“Lo dite voi ai ragazzi di Manchester che siamo amici degli sponsor dell’ISIS?”: è questa la domanda posta dal giornalista Fulvio Scaglione.
Un alto funzionario saudita avrebbe anche detto che, “non si fermeranno finché l’emiro Tamim non si dimette, unica soluzione della crisi“.
In reazione a questa mossa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha mostrato al mondo che non era a capo degli Stati Uniti.
Gli USA hanno venduto al Qatar jet di guerra per un valore di $12 miliardi dopo che il presidente Usa ha definito Doha “sponsor del terrorismo”.
La destabilizzazione a tutto campo operata oggi dall’Arabia Saudita ha determinato per l’Iran anche uno spazio di nuove opportunità.
E’ possibile che sette alleati degli USA dichiarino una guerra, per il momento diplomatico/economica, contro il Qatar, che è la sede del Comando USA?
l regolamento di conti tra sauditi “reazionari” e qatariori “rivoluzionari” supera i confini della Penisola Arabica con un impatto su tutto il Medio Oriente
Le motivazioni ufficiali della rottura e le cause scatenanti specifiche appaiono poco convincenti e certamente insufficienti a spiegare questa posizione.
La crisi diplomatica del Qatar ha visto un nuovo sviluppo. Il parlamento turco approva una legge per dispiegare truppe in una base militare turca in Qatar.
Al Jazeera annuncia email trapelate che mostra il rapporto tra Emirati Arabi Uniti e Think Tanks collegati agli israeliani.
Un’accelerazione della crisi il cui senso è chiaro: lanciare gli stati petroliferi sunniti alla guerra contro l’avversario principale di Israele, l’Iran.
In Afghanistan, Iraq, Siria e Libia a combattere il Califfo e intanto affari miliardari con i suoi emiri protettori. La diplomazia italiana conferma la sua vocazione a stringere le alleanze più controverse mentre le aziende leader del complesso militare-industriale firmano lucrosi contratti con il