Un gruppo di parlamentari conservatori hanno costantemente votato contro i diritti degli inquilini, boicottando la recente «Housing and Planning Bill».
Demistificarne la narrazione, mettendo in campo il ripudio del debito, e praticare con le lotte sociali la de-finanziarizzazione della società.
Si dice che globalizzazione e apertura ai mercati siano stati per decenni uno dei principali fattori della crescita economica.
Non molto tempo si aveva la sensazione di dare il piccolo contributo a una grande storia che poteva essere descritta come storia della “Cultura Occidentale”
Uno dei paradigmi interpretativi che si sta affermando è quello secondo cui lo scontro non è più fra destra e sinistra ma tra populisti e globalisti.
Lo scrittore americano Gore Vidal una volta ha detto benissimo: il sistema economico americano è “libera impresa per i poveri e socialismo per i ricchi”.
Era irrealistico credere che il sistema bancario francese lasciasse gestire la fine, più o meno prossima, dell’euro a Marine Le Pen.
Da qualche mese l’esercito degli Stati Uniti sta preparando un’inedita esercitazione militare in Brasile, con il pieno appoggio del presidente Michel Temer.
L’esperienza neoliberista è finita. Sono alcuni decenni che si sta realizzando, dal colpo di Stato in Cile in cui è stata sperimentata sono passati 40 anni.
Una fetta della sinistra, costretta a votare e far votare un uomo ambiguo che, uscito dalle proprie fila, si è accordato da solo con il neoliberismo.
In una situazione dove gli sconfitti del neoliberismo e della globalizzazione minacciano la rivolta, inizia a diffondersi la proposta di un compromesso.
L’ideologia che domina le nostre vite, per la maggior parte di noi non ha un nome. Menzionatela e avrete in risposta una scrollata di spalle.
La vicenda Alitalia mette in luce due contraddizioni clamorose del sistema-pensiero neoliberista. La trasformazione del ruolo dei sindacati, e Il privato.
Le vere minacce del mondo moderno sono le ideologie, non i fenomeni, ritiene il presidente della commissione Esteri del Consiglio della Federazione.
La restaurazione liberista sta portando una crisi sociale senza precedenti, alla quale le classi dominanti rispondono con la criminalizzazione della povertà
Nella storiografia economica si è diffuso da tempo il vezzo di designare i 3 decenni successivi alla 2a guerra mondiale come les trente glorieuses.
Sabato scorso i media italiani sono riusciti a ritagliare attorno a Matteo Salvini un copione analogo a quello già messo in scena negli USA con Trump.
La conquista di nuovi mercati e di nuove zone di produzione è da secoli la causa di guerre e conflitti, negli ultimi decenni gli USA hanno questo ruolo.
Un pensiero primitivo piuttosto diffuso nella galassia “sovranista” ritiene che la disoccupazione si combatte con la re-distribuzione del reddito.
Come l’ortodossia, il professionalismo e politiche indifferenti hanno definitivamente condannato un progetto del diciannovesimo secolo.
Non è il caso di illudersi: la vittoria del No che ha bocciato la “riforme” renziane non rallenterà le élites nel de-democratizzare il sistema politico.
La governance è l’espressione storica attuale del modo in cui si configurano i rapporti di forza nell’assetto del capitalismo neoliberale finanziarizzato.
Una crisi della ideologia liberale, avendo un profondo timore della forza della maggioranza, tenta di spostare le decisioni su organizzazioni tecnocratiche.
La vittoria travolgente di Donald Trump nelle elezioni per la presidenza degli Stati Uniti, ancora più straordinaria data l’ostilità attiva della stragrande maggioranza dell’establishment finanziario, economico, culturale, mediatico, inclusi i maggiorenti del Partito Repubblicano, chiude la lunga fase storica iniziata a cavallo degli anni
L’ottimo sito Counterpunch pubblica un intervento che smaschera l’ipocrisia mostrata dal FMI nella sua recente condanna al neoliberismo. Benché l’analisi dei risultati delle politiche neoliberiste sia certamente corretta, il FMI omette di dire che l’imposizione di queste politiche sia stata deliberata, e sovente imposta