(Parte 1)

Di Viator

PREMESSA

Abbiamo visto in diversi video e articoli (v. post correlati) come il cosiddetto ‘potere’ sia solito fare ampio ricorso agli input veicolati dai mezzi di comunicazione di massa per plasmare la società a proprio piacimento. Si tratta di strategie persuasive che per molti decenni sono state il fiore all’occhiello della finta democrazia occidentale.

Oggi tuttavia simili espedienti sembrano fare molta più fatica a conservare la loro mimetizzazione all’interno dei contenuti mediatici, e ciò facilita il compito di chi intenda crearsi una mezza idea degli scopi che perseguono.

Questo post – data la complessità del tema – non pretende di essere inconfutabile, né esaustivo. Mi limiterò ad esaminare solo alcuni aspetti del problema. Il modulo dei commenti è pronto a registrare integrazioni, segnalazioni e quanto altro sia in grado di agevolare l’orientamento in questo labirinto di specchi.

Assunto.
L’intero complesso dei mezzi di comunicazione di massa ha assolto e assolve precise funzioni di persuasione politica e manipolazione emotiva, dietro il costante impulso di una unica volontà, o di diverse volontà mosse da un intento comune. 

Prova evidente della capziosità della comunicazione di massa è la omogeneità con cui praticamente tutte le aziende del settore – benché operanti in un regime di libera concorrenza – sono solite rappresentare la realtà che ci circonda. Il mondo è (ancora) molto ricco e sfaccettato, eppure la comunicazione di massa, dal cinema alla fiction, alla televisione, alla informazione, si ostina a porre in evidenza ossessivamente solo alcuni dei suoi aspetti, ignorandone molti altri. Tra gli esempi più eclatanti di un simile stato di cose vi è il boicottaggio della spiritualità, di cui parleremo tra breve. Ma è sufficiente fare mente locale per trovarne molti altri; dagli stereotipi politici, sociali, culturali, ai dogmi economici, ai canoni estetici, alla narrazione giornalistica di lontani conflitti bellici, alla descrizione di una (finta) pandemia di influenza, ai dibattiti a sfondo medico e sanitario. Nella comunicazione di massa ogni cosa appare sempre così netta, così certa da suscitare l’idea che qualsiasi nozione e interpretazione si ponga al di fuori di quella specifica visione sia fintastrana o sbagliata. E’ plausibile che una simile omogeneità culturale si sia sviluppata e tenda a conservarsi spontaneamente? A mio avviso non lo è. Credo sia più probabile che rappresenti il principale strumento di una campagna orchestrata ai piani alti, finalizzata al controllo intellettuale ed emotivo delle masse.

Obiezioni.
Ma come si spiega che l’intera industria dei mass media – aziende composte da organici di centinaia, se non migliaia di elementi – sia così ben coordinata e compatta da riuscire ad allestire anno dopo anno e con estrema dovizia di particolari una realtà fittizia progettata con l’esplicito intento di ingannare la collettività? E come è possibile che la collettività sia così sprovveduta da bersela illimitatamente?
A prima vista sembra la trama di un film di Austin Powers. Il discorso però guadagna sostanza se si considera che in realtà simili operazioni di ‘illusionismo globale’ siano sempre esistite nell’ambito della cultura dominante.

Molti indizi ad esempio indicano come nella Storiografia ufficiale siano all’ordine del giorno. Conosciamo il tenore con cui i testi di storia si occupano del genocidio dei nativi americani, o del risorgimento italiano, o del secondo dopoguerra. Sappiamo come descrivono gli eventi dell’11 Settembre 2001, rifacendosi alla versione dei fatti diramata dal governo americano, sconfessata da molti documenti e testimonianze, oltre che dal comune buon senso. Indizi che se abbinati alle forme di ‘opportunismo’ riscontrabili in numerosi altri ambiti del sapere di massa – inducono a ritenere che la alterazione della cultura per fini politici abbia luogo in qualsiasi altra materia: dalle scienze alla filosofia.

Ciò detto: è possibile che tutti gli studiosi ed i docenti che diffondono una versione non veritiera, politicamente alterata del sapere siano parti conniventi di un complotto globale finalizzato alla manipolazione delle masse? Non lo è. Eppure milioni di studenti di economia continuano a laurearsi convinti che il signoraggio bancario non esista, o che sia cosa buona e giusta. Milioni di studenti di storia continuano a trovare stampato sui libri di testo che la unità di Italia sia stata conquistata da mille contadini male equipaggiati che costrinsero alla ritirata un esercito di 25.000 professionisti.

Ebbene, il motore che muove la rappresentazione della finta attualità funziona come quello che si cela dietro la macchina del finto sapere; non necessita di connivenza, ma di una credula, sprovveduta inconsapevolezza. La stragrande maggioranza delle persone che avallano la ‘realtà mediata’ sono ciò che David Icke definisce: ripetitori. I ripetitori non dubitano delle nozioni che sono state loro tramandate da altri ripetitori; non dubitano della parola delle persone che il sistema dipinge come ‘autorevoli’; non dubitano di quanto riportato nei libri pubblicati da editori ‘importanti.’ In cuor loro sono convinti di contribuire alla diffusione di una informazione equa e oggettiva. Forse alla lunga i più intelligenti sospettano di essersi trasformati in strumenti al servizio di un regime invisibile e corrotto, ma probabilmente a quel punto sono già così invischiati nei meccanismi sistemici che finiscono per soffocare quella vocina nella testa (bias).

