La strage degli agenti segreti italiani che sapevano. Le lettere che scrisse Bettino Craxi quando era Presidente del Consiglio dimostrano che temeva reazioni violente e che tutti i governi hanno sempre saputo tutto

Quelle che troverete qui sono alcune lettere scritte di pugno dall’On. Bettino Craxi e inviate all’agente segreto del controspionaggio italiano G-71. All’epoca delle operazioni dei servizi segreti italiani in Nord Africa (Guerra del Pane in Tunisia al termine della quale fu deposto Bourghiba e che doveva essere l’avvio della Confederazione moderata di Stati islamici Akbar Maghreb, Grande Magreb), Craxi era Presidente del Consiglio e sapeva tutto. Il governo, come si puo’ facilmente intuire dalle lettere, era informato di ogni cosa: operazioni coperte all’estero, conseguenze italiane. Altro che Segreto di Stato
Da Hammamet Craxi, chiese più volte di essere sentito dalla Commissione stragi, ma, naturalmente, nessuno volle ascoltarlo. Nelle missive di Craxi si fa riferimento anche a Tano Giacomina, l’agente G-65 che, come Antonino Arconte G71, era un operativo del cosiddetto Supersid (la Gladio mili,tare delle Centurie: Comsubin, Paracadutisti…). Giacomina mori’ all’isola di Fogu, Capoverde in un strano incidente prima di incontrare G-71 che lo stava aspettando, il 13 maggio 1998. Nel 1991 fu distrutto l’Archivio di Gladio su ordine, legittimo, del governo. E gli agenti Stay-behind furono cancellati dai registri a volte mentre erano ancora in pericolose missioni all’estero e, in alcuni casi, dalla faccia della Terra: oltre a Giacomina, fu ucciso Vincenzo Li Causi, il 12 novembre 1993, in Somalia, il 16 luglio 1995, a Roma, perse la vita in un bislacco suicidio Mario Ferraro, il quattro maggio 1998 fu ucciso in Vaticano Alois Esterman, ufficialmente capo delle guardie svizzere , in realtà antenna della Stasi della Germania dell’est che proprio in quei giorni avrebbe dovuto incontrarsi con Giacomina e Arconte. Anche il suicidio a cui nessuno crede (poso’ la pistola sul comodino dopo essersi sparato…) di Raul Gardini, avvenuto il 23 luglio 1993, si puo’ leggere con questa chiave. Gardini, infatti, era una sorta di interfaccia civile del Supersid e collaborava assiduamente per “l’esfiltrazione” dei dissidenti dall’Unioe Sovietica. Lo stesso G71- a cui Craxi invio’ queste lettere, è vivo per miracolo: mani assassine tentarono di bittarlo giu’ dai dirupi di Capo Marragiu. Fallirono, ma dopo nei suoi confronti comincio’ una campagna giudiziaria che, secondo la Corte dell’Aja, fu perpetrata senza appigli reali e in totale violazione dei diritti umani. Ecco perché, dunque, appare particolarmente inquietante la lettera in cui Craxi non nasconde il timore che se rivelate alcune notizie inerenti la cancellazione degli agenti operativi, le ingiustizie perpetrate nei loro confronti e financo l’omicidio per metterli a tacere, ci sarebbero state “reazioni illiberali”… Una domanda: ma che cosa è successo davvero in Italia dal 1978 (anno del rapimento e dell’uccisione di Aldo Moro) in poi? E perché? Mi sa che la desecretazione di Matteo Renzi sia l’ennesima bufala. Senza presunzione alcuna: ne so di piu’ io…
Marco Gregoretti

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Ecco il testo della lettera piu inquietante

Trascrizione: “Camera dei Deputati”.
Caro Arconte,
ho tentato di intervenire sulle dolorose esperienze tue e di Giacomina con scarsi risultati.
Interesserò gli organi competenti affinché sia fatta piena luce e vi sia resa giustizia.
Tuttavia insisto ad esortarvi a tacere, nell’interesse del Paese, fino a che non si sia pronti a
rendere pubbliche le difficili verità che potrebbero provocare reazioni illiberali.
A entrambi grazie ancora.
B. Craxi

Fonte:

http://www.marcogregoretti.it/complotti/1237/

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