I terroristi allo sbando mentre l’Esercito Arabo Siriano avanza
Ziad Fadil, Syrian Perspective 28/12/2016
Non ci può essere alcun dubbio che i grandi cambiamenti del 2016 avranno un impatto decisivo sul 2017. I cambiamenti più significativi possono essere indicati come segue:
1. L’Esercito arabo siriano non è gravato da sistemi d’arma antiquati. Qualunque sia il costo, sia l’affitto a vita della base navale di Tartus, o l’ipoteca sui giacimenti gasiferi di recente scoperti in Siria, resta il fatto che le armi dell’Esercito arabo siriano sono le più avanzate di oggi per tecnologia, manutenzione ed efficacia. Tutto ciò ha portato ad una serie di vittorie cruciali coronate dalla recentissima liberazione di Aleppo.
2. La Russia ha trovato l’equilibrio perfetto nella politica estera nel Levante. I russi, piuttosto che cadere in un pantano afghano, hanno scelto il rafforzamento dell’alleata Siria, fornendole sistemi d’armi avanzati, finora mai visti nella regione, migliorando la capacità dell’EAS nel controllare il campo di battaglia, mentre testa l’efficacia della propria tecnologia. Il modo con cui Mosca ha manovrato in Siria a sostegno di un alleato cruciale è stato a dir poco geniale. Se è vero che dei russi sono morti combattendo a fianco dell’EAS, è un numero estremamente basso.
3. Gli Stati Uniti sono sempre più politicamente isolati nel Levante. I negoziati per porre fine al conflitto sono in corso tra Russia, Iran e Turchia. Stati Uniti e NATO non sono stati invitati. Con Donald Trump in carica dal 20 gennaio 2017, tutte le parti, anche i terroristi, si aspettano un cambio di rotta nelle politiche di Washington verso amministrazione siriana, al-Qaida, Arabia Saudita e NATO. Obama ha perseguito un obiettivo così ripugnante d’essere perseguibile come criminale di guerra e criminale contro l’umanità; altro che il neofita vincitore del Premio Nobel per la Pace che ha portato altra vergogna al premio e all’istituzione di Nobel. Fingendo sempre di sostenere i movimenti di liberazione, s’è infilato in un labirinto i cui angoli non poteva schivare senza scontrarsi con la triste verità di essere complice di al-Qaida e di sostenerne i degenerati stragisti che sputavano invettive e imprecazioni sul suo esercito, chiamandone i soldati “apostati”, “infedeli” e “nemici”, mentre cercava di aiutare tali selvaggi incappucciati, il cui scopo non era liberare il popolo della Siria da una forma secolare di governo ma, invece, rovesciare un governo che trattava con l’Iran piuttosto che con il Qatar o i mefitici cugini wahabiti dell’Arabia Saudita. La dipartita di Obama è una boccata d’aria fresca in un ambiente dominato dalla puzza del gas Sarin che ha dato ai terroristi.
4. I Media Mainstream o media aziendali occidentali hanno fallito miseramente nel promuovere la narrazione che l’”opposizione” in Siria fosse composta da “moderati” armanti della libertà contro una dinastia autoritaria, apparsa sulle coste da un bastione montanaro popolato da una strana minoranza legata all’Iran. Sia favorendo un maggiore coinvolgimento degli USA nella guerra in Siria, come i traditori neo-con volevano, o inviando armi avanzate ai terroristi, il MSM non ha convinto il pubblico o il Congresso nel sostenere tale farsa. Il MSM, contaminato dalla propria ipocrisia e dai legami con il sionismo, non poteva non creare una propria antitesi nei “media alternativi” dove a milioni hanno cominciato a volgersi una volta che il gatto era uscito dal sacco e i giornalisti apparivano sempre più dei bugiardi seriali o ciarlatani (venditori di olio di serpente). Il confronto con Trump è emblematico su dove il MSM si trovi ora.
