Non ha grande utilità ma costa ugualmente tantissimo. Si tratta del Parlamento europeo che ha deciso di rifarsi la casa che occupa a Bruxelles. Spesa prevista 400 milioni. A pagare, naturalmente i contribuenti europei. L’ipotesi è contenuta in un documento firmato dal segretario generale dell’Europarlamento, Klaus Welle. L’ala Paul Henri Spaak (PHS) del palazzo dell’Europarlamento a quanto pare presenta problemi strutturali. Deve essere rafforzata per evitare il collasso. L’ipotesi della ristrutturazione è «tecnicamente fattibile», dice il segretario generale. Tuttavia «l’amministrazione raccomanda la ricostruzione». Insomma niente rattoppi: demolire e rifare. Tra le ragioni di una scelta tanto radicale ci sono i costi del rafforzamento, le complessità ingegneristiche, il tempo, il rumore e il rischio che la ristrutturazione alla fine non permetta al palazzo di rispettare le specifiche di robustezza strutturale previste da Eurocode. Invece, la ricostruzione permetterebbe di «soddisfare i requisiti operativi del Parlamento». In un altro documento confidenziale del 2015, l’amministrazione dell’Europarlamento stima l’investimento in 430 milioni con un margine di errore del 10%. Il rifacimento totale è giustificato anche dalla necessità di rendere il palazzo più sicuro di fronte alla minaccia terroristica.

Come si vede in ambito Ue, quando si parla di mattone non badano a spese. Valga per tutti l’esempio della nuova sede della Bce costata la bellezza di 1,3 miliardi. Nel caso dell’Europarlamento la sofferenza del contribuente è acutizzata dal fatto che, a fronte delle nuove spese non c’è alcun piano di risparmio. Per esempio ponendo termine all’inutile transumanza per cui una volta al mese l’aula lascia Bruxelles per Strasburgo. Il turismo delle istituzioni costa ben 250 milioni l’anno e non serve assolutamente a nulla. A fronte della nuova reggia non si poteva sopprimere almeno la sede secondaria? Oltre che alle finanze avrebbe fatto bene all’immagine della Ue. Invece si spende e basta. La nuova sede sarà ancora più grande dell’attuale visto che l’aula verrà portata da 900 a 1.200 posti nonostante il calo dei deputati determinato dalla Brexit. Poi la confortevolezza. Vogliamo mettere? Ci saranno dodici sale per le commissioni e un nuovo ristorante riservato agli eurodeputati…

Un’Europa diversa

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