Vi è una diffusa percezione che la crisi economica e finanziaria nell’Unione europea (UE) in generale, e della zona euro, in particolare, stanno mostrando la necessità di avere “più Europa”, espressione ampiamente utilizzata in ambienti politici e mediatici di diversa sensibilità politica per definire la necessità di un sistema federale in cui l’UE avrebbe alcune analogie con il governo federale degli Stati Uniti (USA). La cancelliera tedesca, la signora Merkel, riluttante a tale possibilità in passato, ha cambiato idea ed è in prima linea nella creazione di un governo europeo che abbia un carattere federale. 

Di Vicenç Navarro 

Conseguenza di questa posizione è che il governo Merkel ha spinto perché gli Stati membri dell’UE approvino nelle loro Costituzioni il Patto Fiscale (formalmente conosciuto come Trattato sulla Stabilità, Coordinamento e Governance nell’Unione Economica e Monetaria) in base al quale gli Stati non potrebbero avere un disavanzo strutturale superiore allo 0,5% del PIL. Il Patto di Stabilità e Crescita sollecita gli Stati ad avere un deficit pubblico inferiore al 3% del PIL. Tale Patto Fiscale va oltre ed è un enorme, ripeto, un enorme attacco al settore pubblico di qualunque Stato e, in particolare, il suo stato sociale e condanna la Spagna ad essere sempre in coda all’UE dei 15 nella spesa pubblica sociale. L’assurdità di tale Patto (e non c’è altro modo per definirla) è simile a un provvedimento con cui si proibisce alle famiglie di indebitarsi. Chiedo al lettore di considerare come sarebbe il suo futuro se non potesse chidere un prestito per investire per migliorare il benessere della sua famiglia. Come si potrebbe comprare una casa o una macchina, o pagare gli studi dei propri figli?

Per giustificare tale misura, i portavoce di stato tedeschi hanno indicato che gli Stati Uniti hanno già un mandato del genere, cosa che non è vera. Gli Stati Uniti devono avere un bilancio in pareggio, ma il bilancio non comprende gli investimenti e, in aggiunta, ogni stato ha uno stato federale (che controlla il 20% del PIL) che lo supporta. Gli Stati dell’Eurozona non hanno tale aiuto e sostegno. Piuttosto, le istituzioni esistenti a livello federale, come la Banca Centrale Europea (BCE), rendono difficile ottenere credito, senza proteggere gli Stati contro la speculazione dei mercati finanziari.

Ma se questo non fosse abbastanza, ora la cancelliera Merkel ha proposto un’autorità finanziaria che agirebbe come autorità suprema per approvare i bilanci degli stati, avendo pieno potere di veto per garantire la loro rettitudine fiscale. Tale autorità dovrebbe far parte della Commissione Europea e in quanto tale non avrebbe alcuna responsabilità nei confronti del Parlamento europeo. In realtà, il Parlamento non è intervenuto per niente (ripeto, per niente) in tutte le decisioni che sono state prese nell’Eurozona concernenti l’istituzione delle istituzioni che governano le politiche monetarie e fiscali della UE.

La cancelliera Merkel sta così proponendo, non una struttura federale, ma una dittatura (come ben definito John Weeks nel suo articolo “A modest Proposal from Berlin: End Democracy in the European Union” – “Una modesta proposta da Berlino: Fine della Democrazia nell’Unione Europea”), in cui si stabilirebbe una struttura che definisce come tecnocrate, ma, come tutti i cosiddetti tecnocrati, sarebbe composta da banchieri e persone correlate alle banche. Sarebbe impensabile che negli Stati Uniti, il governo federale dovesse approvare il bilancio dei suoi stati.

Il fatto che la cancelliera tedesca sta facendo queste proposte è un indicatore del punto raggiunto dall’Europa, dove la democrazia non c’è o e sospesa. La perdita di sovranità è già totale E’ questo quello che si vuole?

Fonte: http://www.vnavarro.org/wp-content/uploads/2012/11/no-a-esta-europa-vbloc.pdf

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