Imprenditoria Libertaria
La libertà è una ideologia per tutti. Ne beneficiano tutte le persone ed i gruppi i cui obiettivi non richiedono l’oppressione. Tutte le obiezioni alla libertà hanno semplicemente stimolato più immaginari in cui sono possibili organizzazioni volontarie e hanno mostrato chiaramente quanto siano migliori nel fornire servizi originariamente pensati per essere erogati dallo stato. I movimenti una volta credevano di essere del tutto incompatibili con il libertarismo, come il femminismo e l’ambientalismo1, ora invece hanno ramificazioni che si rifanno al pensiero libertario. La libertà è un acido universale.
Eppure le persone non ascoltano. L’ideale di libertà è troppo astratto per loro: la maggior parte delle persone ha bisogno di sperimentarla prima che possano desiderarla. Per esempio, quando venne inventato Napster, improvvisamente le persone di tutto il mondo poterono ignorare l’oppressione dei diritti d’autore. Assaggiarono la libertà e il sapore era dolce. Dopo averla sperimentata, non ci avrebbero rinunciato.
L’obiettivo dell’imprenditore libertario è di dare agli altri quel gusto, non influenzandoli con la politica ma rendendo la politica irrilevante. Si tratta di costruire beni strumentali per l’agorismo, in modo che possa essere portato alle masse. Ciò richiede un approccio di principio che è più circoscritto rispetto all’assioma di non aggressione ma senza contraddirlo. Vi è di più per essere preoccupati se una organizzazione è volontaria: due forme di organizzazione possono essere altrettanto volontarie ma diseguali nella loro vulnerabilità agli attacchi dello stato.2
Ad esempio, supponiamo che la gente in una comunità voglia adorare una impresa i cui servizi richiedano la consegna di terre ed armi nelle sue mani. Tale sistema potrebbe, in teoria, rimanere del tutto volontario, ma solo un pazzo potrebbe pensare che sia probabile. Tale impresa sarebbe facilmente corruttibile, o trasformandosi in uno stato oppure accordandosi con uno stato esistente. Non ci sono motivi per criticare tale impresa in base a motivi strettamente libertari, ma nel momento in cui inizierebbe a comportarsi in modo coercitivo, potrebbe essere troppo tardi. Considerando che l’imprenditore libertario dovrebbe opporvisi sin dall’inizio, diverrebbe urgente sviluppare un modello di business alternativo affinché competa con questo.
L’imprenditore libertario dovrebbe individuare quei settori con il maggior livello di rischio e cercare di trasformarli in qualcosa di meno rischioso. Ci sono tre modi in cui un settore può essere rischioso. In primo luogo, se lo stato ne trarrebbe particolarmente nel controllarlo. Ci sono alcuni settori che allo stato piacciono più di altri: la polizia, l’istruzione e il trasporto sono particolarmente rischiosi. In secondo luogo, se il settore è particolarmente centralizzato. Lo stato deve solo entrare in collusione con i suoi più grandi giocatori al fine di prenderne il controllo. In terzo luogo, se il settore funziona in modo da promuovere la dipendenza dei clienti. Se è troppo scomodo passare da una azienda all’altra, allora le persone saranno inclini a rimanere dipendenti da essa nonostante vengano danneggiate.
Se un’idea imprenditoriale vuole trovare spazio, deve essere attraente per le persone che non si preoccupano dello stato. E’ inaccettabile proporre che la gente smetta semplicemente di mettere i soldi nelle banche e che commerci solo in monete d’oro, come fecero sia Rothbard che Mises. L’imprenditoria libertaria deve aumentare la divisione del lavoro e ridurre il rischio. Malgrado il successo del movimento homeschooling, non potrà mai contestare direttamente il controllo delle scuole pubbliche sui bambini. Un’idea che promuove l’atomismo rende tutti più poveri. Non è un gioco da ragazzi, edè anche controproducente alla fine. I solitari non hanno alcuna possibilità contro lo stato.