A tal proposito, la persuasione mediatica riesce a preservarsi nel tempo grazie ad alcuni collaudati meccanismi psicologici e pratici, tra cui troviamo:

a Autoreferenzialità – Quasi tutte le informazioni veicolate dalla comunicazione di massa non sono verificabili dai fruitori finali. Il che di base è ragionevole, trattandosi di dati smistati per centinaia o migliaia di chilometri, fino agli angoli più speduti del globo. La non verificabilità però diventa un vizio insanabile nel momento in cui anche a fronte di diverse potenziali chiavi di lettura, le informazioni siano sistematicamente descritte dallo intero panorama mediatico attraverso la medesima chiave di lettura.Fin dai suoi albori la comunicazione di massa si è ben guardata dal rappresentare la realtà in maniera esaustiva e pluralistica, negando lo accesso al proprio circuito a qualsiasi punto di vista rischiasse di gettare ombra sulla ‘buona fede’ e ‘obiettività’ che il cittadino tende ad attribuirle.

b Assonanza – La realtà descritta nei mass media è del tutto coerente con la idea di realtà che ci è stata inculcata fin dalla prima infanzia attraverso l’educazione familiare, la scuola, l’università (istituzioni sincere per definizione). Condizionamenti che ci hanno accompagnati per tutto l’iter della nostra crescita, diventando la ossatura della nostra percezione della realtà. Ciò fa si che transitivamente, per via inconscia, tendiamo ad attribuire alla comunicazione di massa la stessa buona fede e obiettività che attribuiamo alla famiglia, alla scuola, alla università.

c Verismo- La realtà propinata dai mass media non è del tutto finta, cioè inventata di sana pianta, ma in larga parte trae spunto da eventi e nozioni reali. Sebbene a volte si spingano fino alla modificazione del cosa, occultando oppure inventando di sana pianta una notizia, nella quotidianità è soprattutto il come, ad essere manipolato. Una rielaborazione con cui si trasformano eventi e nozioni realmente esistenti in strumenti di manipolazione culturale ed emotiva di massa; tutto ciò grazie ad espedienti quali la ripetizione, la distorsione, la decontestualizzazione (…)

d Bias – Normalmente ogni individuo tende a percepire la realtà in funzione dei propri preconcetti; qualsiasi nuovo input è interpretato dal nostro subconscio in modo tale che si integri ai nostri schemi mentali pregressi e ci arrechi il minor trauma possibile(v. post correlati Perché non Riusciamo a Vedere la Realtà).

e Pensiero Unico – Gli enti a supporto della cultura dominante – cioè comunicazione, accademia, finanza e politica – sono sempre composti da individui del tutto plagiati dalla cultura dominante. Requisito che si rinnova nel tempo grazie a una ‘scrematura’ che ha luogo su due livelli: uno intrinseco, per cui individui intellettualmente liberi ed enti sistemici tendono a repellersi vicendevolmente; ed uno pratico attraverso colloqui di assunzione e test attitudinali, gestiti da selezionatori a loro volta assunti con i medesimi criteri selettivi.

Ciò premesso, diamo inizio alla rassegna.

PAURA

Non è necessario scomodare sociologi e scienziati della comunicazione per intuire come tutto l’ambaradan del controllo sociale fin dalla notte dei tempi si sia retto sulla istillazione della paura. Paura del nemico, della divinità, della legge, del crimine, del terrorismo … e via dicendo. Come sappiamo, la paura rende gli individui malleabili, pavidi e disposti ad accettare docilmente qualsiasi obbligo o cambiamento sia loro imposto dalle autorità (v. post correlati).

1- Materialismo e paura della morte.
Si tratta della madre di tutte le paure. Nel tempo si è estesa e radicalizzata. Da essa discende – con la sciacallesca benedizione delle industrie della farmaceutica, della cosmetica e della chirurgia estetica – la paura di invecchiare. Appare evidente il gran lavoro svolto dai mass media per istillare nella mentalità collettiva un cieco terrore della morte. Il perché è presto detto: la concezione secondo cui la esistenza terrena sia unicairripetibile e del tutto priva di senso, alimenta un sacro terrore di perderla o sprecarla, e ciò rende l’uomo mansueto ed egoista, dunque controllabile.

La comune paura della morte viene regolarmente alimentata dalla comunicazione di massa tramite la diffusione della mentalità materialistica. Il materialismo a sua volta viene alimentato nei modi più disparati. Uno di essi è la diffusione di una visione apologetica, estremamente parziale ed edulcorata del positivismo scientifico.

Molti assunti positivistici avallati dalla cultura dominante e accettati come dogmi da miliardi di persone, in realtà non passano il vaglio della stessa scienza; si tratta di semplici teorie immeritatamente elevate al rango di verità indubitabili. In taluni casi risultano così implausibili che sembrano create con il solo obiettivo di frapporsi tra le persone e una concezione trascendente della esistenza.

Per fare un esempio, secondo il fisico teorico inglese Fred Hoyle:
Le probabilità che la vita si sia originata autonomamente sulla Terra non sono maggiori delle probabilità che un uragano soffiando su un deposito di rottami assembli in modo fortuito un Boeing 747.

Eppure i gatekeeper mediatici e accademici si dicono del tutto convinti che qualche miliardo di anni fa per puro caso venne fuori un Boeing da un mucchio di rottami. Le probabilità che nella realtà si realizzi una cosa simile sono risibili, ma da questo orecchio i grandi divulgatori non ci sentono, e ciò malgrado la scienza statistica sia tra i loro gingilli preferiti, vista la assiduità con cui ricorrono a sondaggi, analisi e grafici di ogni tipo (spesso manipolandoli).
Con ciò non voglio sostenere che la vita sul pianeta non possa avere avuto origine con le modalità descritte dalla scienza ortodossa; ma solo far notare che trattandosi di una tesi non comprovata né comprovabile, democraticità, oggettività e buona fede avrebbero voluto che fosse presentata alla collettività per ciò che è, cioè una teoria, e non certo che fosse studiata in tutte le scuole sotto forma di verità assodata.

