A Palmyra, l’improvvisa offensiva dell’Isis che aveva riconquistato la città e minacciava la base aerea T-4 dirigendosi verso ovest è completamente fallita; i terroristi hanno iniziato una ritirata generale verso est.
L’Isis aveva puntato su Palmyra per mettere a segno un’azione dall’alto valore mediatico, sia per tentare di oscurare la liberazione di Aleppo, sia per rilanciarsi dopo le tante sconfitte rovinose. Concentrando da nord e da est circa 5mila uomini aveva ripreso la città, ma era stato fermato dinanzi alla base aerea T-4 (una quarantina di chilometri più ad ovest) dalla resistenza delle forze siriane.
Da allora nell’area sono affluiti rinforzi, fra cui elementi della Forza Tigre e formazioni scelte dell’Hezbollah oltre a diversi mezzi. I terroristi, bloccati dalle fanterie, sono rimasti inchiodati sotto il martellamento delle artiglierie e dei lanciarazzi dell’Esercito e i raid degli aerei russi e siriani, subendo perdite massicce.
Negli ultimi giorni, l’Aviazione russa si è concentrata sulle vie di comunicazione sia lungo la strada M 20, che da Palmyra porta a Deir Ezzor, sia lungo la M 42, tra Homs e la Siria Orientale, distruggendo i convogli dell’Isis.
Per evitare il totale annientamento, rimanendo privi di rifornimenti e rincalzi e sotto i continui attacchi dell’aviazione e dell’artiglieria, all’Isis non è rimasto che iniziare la ritirata per salvare quanto resta delle sue bande prima dell’attacco generale delle forze siriane e dei loro alleati, che già hanno cominciato a muoversi respingendo facilmente i terroristi da molte posizioni. Sono già diverse le colonne di takfiri che hanno abbandonato l’area a est di Homs, per convergere verso Raqqa minacciata dai curdi appoggiati dagli Usa e rafforzarne le difese.
Per l’Isis l’operazione Palmyra finisce così in un massacro e nella distruzione di un’enorme massa di materiali che, nelle attuali condizioni, assai difficilmente potranno essere rimpiazzati.
Le forze della Resistenza si stanno già muovendo per investire la città contesa e liberarla nuovamente. Con tutta probabilità, nei prossimi giorni partirà una massiccia offensiva che potrebbe puntare verso Deir Ezzor, la città da anni assediata dai terroristi nel disinteresse dei media occidentali, per sfruttare l’indebolimento dell’Isis.
di Salvo Ardizzone