasperazione” degli abitanti, la tragica conseguenza di un gesto “adolescenziale”, mentre la caccia al senegalese di Firenze è opera di un pazzo isolato. Un “pazzo” che gira i mercati selezionando accuratamente le vittime sulla base del colore della pelle.
E invece non è cosi: il pogrom anti-rom e la caccia al senegalese sono il frutto della sistematica demonizzazione politica e mediatica, e della successiva auto-assoluzione. Un processo demenziale, in atto a livello europeo, a cui spesso e volentieri contribuisce una Giustizia cieca – nel senso letterale del termine – che assolve i diffamatori condannando invece i diffamati e chi si azzarda a difenderli.
E lo fa per farci sapere che la protagonista si è “scusata con una lettera e su Facebook ma non è vero che mi vergogno, potete scriverlo per favore? (…) Mi sono già scusata, che altro devo fare? Sparire? Darmi fuoco?”.
Per carità: in questo paese sono gli immigrati che devono darsi fuoco da soli. Vi risparmieremmo la fatica e lo pseudo piagnisteo.