Turchia, Romania e Polonia sono d’accordo: è necessario incrementare il sistema missilistico Nato in Europa dell’Est. Perché? Per difendere il Vecchio continente dall’atteggiamento “aggressivo della Russia”.
“Il sistema missilistico Nato dovrebbe essere ampliato in modo significativo per proteggere al meglio la popolazione dell’Europa dell’Est” ha dichiarato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu all’ agenzia di stampa Anadolu. “Il Patriot system, la nuova difesa missilistica dell’Alleanza Atlantica, è già stato distribuito in Romania, Polonia e Turchia, a scopo di difesa. – ha continuato Cavusoglu – I nostri tre governi hanno, infatti, raggiunto un accordo comune che prevede l’estensione di tale difesa missilistica per garantire al meglio la tutela della popolazione civile”.
Lo abbiamo già scritto su Gli occhi della guerra qualche giorno prima dell’incontro di Obama, il 13 maggio scorso, con gli esecutivi di Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia durante il quale il presidente americano denunciò “la crescente presenza e postura militare aggressiva della Russia nella regione baltico/nordica”, in Romania, nella base aerea di Deveselu, era stata inaugurata la ‘Aegis Ashore’, installazione terrestre del sistema missilistico Aegis degli Stati Uniti. Di tutto ciò ne ha parlato coraggiosamente Manlio Dinucci sul Manifesto.
Proprio qualche giorno dopo l’installazione balistica rumena, Vladimir Putin colse l’occasione per mandare un messaggio alla Nato, durante una conferenza stampa con il primo ministro greco Alexis Tsipras. “Fino a ieri la gente non sapeva cosa significa essere nel mirino, in pericolo, all’interno di alcune aree della Romania. Stando così le cose, da oggi saremo costretti a effettuare alcune misure per garantire la nostra sicurezza. E lo stesso accadrà la Polonia”.
Ebbene si. Perché in Polonia, come confermano le ultime dichiarazioni del ministro turco Cavosoglu, verrà installato nei prossimi mesi un sistema missilistico della Nato Aegis, identico a quello già presente in Romania. Ad ospitare i missili americani Sm-3, operativi dal 2018, sarà la base di Redzikowo. E tutto ciò non è un caso. Perché ultimamente la Polonia, parte dell’Alleanza Atlantica dal 1999, sotto la guida del presidente Andrzej Duda, sembra contrastare sempre più la politica del Cremlino e conseguentemente sostenere quella atlantista. Lo dimostra il fatto che proprio a Varsavia, a luglio, si terrà il prossimo vertice Nato nel quale – probabilmente – si deciderà se inviare o meno nuove truppe in Polonia, proprio al confine russo.
L’esecutivo polacco, però, non sembra avere una linea anti-russa ben definita. Perché se da un lato il ministro della Difesa Antoni Macierewicz, famoso per le epurazioni dei vertici militari nostalgici del vecchio regime comunista, – come riporta Repubblica – sostiene apertamente lo schieramento di forze americane, canadesi e inglesi sul suolo polacco, dall’altra ministro degli Esteri Witold Waszczykowski afferma all’agenzia Pap che “l’Unione Europea dovrebbe valutare una collaborazione con la Russa” e poi che la Polonia non vuole “punire” la Russia per principio, ma è orientata ad “una pressione efficace, che possa assicurare che la Russia non violi le norme del diritto internazionale e non attacchi altri Stati. Finora la Russia non rispetta gli accordi di Minsk ed occupa territori di altri Stati. Perché la posta in gioco non è solo l’Ucraina, ricordiamo la guerra con la Georgia nel 2008: le sanzioni appaiono come strumento legittimo”.
Fonte: Gli Occhi della Guerra