Quasi tutte le discussioni sul fallimento della Grecia si rifanno a valutazioni moralistiche. Definire la questione i Cattivi Greci contro la Nobile Europa.
Non è nemmeno da escludere che le parole siano andate anche oltre le intenzioni della cancelliera. Parlava ai ragazzi di una scuola di Berlino.
Era irrealistico credere che il sistema bancario francese lasciasse gestire la fine, più o meno prossima, dell’euro a Marine Le Pen.
Le categorie novecentesche della politica risultano superate. Essere di destra o di sinistra non conta più. La discriminante sono l’Euro e l’Europa.
Sfumato lo scenario di una conflagrazione “politica” dell’UE per una vittoria elettorale della Le Pen, tornano le forze centrifughe di natura economica.
La festa sui mercati è finita. La sbornia per le elezioni francesi si sta stemperando. In tanti cominciano a capire che si tratta di un fantoccio.
Il leader di Forum per la Democrazia, Baudet, ha chiesto se l’Olanda riavrebbe i 100 miliardi di crediti dalla BCE, in caso di uscita dall’euro.
Anche il “Sole 24 Ore” attraverso Luigi Zingales, editorialista di pregio del giornale, alla fine c’è arrivato. Un rumore di fondo per il Giornale.
Niente più cambio fisso a 27 corone per un euro come negli ultimi tre anni. Il gesto compiuto dal piccolo stato dell’est ha un significato politico alto.
“l’Europa è vitale per gli interessi nazionali” – quelli tedeschi, ovviamente: è meglio mantenere gli altri paesi nella condizione di inoffensive colonie.
Le previsioni sono ben lontane dagli scenari paventati dalla stampa mainstream: per i Paesi del Sud si tratterebbe di svalutazioni inferiori al 10%.
Quando si fa riferimento al sistema Euro è bene considerare la storia monetaria che ha portato alla valuta condivisa: non è stata ideata repentinamente.
La Francia ha fortissimamente voluto l’euro, il movente era di poter comprare il petrolio in euro e non in dollari. La questione è assente dal dibattito.
Marine Le Pen sulle sue decisioni economiche nel caso dovesse vincere le elezioni presidenziali francesi anche alla luce del programma elettorale pubblicato
Nelle ultime settimane si è parlato parecchio, su media e social vari, di uno scambio di lettere tra due parlamentari e il presidente della BCE Draghi.
Le presunte “cure” che hanno solo aggravato la malattia, erano tranquillamente prevedibili con le nozioni che l'economia aveva già acquisito negli anni ’30.
Si deteriora, giorno dopo giorno, il quadro generale in Europa: senza la morfina iniettata dalla BCE, i mercati finanziari sarebbero in preda a convulsioni.
L’America si riprese dalla Grande Depressione dopo aver abbandonato il gold standard, e l’ovvio equivalente per la Grecia sarebbe l’uscita dall’euro.
L’Europa ha favorito una concorrenza feroce tra i paesi, generato una gerarchia fra vincenti e perdenti, disarmato gli stati e vietato misure pubbliche.
Katsikis, deputato partner di governo, dichiara che, poiché le promesse dei creditori non si sono materializzate, il ritorno alla Dracma non è escluso.
Mario Draghi farnetica di 340 miliardi di tangente da versare per permettere all’Italia di uscire dall’euro, quando è evidente che è l’euro che sta uscendo.
La questione è tornata alla ribalta dopo la recente dichiarazione di Draghi che finalmente ha smentito la pretesa di “irreversibilità” dell’euro
Il rapporto delinea dettagliatamente il motivo per il quale alla fine l’Italia non ha più possibilità, dopo diciotto anni di depressione economica.
La tesi Trump è che la Germania abbia abusato della ‘delega’ delle precedenti amministrazioni Usa per concentrare potere e ricchezza nelle sue mani.
La BCN italiana è Banca d'Italia, che è stata definitivamente privatizzata. Quindi, in caso d'uscita, non sarà di certo lo Stato a pagare !
356,6 miliardi di euro, circa il 20% del Pil. È questo il conto che potrebbe essere presentato all’Italia il giorno in cui decidessimo di uscire dall'Euro.
L’accordo tra il gruppo liberale e il M5S è saltato; ma è significativo. Si è cercato di far rientrare il M5S nei canoni della “rispettabilità” politica.
Come sganciarsi dalla moneta unica senza uscire dall’eurozona di Enrico Grazzini L’opposizione democratica – quella dei 5 Stelle e della Sinistra – dovrebbe preparare urgentemente un piano chiaro sull’euro e sull’Europa. La situazione italiana è infatti molto più preoccupante di quanto ci fanno apparire.
Mentre il governo fotocopia di Renzi si prodiga nel raccontarvi le meraviglie dei mille giorni del ratto d’Italia, noi vi raccontiamo l’ultima storia uscita fresca fresca dai grafici e dalle tabelle di Eurostat. Italia: Salari e potere d’acquisto più basso di tutta l’Europa …buona
Un bell’intervento del Nobel Stiglitz sul sito della London School of Economics chiarisce due punti fondamentali: il problema dell’Europa è l’eurozona, e ormai il costo di tenerla insieme sta superando il costo di procedere al suo smantellamento. Tutte cose che abbiamo letto anni or
Paul Krugman e gli esponenti della Modern Money Theory sono dell’opinione che per uscire dalla crisi i Paesi periferici debbano abbandonare l’Euro e svalutare le rispettive divise. Una medicina che ignora gli effetti collaterali di Stefano Fugazzi Il dilemma è shakespeariano: “Euro o non
E’ bello vedere che i creatori dell’euro, i suoi veri credenti dell’europeismo, difensori ed ideologi più dogmatici, finalmente vedono che la moneta unica ha dei difetti. Il fenomeno è così palese che Il Fatto Quotidiano ci ha scritto un pezzo: Romano Prodi e Francesco
“In regime capitalistico, gli Stati Uniti d’Europa equivalgono ad un accordo per la spartizione delle colonie. Ma in regime capitalistico non è possibile altra base, altro principio di spartizione che la forza. Il miliardario non può dividere con altri il “reddito nazionale” di un
Clamorosa presa di posizione dell’autorevole settimanale tedesco Der Spiegel sull’Italia e l’euro. Secondo l’autorevole settimanale tedesco “Uno dei motivi per cui oggi esiste l’euro è l’ampio consenso politico in tutti quei Paesi che più tardi l’avrebbero adottato. E anche l’approvazione dei partiti all’opposizione è
Più di un commentatore ha notato l’assoluto nonsenso della lettera di risposta di Matteo Renzi ad Eugenio Scalfari, il quale sollecitava una posizione del governo italiano sulla proposta del presidente della BCE, Mario Draghi, di istituire la figura del ministro del Tesoro europeo. Renzi