Conclusosi il Belt and Road Forum di Pechino, non si può non sottolineare come il grande vincitore del summit che ha visto convogliare nella capitale cinese 28 capi di Stato e di governo da tutto il mondo sia stato proprio il padrone di casa, il leader della Repubblica Popolare Xi Jinping. Xi, infatti, è riuscito nell’intento di garantire una proiezione planetaria al progetto della “Nuova Via della Seta” ottenendo lauti dividendi dalla sua condotta alla guida dell’iniziativa lanciata nel settembre 2013 sotto il profilo strategico, economico e politico.

Xi è riuscito a trasformare la “Nuova Via della Seta”, recentemente inquadrata nella Belt and Road Initiative che ha sostituito il piano One Belt, One Road, nel “nuovo motore della globalizzazione”, come sottolineato da Wang Huiyao, Presidente del Center for China and Globalization, convoglianado all’interno del ambizioso programma a lungo raggio le istanze geopolitiche della Cina, ora pronta a sviluppare una forma “leggera” di proiezione planetaria, al cui interno gli investimenti, i flussi di capitali e la connettività giocheranno un ruolo di primo piano. Parlando di fronte ai delegati e ai leader internazionali convenuti a Pechino, Xi Jinping ha espresso la visione geopolitica del suo Paese mettendola in diretta connessione con l’opportunità, per i Paesi coinvolti, di giungere a una “cooperazione win-to-win” per le nazioni e i popoli coinvolti. La Belt and Road Initiative, in questo senso, potrebbe fungere da catalizzatore per una maggiore aggregazione interregionale e, sul solco della crescente connettività garantita dallo sviluppo infrastrutturale e dalla crescita dell’interscambio economico multilaterale, organizzazioni come il gruppo di Shangai e l’Unione Economica Euroasiatica potrebbero ricevere forti incentivi per il loro sviluppo. Al tempo stesso, l’analista Pepe Escobar ha sottolineato su Asia Times come il lancio dell’iniziativa della “Nuova Via della Seta” possa garantire, sul lungo termine, un’occasione di amalgamazione del Movimento dei Non Allineati e un rilancio della sua importanza geopolitica. Per compiere il suo ambizioso proposito di “muovere la Storia in avanti” Xi necessitava di portare a compimento l’importante obiettivo della transizione della “Nuova Via della Seta” a processo imperniato su una logica multipolare inclusiva, riflesso delle diverse istanze e del diverso grado di coinvolgimento dei vari Paesi coinvolti, a vario titolo, nella Belt and Road Initiative.

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Sul piano economico, la Cina ha annunciato da tempo di voler fare sul serio riguardo gli investimenti sulle future rotte di connessione: nel tredicesimo Piano Quinquennale (2016-2020) erano stati previsti complessivamente investimenti oltreconfine per un valore complessivo di 500 miliardi di dollari, mentre per il completamento dell’immenso piano di lavori previsto dallo sviluppo della “Nuova Via della Seta” diverse analisi hanno riportato preventivi di costo decisamente differenti: l’agenzia di rating Fitch ha segnalato come al momento risultino in via di sviluppo progetti per un valore complessivo di 900 miliardi di dollari a fronte di un fabbisogno complessivo di circa 5.000 miliardi entro il 2022, mentre l’Asian Development Bank (ADB) prevede un esborso complessivo di oltre 26.000 miliardi di dollari  da qui al 2030. Nel corso del forum, come riportato da Shannon Tiezzi sul The Diplomat, Xi ha annunciato per il 2017 un rilancio degli investimenti cinesi nelle strutture economiche deputate a veicolare gli approvvigionamenti economici della Belt and Road Initiative: “Xi ha promesso che la Cina veicolerà 14,5 miliardi nel Silk Road Fund, mentre la China Development Bank e l’Export-Import Bank saranno beneficiarie, rispettivamente, di investimenti per 36,2 e 18,8 miliardi di dollari per progetti legati alla Nuova Via della Seta. In aggiunta, la Cina ha messo a disposizione 8,7 miliardi di dollari per progetti umanitari legati al cibo, alla sanità e alla lotta alla povertà”. Un impegno serio destinato a fungere da volano per nuovi investimenti da parte di altri Paesi: la Cina potrà dichiarare completamente irreggimentata la marcia verso la propria visione della globalizzazione nel momento in cui saranno gli Stati interessati alla Belt and Road Initative a veicolare ulteriori, ingenti investimenti nei progetti in cui essa si declina.

Xi, infine, ha conquistato una netta vittoria sul piano politico interno: in vista del Congresso autunnale del Partito Comunista Cinese, infatti, il leader di Pechino punta a conquistare una significativa posizione di forza e a sottolineare il proprio ruolo nei giochi di potere planetari. La differenza tra Xi Jinping e i suoi predecessori, primo fra tutti Hu Jintao, è notevole sotto il profilo della programmazione strategica e geopolitica: la Cina si sta dimostrando capace di portare avanti un processo internazionale trascendente i semplici accordi commerciali. Acquisendo visibilità, Xi si prepara nel migliore dei modi al decisivo incontro coi vertici del sistema monopartitico cinese: il progetto della “Nuova Via della Seta”, in tal senso, è la migliore garanzia per la continuità della sua leadership.

Gli Occhi della Guerra

 

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