Cosa si aspettano?
Che puntiamo tutto sul cavallo perdente del materialismo. La vera spiritualità – quella che non prevede intermediari tra uomo e trascendente – riduce la paura della morte, il che automaticamente accresce negli individui la propensione a vivere con coraggio, dignità, indipendenza. E dato che un efficace controllo sociale presuppone che gli individui siano costretti in una permanente condizione di assoggettamento, degrado e insicurezza, se ne deduce che il potere abbia tutto l’interesse affinché la gente disconosca la propria componente spirituale, tendendo a confondendola con cose come il moralismo, la superstizione e la religione.

2- Paura della povertà.
Dalla paura della morte discende quella della povertà. Se spendo la mia unica esistenza vivendo al di sotto delle aspettative che covo da quando sono nato (avendo assunto come verità rivelate i miti propagandati dalla cultura dominante) – sarà come sprecare una irripetibile occasione. Ed ecco ‘casualmente’ proliferare il culto della ricchezza, della ridondanza e del potere, e al tempo stesso il disprezzo nei confronti di qualsiasi stile di vita non cerchi di emulare le abitudini dei ‘vip’ da rotocalco, dipinti come ‘persone realizzate.’

Sui media c’è ancora chi insiste con la favola degli sfortunati paesi poveri, quando ormai anche le pietre sanno che se esiste la ‘povertà’, essa è dovuta a deliberate misure politiche realizzate affinché l’accesso a beni e servizi essenziali fosse negato nei paesi cosiddetti sottosviluppati, o gravato da accise esorbitanti in quelli sviluppati.In realtà il controllo dello accesso ai beni e servizi essenziali è una ‘manopola politica’ con cui il potere regola il livello di soggiogamento dei popoli.

Cosa si aspettano? 
La paura della povertà in combinazione con il ricatto del debito è senza dubbio uno degli strumenti più efficaci attraverso cui i burattinai riescono a mantenere il controllo del gregge, obbligandolo ad amare la propria schiavitù, a ricercarla presso gli uffici di collocamento, a sottostare a qualsiasi condizione gli sia imposta come contropartita del privilegio di sopravvivere lavorando. In questo modo letteralmente derubano gli individui del tempo necessario per raggiungere quel grado di autonomia culturale, psicologica e spirituale indispensabile per realizzare di non avere alcun bisogno di una manciata di esaltati che gestiscano la loro esistenza (a tal proposito, vedi A Cosa Serve la Crisi Finanziaria?, di Paolo Franceschetti, nei post correlati).

Relativamente alla crisi.
In taluni casi il costo della vita viene deliberatamente fatto lievitare oltre la soglia di sopportazione. Secondo quanto dichiarato dal presidente del consiglio italiano, ogni grande cambiamento sociale e politico per essere realizzato necessita di una grande crisi (Fonte). In sostanza Monti-9000 ha candidamente ammesso che tutte le volte in cui il potere intenda introdurre sostanziali novità economiche, politiche o sociali (ad esempio le cessioni di sovranità cui fa riferimento nella intervista), i burattinai si premurano di creare i presupposti affinché il gregge si trovi costretto a scegliere tra un conservatorismo accomodante ma sconveniente ed un riformismo gravoso maconveniente. Il che la dice lunga sulla imprevedibilità e spontaneità della attuale crisi, di cui sono stati sviscerati tutti i possibili aspetti finanziario-speculativi, mentre si tende a parlare di meno delle finalità psicologiche e politiche:

Cosa si aspettano?
 istillazione della intolleranza nei confronti delle istituzioni e delle classi politichenazionali, su cui fare leva in prima istanza per distrarre l’opinione pubblica dai reali colpevoli della mattanza economica; in seconda istanza per persuadere la gente circala necessità di un ricambio ai vertici della politica e di una riduzione del numero di parlamentari (pochi seggi sono più manovrabili e rappresentano un passo concreto verso la abolizione dei parlamenti); in terza istanza per iniziare a diffondere l’idea chela soluzione alle piaghe che devastano la società sia quella di abolire la democrazia rappresentativa e affidare il potere legislativo direttamente al popolo, coadiuvato da una schiera di burocrati non eletti, ma estremamente eleganti e sobri. In quarta e ultima istanza, per indurre determinate categorie sociali a sviluppare emozioni di frustrazione e odio che conducano al caos sociale oppure (più plausibile) fungano da motivazioni ufficiali per una serie di auto-attentati false flag. Simili eventi fungerebbero da spartiacque tra i due ‘mondi’ e fornirebbero al potere una motivazione ufficiale a sostegno di nuove misure restrittive delle libertà individuali.

 istillazione di una diffusa intolleranza nei confronti degli evasori fiscali. Se la nostra economia si ritrova alla canna del gas la colpa è degli evasori fiscali. Se tutti pagano le tasse, le tasse ripagano tutti. Riconoscete i ritornelli? Attualmente si trovano in cima alla hit-parade delle balle del 2012. Per toglierseli dalla testa basta informarsi su temi quali la sovranità monetaria, il diritto alla autodeterminazione dei popoli, il signoraggio bancario, la globalizzazione selvaggia, e via col vento. Una volta creato il luogo comune, questo potrà essere usato come cavallo di Troia per indurre  la gente a familiarizzare con la idea della abolizione del denaro contante da realizzarsi come misura preventiva della evasione fiscale, tutto ciò assumendo come ‘male minore’ il potenziale intimidatorio, anti-democratico e intrusivo di una simile soluzione (v. post correlati).

