Alessandro Lattanzio, 2/2/2017

Il 1° febbraio, nei pesanti scontri tra le forze armate ucraine e le forze della Repubblica Popolare di Donetsk (DPR), nella zona industriale di Adveevka, gli ucraini subivano più di 20 morti. Finora, le forze di Kiev avevano subito la perdita di 85 combattenti e il ferimento di altri 315. Il ministero della Difesa ucraino confermava ufficialmente l’offensiva contro la RPD e quindi di violare gli accordi di Minsk. I battaglioni neo-nazisti della Galizia occidentale guidavano l’attacco nella zona demilitarizzata a nord-ovest di Donetsk. Nel corso di due anni, l’esercito ucraino aveva ricevuto nuove attrezzature da Stati Uniti e NATO e missioni da Stati Uniti, Canade e Regno Unito hanno istruito su nuove tattiche di combattimento le truppe ucraine. L’assalto di Avdeevka era iniziata subito dopo l’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Trump, che ha riconosciuto la Crimea parte della Russia. Per il governo golpista ucraino e i suoi sostenitori neoconservatori, ciò è allarmante, quindi Poroshenko ordinava di lanciare il nuovo attacco mentre accusava la Russia, eseguendo gli ordini dei suoi mentori. Inoltre si recava a Berlino per chiedere un sostegno che non arrivava. Kiev si sentiva confortata dalle ultime azioni dell’amministrazione Obama, che aveva inviato diverse truppe degli Stati Uniti e della NATO lungo i confini con la Russia, mentre l’ultima visita ufficiale dell’ex-vicepresidente Biden fu in Ucraina, dove anche i senatori guerrafondai John McCain e Lindsey Graham si erano recati a Capodanno per istruire la junta golpista di Poroshenko. “Ammiro il fatto che si lotti per la patria“, aveva detto Graham alla 36.ma brigata marine ucraina a Shirokino, a quattro chilometri dalla linea di contatto, “La vostra lotta è la nostra lotta. Il 2017 sarà l’anno dell’offensiva. Tutti noi torneremo a Washington e supporteremo l’azione contro la Russia...” McCain disse: “Credo che vinceremo. Sono convinto che vinceremo e faremo tutto il possibile per dare ciò che è necessario per vincere...”
Donald Trump, dopo una prima opposizione all’adesione della Crimea alla Russia, nel luglio 2016 dichiarò, “Il popolo di Crimea, da ciò che ho sentito, preferisce la Russia piuttosto che ritrovarsi con i precedenti“, e definì inutile continuare a costringere la Russia a rinunciare alla Crimea. “Volete che la restituisca? Desiderate la Terza Guerra Mondiale per riaverla?” Trump seguiva i suoi consiglieri, come Manafort, consigliere della campagna presidenziale di Janukovich nel 2009-2010, oppure il banchiere d’investimento Page, che criticò l’amministrazione Obama per aver “fomentato” la caduta di Janukovich, paragonando il ruolo degli Stati Uniti in Ucraina a un’ingerenza russa in Canada, e per l’impatto delle sanzioni occidentali a Mosca, “Tante persone che conosco e con cui ho lavorato sono state negativamente colpite dalle sanzioni. Ci sono molte emozioni nella possibilità di creare una situazione migliore“. Trump contattò anche Kissinger, che sollecita relazioni più strette tra Stati Uniti e Russia e critica l’atteggiamento eccessivamente conflittuale sull’Ucraina. “L’occidente deve capire che, per la Russia, l’Ucraina non può mai essere un Paese straniero”, anche se definiva “incompatibile con le regole dell’ordine mondiale esistente la Russia che si annette la Crimea”, posizione invece dell’amministrazione Obama, dei neocon del Partito Repubblicano e della “conferenza di Kiev”, un incontro annuale tra oligarchi occidentali ed ucraini organizzati dal miliardario ucraino Victor Pinchuk. Trump affermò di conoscere bene Pinchuk. “Viktor, tra l’altro, è un uomo molto, molto speciale, un imprenditore speciale. Finché lo vedevo dicevo, ‘penso di poter imparare di più da voi che voi da me’“. Pinchuk è il genero dell’ex-presidente ucraino Leonid Kuchma, ha versato milioni di dollari alla Fondazione Clinton ed ospitato Bill e Hillary Clinton nelle sue conferenze.

Viktor Pinchuk, e l’amico Bill Clinton

Fonti:
Moon of Alabama
Politico
South Front

aurorasito.wordpress.com

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