Il figlio di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, è stato liberato dalla brigata Abubaker Sadiq, che lo teneva prigioniero dal 2011 a Zintan, nel nord ovest della Libia. Secondo quanto fa sapere Libyan Express, Gheddafi sarebbe giunto ad  Al-Bayda, una città sulla costa orientale del Paese controllata dal generale Khalifa Haftar. Il quotidiano libico fa inoltre sapere che Saif “si trova in compagnia di membri della sua tribù e della sua famiglia” e “nelle prossime ore parlerà al popolo libico”.

Nel 2015, Saif, era stato condannato a morte per crimini di guerra. Tra questi ci sarebbero anche gli omicidi di dimostranti durante le Primavere Arabe. Quarantaquattrenne, Saif è il più noto dei figli di Gheddafi ed era considerato il probabile successore del padre, prima della rivoluzione che sei anni fa causò la destituzione e la morte di Gheddafi.

Non è noto secondo quali accordi la milizia Abubaker Sadiq abbia deciso di rilasciarlo e perché lo abbia fatto, visto che Saif veniva considerato una potente “merce di scambio”. L’esercito e i le autorità locali di Zintan hanno condannato con forza la liberazione, che “non ha nulla a che fare con le procedure legali, ma rappresenta collusione e tradimento del sangue dei martiri e delle istituzioni militari”. Per le fonti della  Bbc, invece, Saif si troverebbe a Tobruq.

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Impossibile sapere dove si sia riparato Saif, possiamo però fare alcune supposizioni sul perché si sarebbe nascosto nella parte orientale della Libia, ovvero quella controllata dal generale Khalifa Haftar.  Michela Mercuri, docente di Storia contemporanea dei Paesi mediterranei all’Università di Macerata, interpreta così la liberazione del figlio di Gheddafi: “Innanzitutto va precisato che Saif al Islam era da qualche tempo in regime di semi libertà ed è sempre restato sotto il controllo delle milizie di Zintan che si trovano nell’Ovest del Paese ma sono fedeli a Tobruk e dunque al generale Haftar. Dobbiamo capire a chi fa comodo Saif in questo momento e che ruolo potrebbe avere nel futuro della Libia. Sul primo punto: forse non è casuale che sia stato liberato ora e potrebbe essere utile in qualche modo agli attori dell’Est magari per ricompattarsi con gli ex fedeli del Rais ancora sparsi nel Paese. Sul secondo punto, non è facile dire che ruolo potrebbe giocare perché Haftar difficilmente sarebbe disposto a concedere spazio a una figura così ‘controversa’. In ogni caso, come è facile immaginare, Saif è inviso a molti attori dell’Ovest (milizie di Misurata in primis) ma anche dell’Est. Da questo punto di vista è facile immaginare una recrudescenza del caos nel Paese”. Infine, secondo la dottoressa Mercuri, “non va sottovalutato il fatto che Saif negli anni ha sviluppato non pochi legami con l’Occidente, in particolare a Londra, dove ha studiato. Che ci sia stato anche un placet degli alleati internazionali di Haftar?”.

Gli occhi della guerra

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