3- Paura della natura, dell’ignoto, dei criminali.
Avete mai provato a contare quanti film siano stati realizzati – dagli anni ’50 ad oggi – in cui gli esseri umani sono obbligati a vedersela con una qualche sciagura naturale, dalle bestie assassine alle catastrofi, alle lande desolate e impervie, alla oscure aree rurali con i loro pericolosi abitanti? Sono talmente tanti che mi sembra inutile citare anche un solo titolo.

Pur non negando che la natura a volte possa essere pericolosa per gli esseri umani, specie per quelli nati e cresciuti nella cattività urbana, è necessario notare come di converso nessuno si preoccupi di trattare con il medesimo tenore allarmistico i rischi della vita di città. Stiamo parlando di avvelenamenti, mutazioni cellulari, intossicazioni, neuropatie, nefropatie, cardiopatie, le quali ne uccidono a frotte ogni santo giorno; schiere di decessi che nei rari casi in cui siano degnati della attenzione dei media sono dipinti come isolate fattispecie sfortunate, quando in realtà appare sempre più evidente come il modello di vita urbano – a ridosso delle aree industriali, saturo di agenti insalubri e cibi spazzatura – stia facendo da teatro a ciò che in un remoto futuro gli storici ricorderanno come il più grande genocidio della storia. Un genocidio fatto di ipocrisia e tradimenti eccellenti.

I rischi specifici della vita metropolitana secondo la realtà filmica si ridurrebbero allacriminalità, elemento dissuasivo che si aggancia sia alla paura della morte che a quella della povertà, e che ci viene propinato in gran quantità ed in ogni formato. Dalla abbondante cronaca nera proposta senza tregua da notiziari, talk show e contenitori di cronaca; alle fiction di genere thriller e poliziesco (avete una vaga idea di quante fiction a sfondo poliziesco vadano in onda oggi in Italia?)

Cosa si aspettano?
– Che intimiditi dallo spauracchio della criminalità i cittadini continuino a tollerare il presidio del territorio da parte del potere, assoggettandosi ad esso in cambio di protezione.

– Che la gente continui a denotare diffidenza verso qualsiasi cosa non appartenga alla normalità dello habitat metropolitano occidentale (v. post correlati) e a percepire come alieni e pericolosi popoli e territori  ‘esotici.’

Alla luce delle molte risorse che il potere ha investito per convogliare la maggior parte del gregge in aree metropolitane disseminate di veleni, bancomat e telecamere di sorveglianza, si tratta di una aspettativa più che comprensibile.

4- Paura dei poteri occulti.
La percezione di un mondo letteralmente in mano alla criminalità e ai maniaci omicidi con il passare del tempo è andata affievolendosi in una porzione sempre maggiore di popolazione, che lentamente ha preso atto delle discrepanze esistenti tra la realtà descritta dai mass media – violenta, pericolosa e sanguinaria – e la propria personale esperienza di vita reale, assai meno drammatica.

Cosa si aspettano?
E’ possibile che per rinfocolare la paura nella porzione di popolazione immunizzata allo spauracchio della criminalità si siano introdotti nella cultura di massa alcuni nuovi spauracchi. Questa nuova insicurezza potrebbe essere somministrata sotto forma di poteri occulti, società segrete, sette sataniche, invasori alieni. Con ciò non voglio dire che le entità di cui sopra non esistano, ma solo che – soprattutto in questa particolare fase storica – la trattazione di un certo tipo di tematiche potrebbe essere tollerata (e perfino supportata, come vedremo nella seconda parte) in quanto veicolo di insicurezza per determinate categorie di cittadini.

5- Paura della Catastrofe e della Epidemia.
Anche in questo caso è facile notare come negli ultimi anni la comunicazione di massa non abbia lesinato sulla produzione di materiale avente per oggetto epidemie e catastrofi naturali di dimensioni apocalittiche. Persino la informazione main-stream quando si tratta di questa roba sembra giocare al gatto col topo, nel senso che da un lato definisce infondata qualsiasi teoria circa possibili catastrofi globali e pandemie apocalittiche, mentre dall’altro denota una propensione morbosa nell’infondere paura tramite la spettacolarizzazione di qualsiasi focolaio epidemico e di qualsiasi evento anomalo o catastrofico abbia luogo in giro per il mondo.

Cosa si aspettano?
Il clima di allarmismo costruito intorno allo spauracchio pandemico è in primo luogo connesso alla campagna di induzione alle vaccinazioni. Tale campagna potrebbe perseguire i più disparati obiettivi, che in questa sede non è il caso di approfondire, anche perché il web (compreso questo blog) è stracolmo di articoli che si occupano del lato oscuro delle vaccinazioni di massa.

Lo spauracchio della catastrofe naturale potrebbe invece sottintendere che:

– il potere ha previsto il verificarsi di future grandi catastrofi naturali, però ha scelto di non veicolare la notizia attraverso i normali canali informativi, preferendo la via dellainsinuazione, ‘camuffando’ questa informazione sotto forma di film e documentari. A me la cosa non sembra gran che plausibile. Proprio non riesco a immaginare un singolo buon motivo per cui dovrebbero agire in questo modo.

– il potere ha previsto il verificarsi di future grandi catastrofi naturali, ed ha scelto diappiccicarvi sopra la etichetta di ‘fiction’ per indurre la popolazione a sottostimare una simile eventualità. Ipotesi che però non combacia con la opera di spettacolarizzazione mediatica delle reali catastrofi che hanno luogo in giro per il mondo.

– il potere intende farsi artefice di una o più catastrofi artificiali che il mondo debba percepire come ‘naturali’ (v. post correlati), e allora si dà da fare per istillare nello inconscio collettivo l’idea della catastrofe naturale. Questa mi calza meglio.

