Salvailsuolo approvata in Commissione Ambiente: la normativa sul consumo di suolo stenta ad essere approvata dal nostro Parlamento, ma, sull’onda della petizione popolare europea People4soil sostenuta dalle organizzazioni non governative di tutta Europa, il 20 dicembre, la risoluzione è stata approvata all’unanimità dalla VIII Commissione della Camera dei Deputati.
La notizia sembra andare in linea con le promesse, poi tradotte in un Piano di prevenzione, sulla manutenzione del nostro territorio, a rischio sismico e idrogeologico Finalmente dunque un altro segnale forte dal nostro Paese? Cosa cambia ora? L’abbiamo chiesto ad esperti ed associazioni di categoria.
Franco Iseppi, Presidente Touring Club Italiano:
Il Touring Club Italiano plaude all’approvazione della risoluzione Salvailsuolo, segnale importante dato dalla Commissione Ambiente della Camera, che sembra cogliere un’istanza sempre più diffusa rispetto ai temi ambientali e civili. Ricordiamoci che il suolo è anche precondizione per la sicurezza dei nostri cibi, per il mantenimento della biodiversità e per l’equilibrio climatico.
Il Touring ribadisce, quindi, l’urgenza che la difesa del suolo, risorsa insostituibile e limitata, trovi spazio nel quadro giuridico europeo e nazionale, e non si limiti a essere soltanto un principio condiviso.
Da parte nostra, come riconosciuta Associazione ambientalista e da sempre sensibile e impegnata sui problemi ambientali, utilizzeremo tutte le nostre piattaforme, online e offline, dal digitale all’attività associativa, per sensibilizzare Soci, cittadini e turisti sull’insostenibilità dei livelli di consumo del suolo che abbiamo registrato negli ultimi decenni, soprattutto nel nostro Paese.
Non possiamo, infine, dimenticare come gran parte della nostra attrattività turistica derivi dal nostro paesaggio e dal nostro ambiente, motivo in più per fare della difesa del suolo un tema centrale e irrinunciabile nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.
Damiano Di Simine, Direttivo Legambiente Lombardia:
Con la risoluzione cosiddetta ‘Salvailsuolo’, proposta alla Commissione Ambiente della Camera dal suo Presidente Ermete Realacci, e approvata all’unanimità lo scorso 20 dicembre, l’Italia ha lanciato un esplicito sostegno alle ragioni della coalizione di organizzazioni europee promotrici della petizione People4soil, ovvero l’istanza alla CE di redarre una direttiva che riconosca il suolo come risorsa naturale limitata e minacciata, che richiede una specifica tutela, in primo luogo a causa dell’eccessiva cementificazione.
É un segnale che giunge da un organo parlamentare di un Paese importante nella geografia europea: segnale che mancò nel 2014, quando la CE ritirò la propria proposta di Direttiva a causa dell’opposizione di 5 Paesi Membri (Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda e Austria).
Opposizione formalmente motivata da cavillosità (ad esempio, le competenze europee ad entrare in una materia, quella del suolo, per molti aspetti radicata nel concetto stesso di sovranità nazionale), ma molto più concretamente dal timore che una direttiva sul suolo potesse provocare qualche sia pur minimo smottamento, ad esempio nell’accesso ai fondi PAC, che oggi vedono privilegiate un numero limitato di grandi aziende agricole intensive di quei Paesi, e molto meno le piccole e medie aziende delle aree mediterranee e montane che attuano pratiche agricole meno aggressive verso i suoli.
Oppure che l’Europa volesse metter becco in legislazioni incoerenti e non tutelanti in materia di suoli contaminati. Quella minoranza di Stati membri fu in grado di far valere senza difficoltà le proprie ragioni.
Oggi invece nel confronto emergerebbero Paesi altrettanto influenti, in primo luogo l’Italia, che – tenendo fede alla risoluzione approvata – farebbe suonare una campana diversa, nell’interesse del bene comune costituito dall’immensità di servizi che il suolo, ancorchè maltrattato, seguita generosamente ad elargire alla comunità che ne abita la superficie.
