La toxoplasmosi è una delle cause di malattie neurodegenerative come Alzheimer, Sla e Parkinson, perché produce un accumulo anomalo di glutammato nel cervello. Questi i risultati di uno studio della University of California-Riverside in un articolo pubblicato suPLOS Pathogens.
La toxoplasmosi è una malattia causata dal Toxoplasma gondii. Questo parassita può infettare moltissimi animali e può trasmettersi da un animale all’altro attraverso l’alimentazione con carne infetta. Il Toxoplasma condii non si trova solo nella carne, ma anche nelle feci di gatto e nel terreno in cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto, che è poi il modo più comune con cui l’uomo si ammala. Negli ultimi anni si è ridimensionato l’allarme nei confronti del gatto come portatore della malattia, in particolare se si tratta di un gatto domestico, alimentato con prodotti in scatola e la cui lettiera è cambiata tutti i giorni. Il vero serbatoio della toxoplasmosi è invece rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli e topi contaminati.
Nella prima fase appaiono i sintomi che sono l’ingrossamento delle linfoghiandole, stanchezza, mal di testa, mal di gola, senso di “ossa rotte”, a volte febbre e ingrossamento di fegato e milza. Possono esserci anche sintomi gravi, come l’infiammazione della zona visiva dell’occhio e dell’encefalo.
La toxoplasmosi è ad alto rischio nel caso in cui venga contratta in gravidanza: l’infezione può infatti passare al bambino attraverso la placenta, provocando in determinate circostanze malformazioni o addirittura l’aborto o la morte in utero. La toxoplasmosi rappresenta dunque un importante elemento di cui tenere conto nell’ambito della salute materno-infantile. Nel caso in cui la donna dovesse essere contagiata durante la gravidanza, è possibile bloccare la trasmissione dell’infezione al bambino attraverso un trattamento antibiotico mirato.
La toxoplasmosi infetta circa un terzo della popolazione mondiale. Questo nuovo studio dimostra come riesca a favorire un aumento extracellulare del glutammato, importante neurotrasmettitore del sistema nervoso centrale. Ecco perché, secondo Emma H. Wilson, autrice dello studio, «invece di ritenere l’infezione da Toxoplasma cronica
come benigna, dobbiamo essere consapevoli del potenziale rischio per i normali percorsi neurologici e i cambiamenti nella chimica del cervello».
Francesco Bianco per Ok Salute