– il potere sta sfruttando l’aspettativa formatasi intorno a teorie e profezie apocalittiche per elevare il livello di insicurezza, dunque la remissività della popolazione in una fase storica di radicali mutamenti sociali e politici (con il supporto di qualche tsunami artificiale?). Plausibile, anche perché soddisfa i criteri del rasoio di occam, e ben si adatta ad altre campagne attualmente in atto, che tratteremo nella seconda parte del post.

(Parte 2)

 
DIFFIDENZA, ODIO

6- Diffidenza ed odio verso il sistema.
Se il complottismo e l’occultismo sono andati diffondendosi così massicciamente il merito è principalmente del sistema, il quale ha revocato la interdizione che per decenni ha impedito ai mass media di toccare simili argomenti.

Stesso discorso vale per internet. Qualsiasi sito tratti argomenti ‘alternativi’ (non escluso questo blog) deve la propria esistenza al web, il quale a propria volta deve la propria esistenza a una serie di organi politici che a suo tempo ne autorizzarono la diffusione, non prima di essersi consultati con alcune tra le menti più brillanti e predittive del pianeta.

In altre parole, ho qualche difficoltà a credere che l’informazione alternativa che affolla le televisioni, i cinema ed il web sia il provvidenziale frutto di una miracolosa serie di falle nel sistema. Più probabile che il sistema stesso in questa fase storica nutra un preciso interesse affinché più gente possibile – ognuno sulla base del proprio livello di comprensione – prenda bruscamente atto di essere stata ingannata. Sapete a cosa mi riferisco: nessuna democrazia, nessuna giustizia; nessuna libertà; nessuna scelta; nessuna identità; nessuna benevolenza da parte delle ‘istituzioni’.

Oggi la informazione anti-sistemica non si esaurisce in qualche rivista di nicchia e alcuni autori ignoti ai più. Stiamo parlando di materiale ad ampia diffusione immesso nel circuito del ‘sapere di massa’ dallo stesso sistema che denuncia e contro cui si scaglia. Ad iniziare da film come Split!, Essi Vivono e Sesso e Potere, per proseguire con cartoni animati come i Simpson e fenomeni web come Wikileaks, per finire con una incredibile sfornata di film dal taglio eversivo prodotti a cavallo dei millenni tra cui The Matrix, The Truman Show, Fight Club, American Beauty, V per Vendetta, Zeitgeist, The Corporation, El Concursante e i documentari di Michael Moore e Naomi Klein, per citare i più noti. E poi il successo planetario, trasversale del Codice Da Vinci, che ha alimentato la ‘moda’ dello occultismo. Quasi quasi viene da sospettare che la diffusione di una tale mole di materiale eversivo, destabilizzante, a cavallo di una crisi epocale (non soltanto economica), dopo decenni di piattume reazionario, non sia stata affatto osteggiata dal potere.

A questo dubbio si agganciano ulteriori elementi:

a- Lo scadimento che nel giro di pochi anni – come per una maledizione voodoo – avrebbe contaminato ogni singolo aspetto della nostra società: dalla finanza canaglia che affama gli stati e le nazioni, alla politica ladra e corrotta, alla religione pedofila, allo ecosistema ammalato, alla sanità affaristica, allo sport marchettaro, alla società materialistica e abbrutita. Non si salva niente. Una demolizione globale, di cui potete leggere in un vecchio post (v. post correlati).

Risulta assai improbabile che il malcostume ed i malfunzionamenti appena elencati si siano materializzati dal nulla tutti insieme – pressappoco nello stesso momento storico – per una fortuita coincidenza. Più facile immaginare che siano sempre esistiti e che negli ultimi tempi i burattinai abbiano deciso di esacerbarli per poi puntargli contro i riflettori della comunicazione di massa.

Discorso analogo vale per la politica; se fossi un burattinaio e volessi assicurarmi il controllo su ogni esponente politico del pianeta, farei in modo che ogni uomo politico di rilievo sia corrotto, corruttibile o incline a qualche vizio ‘proibito’, in modo tale che al bisogno io possa facilmente sfruttare la sua condizione di ricattabilità per manovrarlo o metterlo fuori gioco.

b- La aspettativa dell’avvento di un nuovo mondo. All’interno dei media tradizionali tale cambiamento è rappresentato da movimenti civici e politici di nuova concezione, ad esempio Indignados, Occupy Wall Street, e – se vogliamo – Movimento 5 Stelle. Il web dal canto suo trabocca di teorie, notizie, profezie, canalizzazioni che profetizzano il tramonto del vecchio mondo e lo avvento di una nuova era di bontà e giustizia. Dalsalto quantico, allo arresto dei membri della Cabala, agli ambiziosi progetti di società post-moderne descritti in film come Zeitgeist Thrive, ai messaggi dei Fratelli di Luce, alle rivelazioni di molti guru e alchimisti contemporanei, alle profezie maya, alla teoria del risveglio globale, cui tempo fa fece riferimento perfino quel volpone di Zbigniew Brzezinski durante un discorso pubblico di fronte alla assemblea del CFR(LINK).

Cosa si aspettano?
– Che la gente sviluppi una forte repulsione nei confronti dello attuale status quo, sentimento che faciliterà il suo approccio ai nuovi paradigmi politici, economici e (forse) religiosi in predicato ad essere affermati con il nuovo modello di società.

– Che sfiancata da drammi, guai e tragedie la gente si dia ad agognare una soluzione che sani le ingiustizie di questo mondo diventato invivibile; radicali riforme in ogni campo; persino una guerra, se necessario.