La strategia, quindi, è quella di promuovere il decentramento consentendo alle persone di coordinarsi tra loro mediante un sistema condiviso di regole o tradizioni, piuttosto che attraverso un mediatore. Promuovere l’indipendenza da particolari organizzazioni attraverso la promozione di una maggiore dipendenza dalle reti e dalla società nel suo complesso.
Cripto-Anarchia
Il movimento cripto-anarchico3, che sin dall’inizio si è basato sulla teoria anarco-capitalista4, può essere riassunto dalla constatazione che la crittografia ci offre una grande opportunità per diffondere il gusto della libertà. La cripto-anarchia non è una branca della teoria libertaria, ma una strategia libertaria. Si tratta di un quadro per l’azione. Gli strumenti crittografici che abbiamo oggi sono economici, potenti e profondamente individualisti. Nessuno può puntare una pistola ad un’equazione. Il software crittografico funzionerà secondo le regole della matematica, indipendentemente dalle direttive dello stato. Finché è possibile distribuire il software della crittografia, quest’ultimo è in grado di mostrare la libertà alle persone.
La crittografia deve essere pensata in primo luogo come una comunità ? non uno strumento di segretezza. C’è sempre qualcosa che è segreto, ma non deve essere un messaggio. Invece, può funzionare un po’ come una chiave di un’auto: la sua forma è arbitraria e senza senso, ma il suo modello è associato ad una serratura di una macchina che non può partire senza. Una macchina bloccata dalla chiave non può essere accesa.
La crittografia promuove l’indipendenza riducendo la necessità di fare affidamento sulla forza fisica per la difesa. E’ facile costruire una chiave che non potrebbe essere spezzata da un computer grande quanto la Terra se utilizzata per milioni di anni. Ciò blocca lo stato fuori dalla azioni che richiedono la chiave. La crittografia promuove il decentramento riducendo la necessità di coordinarsi tramite terzi. Un protocollo ben scritto è sufficiente per consentire alle persone di collaborare ed attenersi al loro obblighi.
In una democrazia, nessuna visione individuale può cambiare il mondo. Ecco perché la politica è inadeguata per i libertari. Dall’altra parte, nel libero mercato, un imprenditore può cambiare il mondo. Ciò è dove i libertari sono a loro agio. Con la crittografia, un inventore libertario può creare un’intera società libertaria.
Traduzione per il Portico Dipinto a cura di Johnny Contanti.
- 1.Vedi Long, R., Johnson, C., “Libertarian Feminism: Can This Marriage Be Saved?”, 1 Maggio 2005 per una considerazione libertaria sul femminismo. Vedi Block, W., “Environmentalism and Economic Freedom: The Case for Private Property Rights”, vol. 17, Journal of Business Ethics, 1998, pp. 1887-1899 per una considerazione sull’ambientalismo libertario.
- 2.Quando si parla di “attacchi dello stato,” non si implica che lo stato sia l’istigatore. I leader di un certo settore potrebbero essere i primi a fare la prima mossa. Non importa chi prende l’iniziativa, rimane pur sempre un attacco dello stato perché viene usato come un’arma per cambiare gli interessi utilizzati da un settore dai consumatori verso qualcun altro.
- 3.Vedi Ludlow, Crypto Anarchy, Cyberstates, and Pirate Utopias, Massachusetts Institute of Technology, 2001 per un’antologia di lavori connessi alla cripto-anarchia, sia pro che contro. Non amo particolarmente questo libro. Non spiega nulla sulla crittografia e contiene poco materiale che non sia già stato digerito dall’anarco-capitalista. Tuttavia è l’unico libro che è stato pubblicato sulla cripto-anarchia.
- 4.Vedi May, T., “The Cyphernomicon”, 1994, una delle prime opere di uno scrittore cripto-anarchico. Vedi anche “The Crypto-Anarchist Manifesto”, 1988, per una breve ma incisiva presentazione della cripto-anarchia.