L’organizzazione non governativa “Medici svedesi per i diritti umani” (Swedish Doctors for Human Rights, SWEDHR) ha accusato gli attivisti dell’organizzazione “Caschi Bianchi” di creare fake sul proprio lavoro in Siria.
Secondo la Ong svedese, il documentario con le operazioni di “soccorso” in Siria è una montatura e per le riprese è stato usato il corpo di un bambino già morto.
SWEDHR scrive che il 13 febbraio Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto in cui presta attenzione ai casi “dubbi” di attacchi chimici ad Aleppo. Nel rapporto ci sono i dettagli dei fatti di Sarmin (provincia di Idlib) del 15 aprile 2015.
Le immagini sugli effetti dell’attacco con i gas era stato ripreso dai “Caschi Bianchi” e la pellicola ha persino vinto un Oscar, ha scritto il presidente della SWEDHR, il professor Marcello Ferrada de Noli. Per un giudizio approfondito ha inviato il filmato a degli esperti per visionarlo e dedurre l’autenticità.
“Era vuota la siringa usata per “l’iniezione intracardiaca” fatta sul corpo di un bambino morto, oppure la sua soluzione non è stata iniettata nel corpo del bambino,” — si deduce.
Secondo gli esperti, il bambino potrebbe essere morto durante le procedure di soccorso mostrate nel video. Gli esperti fanno notare che le immagini non permettono di dire con certezza che i Caschi Bianchi abbiano provocato la morte del bambino.
Tuttavia l’Ong scandinava smentisce l’articolo di Veterans Today, uscito con un articolo intitolato “Medici svedesi per i diritti umani accusano i Caschi Bianchi di aver ucciso bambini per dei video fake su un attacco chimico.”
L’organizzazione dei “Caschi Bianchi” dichiara di essersi costituita per fornire assistenza ai civili siriani, mantenendosi neutrale nel conflitto civile tra ribelli e forze governative. Negli ultimi anni su internet sempre più spesso finivano pubblicati i video dei Caschi Bianchi mentre salvavano i bambini dalle macerie.
Tuttavia parallelamente apparivano altri video in cui si nota che i “Caschi Bianchi” creano i video ad arte, truccando le “vittime” e dicendo persino cosa dire. Inoltre i giornalisti siriani hanno mostrato alcune immagini in cui i “soccorritori” sono stati immortalati con le armi e in uniforme.
Mosca ha ripetutamente criticato il lavoro dei “Caschi Bianchi”.