– Che si scatenino focolai di rivolta nelle strade. Che il clima di tensione sociale – ultimamente alimentato dai mass media – giustifichi la introduzione di nuove misure repressive.

AUTO-SABOTAGGIO

7- Auto-sabotaggio culturale.
La omologazione culturale che ha contraddistinto la comunicazione di massa e le istituzioni degli ultimi decenni ha finito per restringere le vedute dei singoli cittadiniE’ evidente però che una tale situazione faccia comodo al potere, il quale non agisce per invertire la tendenza.

Cosa ci trasmettono programmi come Il Grande Fratello ed Italia’s Got Talent? E servizi televisivi come lo Sconvolt Quiz delle Iene? Cosa impariamo assistendo alle figure barbine rimediate dai parlamentari di fronte a un paio di domande di cultura generale? Quale messaggio assorbiamo quando assistiamo ad un furibondo litigio in diretta per futili motivi? Che idea possiamo crearci della filosofia quando i filosofi televisivi (e spesso anche gli accademici, purtroppo) sono più grigi e inquadrati dei quadri dirigenziali di una multinazionale? La mediocrità entro cui è stata scaraventata la comunicazione di massa non credo sia un caso, così come la disinvoltura con cui viene disinvoltamente sfoggiata. Più facile pensare che sia sfruttata per innescare nei fruitori finali un processo di auto-sabotaggio culturale. Si tratta di una valanga di input con cui siamo indotti a ridurre la stima nei confronti della collettività e – per riflesso – ridurre il nostro stesso tasso di autostima.

Cosa si aspettano?
In assenza di esempi virtuosi dai quali trarre ispirazione la gente tende ad adagiarsi nella mediocrità. Il che contribuisce a perpetrare la propensione alla subalternità intellettuale che le è stata inculcata durante l’excursus scolastico e accademico (v. post correlati).
Si aspettano che la collettività scordi il senso di parole come dignità, curiosità, libertà, indipendenza, vivacità intellettuale, individualità, dissenso.

8- Auto-sabotaggio chimico.
Il discorso qui si fa complesso, in quanto la pratica di alterare le proprie percezioni sensoriali assumendo sostanze stupefacenti sembrerebbe essere sempre esistita tra gli uomini, per una esigenza di espansione della coscienza e ricerca esoterica. Potremmo discriminare tra un uso ludico ed evasivo e uno più ‘elevato’ delle droghe,tuttavia se da noi una simile distinzione può avere un senso, altri canoni culturali la troverebbero risibile. Una distinzione a mio avviso più ammissibile è quella tra un uso delle droghe estemporaneo e libero, ed un uso dettato dalla dipendenza; anche qui non mi sembra ci sia molto da aggiungere; nel primo caso abbiamo a che fare con una schiavitù, nel secondo con una libera scelta (molto pericolosa, perché tende a trasformarsi nella schiavitù di cui sopra). Qualsiasi dipendenza soggioga, compresa quella da farmaci psicotropi per scopi terapeutici, troppo spesso adottata come palliativo per arginare i danni psichici arrecati da ciò che il sistema spaccia per una ‘vita normale’, o per perseguire fini di omologazione e robotizzazione degli individui,come vedremo più avanti.

In questa sede comunque non ci interessa stabilire se l’uso di droghe sia in sé più dannoso o benefico per l’individuo, ma porre l’accento sul fatto che qualsiasi attività, nel momento in cui cessi di esprimere un libero percorso individuale, per essere indotta scientificamente attraverso una campagna di persuasione occulta, non possa che diventare automaticamente degradante negativa per l’individuo.

Cosa vuol dire ‘trasgredire’?

Secondo il dizionario la trasgressione è ‘il mancato rispetto di quanto disposto per legge o dalla morale comune.’ Ma cosa succede quando ci si accorge che il sistema stesso, oltre che creare le leggi ed influenzare la morale comune, è strutturato in modo tale da espletare anche il compito opposto, cioè approntare tutto il necessario (modelli culturali e strumenti utili alla loro emulazione) affinché chi sia portato alla trasgressione si dia a farlo attraverso modalità prestabilite?

Elementi sempre più chiari dimostrano come gli stessi burattinai che manovrano ogni schieramento nelle guerre e supportano ogni partito politico, a cui fanno capo sia le guardie che i ladri, detengano contemporaneamente il controllo indiretto tanto della trasgressione (v. post correlati), quanto della cosiddetta ‘moralità.’

Dunque, cosa vuol dire, realmente, trasgredire?
Rispetto a cosa? Per esprimere cosa?

Prendete un film drammatico a tema carcerario; ad esempio Papillon. O Fuga da Alcatraz. I protagonisti di quei film dopo tante peripezie riuscivano a riconquistare la libertà grazie alla loro grande tenacia e lucidità mentale. Ma cosa sarebbe successo se fossero stati continuamente riforniti di sostanze stupefacenti? Sarebbero stati in grado di approfittare di quell’unico, prezioso momento propizio per prendere la via di fuga? Sarebbero riusciti a mantenere la freddezza necessaria a non tradire i loro intenti, durante la preparazione della evasione? Avrebbero denotato la stessa tenacia nel perseguire il loro sogno di libertà o avrebbero finito per accontentarsi di perdere coscienza della loro condizione, sedati dallo sballo, docili come maialini al macello?

