Kanako Itamae e Lee Jay Walker, Modern Tokyo Times, 1° maggio 2017
L’amministrazione Trump segue la strada di Barack Obama con affermazioni contraddittorie e obiettivi confusi nelle relazioni internazionali. Anzi, i dirigenti politici e militari della Corea del Sud saranno sconvolti dalla tempistica di Trump nell’alzare la posta commerciale. Allo stesso modo, Trump è convinto che la Corea del Sud debba pagare il THAAD. Qualcosa non funziona nei corridoi del potere a Washington e Seoul. Pertanto, in un momento di accentuata contrapposizione tra Stati Uniti e Corea democratica, sembra che Trump voglia trascinare la Corea del Sud su compiti su diverse questioni. Il presidente Trump ritiene che l’accordo di libero scambio con la Corea del Sud sia “orribile” favorendola a scapito degli USA. Similmente, Trump insiste sul fatto che la Corea del Sud debba pagare il sistema missilistico THAAD. Ancora una volta, gli USA non si preoccupano della realtà geopolitica della Corea del Sud, perché la Cina è fermamente contraria al THAAD. Giappone e Corea del Sud, a differenza della Corea democratica, si affidano agli USA per la protezione militare. Allo stesso tempo, a differenza della Corea democratica, Giappone e Corea del Sud sono attenti agli scatti statunitensi. Infatti, storicamente la Corea del Sud sacrificò suoi soldati per sostenere gli USA nella guerra contro il Vietnam. E fino a poco prima, il Giappone restava lontano dagli impegni militari di Washington, da cui invece traeva profitto dalla morte di vietnamiti ed altri, perseguendo gli aspetti economici della guerra. Attualmente, poco più di 28000 militari statunitensi sono di stanza in Corea del Sud, dividendo i coreani. Ciò vale in particolare per le convulsioni politiche interne e quando gli USA intralciano pesantemente l’indipendenza della Corea del Sud. Pertanto, con Trump che insiste a che la Corea del Sud paghi il THAAD, rimproverandole la realtà del libero scambio tra le due nazioni, anche le forze filo-statunitensi in Corea del Sud si trovano a disagio verso la posizione dell’amministrazione Trump. Trump ha detto: “Ho informato la Corea del Sud che sarebbe opportuno che pagassero. È un sistema da miliardi di dollari… è fenomenale, spara i missili proprio fuori dal cielo“. Moon Jae-in, primo candidato presidenziale della Corea del Sud, insiste sul fatto che la Corea del Sud non sapesse dello schieramento o di pagare il nuovo sistema missilistico THAAD. Indica, difatti, che tale decisione va presa quando sarà eletto il nuovo presidente della Corea del Sud. Ciò, secondo Moon, significa che un mandato politico dovrà decidere una questione così importante. Inoltre ha sollevato dubbi sulla relazione tra dispiegamento del THAAD e fine dell’accordo di libero scambio ricorrendo all’alleanza militare. Reuters riferisce: “Il primo candidato presidenziale del 9 maggio in Corea del Sud ha chiesto di ritardare lo schieramento del THAAD, dicendo che la nuova amministrazione di Seoul dovrà decidere dopo aver raccolto l’opinione pubblica ed altri colloqui con Washington“. Secondo Kim Ki-jung, consulente di Moon negli affari esteri, la posizione dell’amministrazione Trump non è realistica. Dopo tutto, riferisce Kim, “Anche se acquistiamo il THAAD, la sua operatività sarà nelle mani degli Stati Uniti… Quindi acquistarlo sarebbe un’opzione impossibile. Questa era la nostra argomentazione quando ne consideravamo le opzioni“.
Anche se Trump fa dichiarazioni valide nell’ambito dell’accordo di libero scambio che avvantaggia la Corea del Sud, è questo il momento giusto per fare la voce grossa? Soprattutto con le tensioni tra USA e Corea democratica, nonostante gli ultimi segnali contrastanti dell’amministrazione Trump che suggeriscono una possibile soluzione. Naturalmente, questo se la Corea democratica si trattiene sulle armi di distruzione di massa e abbonda le ambizioni nucleari. Il momento di un approccio così forte da parte dell’amministrazione di Trump avrà sconvolto i leader politici e militari della Corea del Sud, in particolare con le imminenti elezioni dovute alll’impeachment della presidentessa Park Geun-hye. Infatti, a prescindere da come le nazioni considerino la Corea democratica, sembra che Trump le permetta una “vittoria propagandistica”, qualificando la Corea del Sud pedone di Washington. Ed ecco la tempistica strana di Trump nel rimproverare l’accordo di libero scambio con la Corea del Sud, anche se giustificata, mentre entrambe le nazioni dovevano dimostrare solidarietà contro l’assertività della Corea democratica.

Moon Jae-in
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora