Nella Striscia di Gaza si sta lottando contro il tempo per evitare che la popolazione rimanga senza scorte di acqua potabile, un’eventualità che darebbe il via a una gravissima crisi umanitaria. Le speranze sono riposte in questa fabbrica di desalinizzazione dell’acqua di mare, la più grande del Paese che entrerà in funzione in autunno.

A finanziare questo progetto sono l’Unione europea e l’Unicef dopo l’allarme lanciato dall’Onu secondo il quale, a partire dalla fine del 2016, l’unica falda acquifera di Gaza non sarà più utilizzabile.

“Circa il 95% delle risorse d’acqua di Gaza sono considerate inutilizzabili per il consumo. C’è bisogno di grandi sforzi per assicurare accesso all’acqua potabile. Questo è contemporaneamente un diritto umano fondamentale e un bisogno umanitario urgente. Sono passati quasi 10 anni da quando è stato imposto il blocco israeliano alla Striscia di Gaza per la prima volta che ha colpito tutti gli aspetti della vita qui. Durante questo periodo gli abitanti sono passati attraverso 3 conflitti, il peggiore nel 2014. Hanno subito un rapido declino della qualità di vita compresa la mancanza del cruciale accesso all’acqua potabile e a risorse d’energia sicure”,

spiega Johannes Johannes Hahn, il commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato.

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Fonte: ecoblog.it Via | Askanews

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