Questioni che ne sollevano altre. La ‘cultura dello sballo’ è sorta spontaneamente oppure è stata instillata nello immaginario collettivo con l’intento di sedare i cittadini più inquieti? Ad esempio, non sono pochi coloro i quali affermano che la diffusione dello LSD negli anni della contestazione giovanile sia stata supportata dal potere per fini di sabotaggio. E ancora, la tendenza ad assumere sostanze in giovane età (non certo osteggiata dai media, se si esclude qualche sparuta pubblicità progresso) è sorta spontaneamente o è il frutto di una campagna persuasiva che prepara i giovani alla idea di modificazione psichica, così che da adulti siano predisposti ad assumere psicofarmaci? Quando altero le mie percezioni con sostanze stupefacenti sto facendo un piacere a me stesso, o ai miei carcerieri? Se il mondo fosse un posto migliore, assumerei sostanze con lo stesso gusto? Se anziché essere una mia libera scelta fosse il governo a statuire che ogni tot giorni mi sia somministrata una sostanza stupefacente, accoglierei la prospettiva con lo stesso entusiasmo?

Cosa si aspettano?
Una regolare auto-manipolazione sensoriale compiuta spontaneamente dal cittadino (l’omologato tenderà agli psicofarmaci e all’alcol; il trasgressivo alle droghe illegali – c.d. finta alternativa – v. post correlati) è estremamente utile al sistema, in primo luogo per fini di gestione sociale, in quanto strumento di sedazione e sfogo dagli squilibri psichici causati da un regime di vita costrittivo. In secondo luogo per alimentare nella mentalità comune l’idea transumanistica della modificazione (psichica, oltre chefisica, come vedremo in coda al post).

DISUMANIZZAZIONE (TRANSUMANESIMO)

9- Egregora erotico e contenimento delle nascite. 
Vi siete mai interrogati circa le tonnellate di materiale a sfondo pruriginoso, erotico e pornografico di cui traboccano i media? E poi cosa ci fanno tutti quei messaggi subliminali a sfondo sessuale imboscati all’interno di insospettabili cartoni animati e foto pubblicitarie? Non credo si possa essere in disaccordo sul fatto che da circa un trentennio sia in corso una evidente campagna di sovra-esposizione delle masse almaterialismo sessuale. Ma che tipo di obiettivi potrebbe perseguire?

Di sicuro c’è che il materialismo sessuale rientra a pieno titolo tra gli espedienti con cui la comunicazione di massa alimenta indirettamente la paura della morte, di cui si è detto nella prima parte.

Inoltre sembra che il sesso – facendo leva su potenti istinti atavici – attiri l’attenzionedel consumatore più di ogni altra cosa. Il che perlomeno formalmente spiega come mai in ambito pubblicitario vi si ricorra con estrema frequenza. Nessun moralismo, per carità; l’andazzo non mi scandalizza; semmai mi annoia. E  mi incuriosisce, in quanto sono convinto che un tale bombardamento incrociato si motivi con ragioni che vanno ben oltre un fatto di tornaconto pubblicitario.

Cosa si aspettano?
Una simile ossessiva riproposizione di elementi erotici più o meno espliciti potrebbe assolvere una duplice funzione: 1- stimolare l’insorgenza di un nutrito repertorio di psicopatologie sessuali individuali e di coppia, di cui la industria farmaceutica sarà ben lieta di (non) occuparsi, con la benedizione degli eugenetisti e di chi coltiva lo scopo della depopolazione; 2- assuefare gli individui alla cultura del sesso ludico, consumistico, solitario, non procreativo, in ossequio alle agende di soppressione della famiglia tradizionale e di contenimento della natalità, entrambe di radicetransumanistica.

Si aspettano che associamo l’atto sessuale a qualcosa di ludico, ad una sessione diginnastica; che sviluppiamo l’hobby dell’orgasmo; che cessiamo di vivere il sesso con sentimento e ci diamo a considerarlo come una pratica meccanica e fine a sé stessa.

In effetti, se c’è un impulso umano che i burattinai hanno dato ampia dimostrazione di detestare, quella è il sentimento. Molta pornografia mandata oggi dai mass media ha più a che fare col sentimento che col sesso. Una rappresentazione del sentimento omologata e limitante, esibizionistica, edonistica, che in definitiva mi sembra una delle peggiori forme di pornografia. E’ una vita che si danno da fare per banalizzare il sentimento; standardizzarlo e quindi sminuirlo e neutralizzarlo associandolo ai cliché della comunicazione di massa. E in parte ci sono riusciti. Dal loro punto di vista tale accanimento è comprensibile: il sentimento è infatti un portentoso portale d’accesso di input ‘clandestini’, ‘non conformi’ quali la coscienziosità, dunque la indipendenza; e poi la solidarietà, la empatia, la non violenza, tutta roba che se si diffondesse nello organismo sistemico potrebbe provocarne il decesso.

10-  Robotizzazione e Mentalità da Alveare.
Preso atto delle modalità con cui i burattinai hanno perseguito (e in parte ottenuto) la omologazione e il sub-livellamento culturale delle nazioni cosiddette ‘civilizzate’, non resta che tirare le somme e osservare come il prolungamento della campagna di cui sopra stia oggi puntando dritta verso la robotizzazione degli individui. Alcuni indizi?

– Secondo la ultima edizione del DSM americano (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali), alcuni tratti caratteriali quali anticonformismo propensione al libero pensiero sarebbero autentici disturbi psichiatrici definiti: ‘oppositivi provocatori’, curabili mediante somministrazione di psicofarmaci. Altri disturbi mentali individuati dal manuale sarebbero la propensione alla arroganza e al narcisismo; la eccessiva creatività, il cinismo e il comportamento antisociale (Fonte).

– Sarò anche diffidente per natura, ma il vasto movimento spirituale che ha riportato in auge concetti esoterici  quali la soppressione dell’ego e la comune appartenenza ad un Tutto (la cui fondatezza non è in discussione in questa sede) se collocata tra le campagne descritte finora, come minimo mi fa rizzare le antenne.
Cosa si aspettano?

