Gli stili di vita stanno cambiando rapidamente e l’automobile va in crisi, soprattutto perché costa sempre di più mantenerla. Il rapporto Aci-Censis: in forte aumento il car sharing

Gli stili di vita degli europei stanno cambiando. Il potere di acquisto dei consumatori scende, con una flessione, che l’Institut for Fiscal Studies di Londra, stima del 7% nei prossimi due anni. In questo contesto l’automobile privata, come simbolo del diffuso benessere globale, perde terreno e lascia spazio a nuove forme di mobilità condivisa. Non dobbiamo dimenticare che gli Italiani hanno avuto per anni il primato di auto pro capite e a maggior ragione giudichiamo molto interessanti i dati dell’ultimo rapporto ACI-Censis “Automobile 2011, secondo cui un italiano su cinque ha ridotto l’uso del proprio veicolo, anche se questo si conferma il mezzo preferito per l’83,9% degli spostamenti.
I giovani in particolare abbandonano le quattro ruote e si spostano su bus e moto, mentre gli over45 ripiegano sulla bicicletta. Aumentano le quotazioni del trasporto pubblico, soprattutto in città, ma i passeggeri chiedono corse più frequenti, orari in linea con le esigenze della domanda e contributi economici per biglietti e abbonamenti. Ad incidere su questa scelta non sono però delle motivazioni etiche ambientali, ma l’aumento vertiginoso dei costi di gestione ed il prezzo dei carburanti. La stima del rapporto ci spiega che un’automobile nel 2011 costa in media 3.278 euro contro i 3.191 del 2010, con un aumento del 2,7%. Le maggiori voci di spesa sono il carburante (1.530 euro, +2,3% rispetto all’anno scorso), l’assicurazione (715 euro, +2,9%) e il parcheggio (218 euro, +5,3%). In forte aumento è poi il peso delle multe (+18%), frutto di maggiori controlli su strada.
C’è però una nota positiva, che denota una presa di consapevolezza: il crescente interesse verso il car-sharing, il servizio che permette di prenotare un veicolo, prelevandolo e riconsegnandolo in un parcheggio dedicato: gli utenti sono 30 mila al mese nel 2011, con un aumento del 66% in tre anni.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, purtroppo nell’ultimo anno le quattro più grandi città italiane sono state costrette a riorganizzare il sistema tariffario del trasporto pubblico locale, con aumenti sulla quasi totalità dei biglietti.
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