Ma in questa fase il ruolo di noi cittadini è centrale: è solo dalle nostre firme (ne occorrono un milione) che potrà giungere la legittimazione dell’istanza. Tutti i cittadini europei possono firmare, anche online sul sito www.salvailsuolo.it, voi l’avete già fatto?
Michele Munafò, ingegnere Responsabile del Rapporto Ispra sul consumo di suolo:
In Europa abbiamo direttive per l’aria, per l’acqua, per la biodiversità e su moltissimi temi ambientali, ma manca una direttiva sul suolo. Nel maggio 2014 la Commissione ha, infatti, ritirato la proposta della Direttiva Quadro sul suolo del 2006, che avrebbe trasformato la Strategia tematica per la protezione del suolo in norme vincolanti per gli Stati Membri.
La stessa Commissione ha dichiarato, in diverse occasioni successive, di voler mantenere il proprio impegno sulla questione, intanto, delegando al Settimo Programma di Azione Ambientale le sfide da affrontare per il perseguimento degli obiettivi sulla protezione del suolo.
Tuttavia il percorso verso una nuova Direttiva sul suolo, anche in considerazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDGs), appare necessario, eventualmente anche procedendo per ambiti specifici per la tutela del suolo (ad esempio considerando le diverse minacce, partendo dalla più impattante e irreversibile, ovvero il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo, ma considerando anche la contaminazione, l’erosione e la diminuzione di materia organica, la desertificazione, etc.).
E per arrivare all’adozione di strumenti giuridicamente vincolanti per la tutela dei suoli a livello europeo non deve mancare anche il supporto e l’impegno degli Stati Membri. Per tale ragione, l’impegno del Governo in tal senso a farsi promotore nelle sedi internazionali, e in primo luogo a livello di Unione Europea, derivante dall’approvazione alla Camera della risoluzione è un elemento importante, anche se non certo sufficiente.
Ritengo infatti che sia necessario, anche nel nostro Paese, dare un segnale chiaro e approvare al più presto una norma di tutela del suolo che, rivedendo sostanzialmente il testo già approvato alla Camera, garantisca in maniera efficace un reale contenimento del consumo di suolo e che possa dimostrare, nei fatti, l’interesse e l’impegno dell’Italia a mantenere le funzioni di una risorsa fondamentale per il territorio, l’ambiente, il paesaggio e per il benessere nostro e delle generazioni future.
Stefano Lenzi, Responsabile rapporti istituzionali WWF:
Cambia la percezione in Italia e nella Commissione Ambiente su un’iniziativa delle organizzazioni non governative a livello europeo – ormai sono 400 – che stanno chiedendo una nuova direttiva sul consumo di suolo, ricordando che la regolamentazione stop al consumo di suolo garantisce la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità, la regolazione dei cambiamenti climatici.
Si riprende dunque l’idea, abbandonata nel 2014, di una direttiva comunitaria sul consumo di suolo, quando il nostro Paese stenta a dotarsi una propria normativa. Bisogna tenere conto che nel 2020 l’80% dei cittadini europei risiederà nelle aree urbane (oggi siamo al 75%), dove l’area più dinamica e più vicina all’Europa del nostro Paese ha una superficie urbanizzata pro capite di 719 metri quadrati per abitante, il doppio della media italiana ed europea.
C’è dunque bisogno di una direttiva europea, come richiesto dalle organizzazioni non governative di tutti i Paesi d’Europa, e come confermato anche dalla Commissione Ambiente. Stiamo raccogliendo un milione di firme da settembre 2016 a settembre 2017 in tutti i Paesi d’Europa. È necessario che il suolo venga considerato bene comune e che si ponga uno stop al suo ulteriore consumo.
Dopo il terremoto si era detto che, con il progetto Casa Italia, la manutenzione del territorio sarebbe diventata priorità per l’Italia. Abbiamo ancora un disegno di legge presentato nel 2012, poi riproposto integrato nel 2013, ma che stenta ad essere approvato dal Parlamento. Bisogna far seguire alle parole i fatti in Italia.
Roberta De Carolis