Come paventato da molti, l’obiettivo potrebbe essere quello di instaurare un governo mondiale sul modello sociale della ex URSS (de-politicizzato ed estremamente efficiente grazie alle moderne tecnologie di controllo, repressione, dissuasione).
Allo interno di un simile regime tecno-aristocratico, allestire un monumentale sciame umano composto da cittadini passivi, desensibilizzati e del tutto votati al servizio del sistema ape-regina, ribattezzato per l’occasione: ‘collettività’.
Non che la situazione attuale sia molto diversa, purtroppo. Diciamo che l’intento dei burattinai potrebbe essere quello di consolidare i risultati conseguiti. Radicalizzarli, istituzionalizzarli. Istituire la categoria dei Lavoratori immaginata da Fritz Lang nel film Metropolis (v. post correlati); uniformi, laboriosi, silenziosi invisibili, alienati.

Grazie allo avvento del web 2.0 il seme della mentalità da alveare è stato impiantato nello inconscio collettivo. Probabilmente germoglierà e darà i suoi frutti con il Web 3.0 ed i dispositivi indossabili o impiantabili connettività persistente.

11- Assoggettamento integrale.
Mesi fa Google ha ufficialmente presentato al mondo un gadget che ha mandato in brodo di giuggiole i fan della hi-tech: gli occhiali per la realtà aumentata (fonte) (v. post correlati).

La ‘connettività persistente’ – insieme alla introduzione della (finta) democrazia diretta – rappresenterà un deciso passo avanti verso la mentalità da alveare. Simili gadget, destinati nel medio periodo a sostituire gli smartphone, consentiranno di accrescere lo assoggettamento degli individui nei confronti del sistema.

Cosa si Aspettano?
Dopo averci ‘modificati’ (se in meglio o in peggio dipende dal giudizio che diamo agli ‘effetti collaterali’) con la estensione delle nostre facoltà fisiche (meccanica e robotica), comunicative (telecomunicazioni), informative (mass media), mnemoniche e matematiche (informatica), i burattinai sembrano volersi candidare quali mediatori tra la realtà che ci circonda e la nostra percezione della stessa, tramite dispositivi che in tempo reale ci suggeriranno quale sia il modo migliore di rapportarci a ciò che stiamo vedendo o ascoltando.

12- Modificazione.
L’ultimo input di cui ci occuperemo ha a che fare con la modificazione, in particolare quella dello essere umano. Come accennato, la cultura dello sballo e la psichiatria hanno sdoganato nella mentalità comune la propensione alla auto-manipolazionepsichica. La chirurgia estetica (coadiuvata dalla body art e derivati) è riuscita a fare la stessa cosa nei confronti della auto-modificazione fisica. Oggi grazie al costante apporto dei gatekeeper, del cinema, della musica, dei videogiochi, si sta alzando la posta, e si mira a seminare nello inconscio collettivo l’idea di un futuro in cui uomini e macchine si fonderanno, dando alla luce qualcosa di simile ad una Umanità versione 2.0.

Cosa si aspettano?
Anche questa campagna ha a che fare con robotizzazione e mentalità da alveare. Personalmente non credo affatto che il futuro della specie umana debba consistere in una progressiva fusione con le macchine. Se un simile destino si realizzasse, diventerebbe molto difficile uscirne, a tutti i livelli. D’altronde l’uomo stesso con i suoi atteggiamenti prevedibili, la sua confortevole e irrinunciabile routine quotidiana, i suoi schemi mentali, sembra esprimere una notevole propensione per una vita robotica. Il che non depone gran che a favore di una ipotetica ‘resistenza’ umanistica.

Molto Altro.
Naturalmente le campagne persuasive oggi attive nella comunicazione di massa non si limitano a quelle appena trattate. Abbiamo quella che mira a desensibilizzarci dagli spettacoli di sangue e violenza; quella che mira a colpevolizzare i nostri stili di vita per occultare le responsabilità della industria nei confronti della epidemia di cancro che sta decimando i paesi industrializzati; quella che vuole indurci a identificarci con una squadra sportiva o con il protagonista di un serial televisivo, mediante cui possiamo illuderci di vivere i successi, gli exploit, i colpi di genio, le passioni, la libertà di cui siamo stati privati nella vita reale; quella che spinge verso l’omologazione dei ruoli culturali e sociali dei sessi; quella che sembra mirare ad una riabilitazione della ‘ipotesi extraterrestre’ all’interno della cultura dominante. E via dicendo …

CONCLUSIONE

Quelle elencate sono realmente le aspettative covate da chi detiene il potere? E’ possibile, se ci rifacciamo agli elementi estrapolabili dal ‘sapere di massa.’ Tuttavia non bisogna dimenticare che il sapere di massa in fin dei conti non è che un grande contenitore all’interno del quale, in un cantuccio, trovano spazio anche informazione e cultura alternative. I dati ai quali ci è concesso accedere, e sulla cui elaborazione basiamo le nostre congetture – provengono da questo coacervo di nozioni rimasticate e parziali offerto in pasto a tutti noi prolet. Potrebbero esistere molte altre informazioni fondamentali ma inconoscibili, in quanto mai inserite nel circuito di questo sapere ‘volgare’? E’ drammaticamente probabile. Ogni volta che apriamo bocca per azzardare una ipotesi, un tentativo di capire dov’è il punto, quale sia il fine ultimo, da qualche parte qualcuno potrebbe ridersela di gusto. La tana del bianconiglio è più profonda di quanto immaginiamo, e tutto sommato anche articoli come quello che avete appena letto, potrebbero rientrare tra le Loro aspettative.

Fonte: http://www.anticorpi.info/2012/05/le-aspettative-dei-burattinai-parte-2.html#more
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