5. Fu la strategia dei sauditi e Robert Ford a creare la crisi dei rifugiati in Siria. Mentre Robert Ford, ex-ambasciatore degli Stati Uniti a Damasco, è stato un fallito totale in tutto ciò che ha cercato di promuovere, riusciva a far uccidere centinaia di migliaia di civili inermi in Siria e a creare la “crisi dei rifugiati” che minaccia di sopraffare l’UE. Scacciando i siriani dal loro Paese negli Stati confinanti come Turchia, Libano e Giordania, Ford e seguaci volevano indebolire il Dr. Assad, facendone apparire il governo impotente e incapace di difendere i cittadini. O almeno così pensava Robert Ford. Tale singolare racconto è stato ripreso da accademici fasulli, come Joshua Landis, il cui sito, “Syria Comment“, veniva descritto “influente” anche se nessuno lo leggeva perché incentrato su un singolo errore, cioè che tutto in Siria era indissolubilmente legato “al settarismo”. Come si è scoperto, il settarismo di cui ha scritto è stato smentito dalla natura stessa dell’amministrazione Assad, comprendendo anche la First Lady, sunnita. L’argomento che una setta minoritaria governasse la Siria fu capovolto. Ciò che Ford non ha capito è che i rifugiati che ha creato rappresentano i peggiori esemplari della società siriana. Come un mostro che emerge dal mare per distruggere una grande capitale, come nei film della Toho Studio del Giappone, i rifugiati inondanti l’Europa sono stupratori e ladri, uomini in età di leva in preda della concupiscenza o agenti dormienti piazzati dagli stessi terroristi che Obama armava, addestrava e finanziava. Se Angela Merkel perderà le prossime elezioni, si potrebbe inviare a Robert Ford una lettera di “ringraziamento” per il suo coinvolgimento nella Katastrophe. L’esperimento dell’UE sulla politica dei “reggiseni aperti” è ora visto come peggiore del riemergere della peste bubbonica. Marine Le Pen non è estranea ad azioni decisive, probabilmente li manderà tutti via dalla Senna, fino a Coventry. Ed ora, gli stessi rifugiati cominciano a tornare a casa. Il governo di Assad ha giocato in modo abile. Con una rapida piroetta del palmo della mano, il Dr. Assad ha firmato una legge che permette ai nemici dello Stato di tornare nella società attraverso quell’amnistia che molti dei nostri lettori pensano ingenua. Da come si è capito, decine di migliaia di altrimenti malvagi vagabondi arabi sono stati riprogrammati in cittadini produttivi, con alcuni che si uniscono alle milizie antiterroristi che combattono i cannibali di Robert Ford.
6. L’Iran vincerà la guerra contro il nemico saudita. Già un arco, che può essere chiamato “Mezzaluna Fatimide”, copre Iraq, Siria, Libano e Palestina. Solo 2 ostacoli possono bloccare l’avanzata massiccia dell’Iran sulla scena economica, con la realizzazione del gasdotto dall’Iraq alle coste della Siria: lo SIIL in Iraq e la coalizione terroristica in Siria composta dai terroristi di SIIL e al-Qaida supportati dagli USA, a cui il morente regime di Obama assegna altre armi più avanzate come saluto finale della fallimentare politica estera. La Turchia ribolle a causa dell’incapacità di spodestare il Dr. Assad. Finché esiste l’attuale governo siriano, il Qatar non potrà estendere il proprio gasdotto attraverso Arabia Saudita, Giordania, Siria senza Assad fino alla Turchia. Il piano di Erdogan per migliorare le probabilità di adesione all’UE è stato inchiodato da questa eventualità, un’eventualità sempre più improbabile, di giorno in giorno. Con l’Iran che si avvantaggia dalla fine dell’isolamento, con nuovi aerei di linea e un posizionamento sul mercato del petrolio che ne aumenta i profitti, ci si aspetta di vedere l’Iran flettere ancora più i muscoli sul territorio saudita.
7. Anche se con nuove armi, ci aspettiamo di vedere i gruppi terroristici combattersi più tra essi che contro l’Esercito arabo siriano. Così tanti capi terroristi sono stati eliminati che sembra quasi impossibile sostituirli in modo considerevole con altri capi esperti. E’ assai probabile che i gruppi terroristici si combattano non perché vogliono confrontarsi con l’Esercito arabo siriano, ma piuttosto per scacciare la concorrenza nei finanziamenti. Mentre la guerra si svolge su cose come frutta e verdura, droga e armi, i cittadini siriani che avrebbero potuto solidarizzare con l’”opposizione” ne sono rimasti delusi e ostili all’aiuto statunitense e saudita ai ratti islamisti. Si prevede un’aumento dei miliziani, nel 2017, grazie a nuovi volontari.
8. L’”opposizione”, in gran parte ospite degli alberghi d’Europa, cesserà di esistere. Gli Stati Uniti di Trump riterranno tale massa di sanguisughe come nient’altro che vermi essiccati inutili per la pesca o per concimare la terra. Hanno abusato dell’ospitalità e hanno dato a sauditi e qatarioti null’altro che debiti inesigibili nei rispettivi Paesi privi di tasse. Tutti i nomi che avete letto su SyrPer e altrove, George Sabra, Qalid Quja, Nizar Nayuf, Ghasan (Friitto) Hitto, Michel Qilo, Qadri Jamil, Riyadh Hijab e compagnia di scrocconi sfacciati, diverranno delle curiosità nascoste nelle profondità delle cellule neurali più inutilizzate.
9. L’Arabia Saudita non può nutrire la propria popolazione. Non c’è bisogno di essere marxisti per capire che il cibo è importante. Anche peggio si trovano i lavoratori stranieri, che non vengono pagati da 6 mesi. La notizia peggiore per il clan delle zucche vuote saudite è che Trump non sembra preoccuparsene granché. Il prossimo sarà un anno molto brutto, l’ultimo per tali scarafaggi sifilitici. Niente più soldi per Ahrar al-Sham, Jaysh al-Islam e al-Qaida. Il Qatar dovrà mollare se vuole mantenere i nuovi rapporti con Mosca.
In conclusione, il 2017 sarà l’anno in cui tutte le carte vincenti saranno tratte dal Dr. Assad. Attraverso la pura forza di volontà, ha sconfitto tutti i piani superficiali e sconsiderati per cacciarlo. La sua vittoria sarà storica.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora