L’organismo mondialista è disposto a concedere il prestito ma solo a determinate condizioni enormemente vessatorie
di:Andrea Perrone Fonte: Rinascita.eu
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) vuole imporre le sue pesanti condizioni all’Ungheria, in cambio di un prestito. Qualche settimana fa il primo ministro magiaro Viktor Orban era stato costretto a chiedere aiuto all’Fmi a causa degli attacchi della speculazione usuraia contro il fiorino. A questi si era aggiunta l’agenzia di rating Moody’s ha declassato a “spazzatura” il merito di credito sovrano dell’Ungheria, infliggendo un duro colpo alle politiche economiche non ortodosse del suo primo ministro e spingendo il suo governo a qualificare la decisione “un attacco finanziario”. La decisione era giunta dopo che tutte e tre le agenzie aveva avvertito che le politiche di Orban per rimpinguare le casse dell’erario come una speciale imposta sulle banche potrebbero mettere a rischio le finanze pubbliche ungheresi. In realtà Orban si è imposto contro gli istituti di credito per salvare le famiglie magiare dal lastrico dei mutui troppo onerosi.
L’organismo mondialista da parte sua ha posto delle pesanti condizioni per concedere il prestito. Il premier magiaro aveva chiesto infatti che venisse stipulato un accordo con il Fondo monetario per creare una “rete di sicurezza”, cioè un accordo precauzionale. Invece, il Fmi vorrebbe accordare il più classico dei suoi strumenti finanziari: il prestito in stand-by (SBA). I fondi in regime di standby sono erogati attraverso una serie di tranche, con il destinatario in grado di attingere alle tranche solo dopo aver superato ogni esame con successo, vincolo che implica il rispetto da parte del Paese debitore di precise condizioni, che come è noto saranno particolarmente onerose e riguarderanno la perdita della sovranità economica. Non sono bastate le rassicurazioni dei rappresentanti del governo sulla situazione attuale dell’Ungheria che è di gran lunga migliore rispetto a quella del 2008, quando il Paese aveva ricevuto un prestito concordato con il Fondo monetario e l’Unione europea, per fare fronte alla crisi. “L’economia oggi è in uno stato molto diverso … Abbiamo un forte controllo del deficit, che sarà quest’anno sotto il 3 per cento del Prodotto interno lordo”, ha sottolineato il sottosegretario all’Economia Zoltan Csefalvay. “Abbiamo ridotto il debito pubblico dall’81 al 76-77 per cento, le riserve presso la banca centrale sono il doppio di quanto fossero nel 2008 e abbiamo un surplus del 2 per cento del Pil. Quindi abbiamo bisogno soltanto di una rete di sicurezza”, ha aggiunto il ministro riprendendo le parole del premier Orban. Ma i risultati e i bisogni dell’Ungheria possono essere soddisfatti soltanto attraverso le regole vessatorie del Fmi, ossia monitorando periodicamente il Paese magiaro affinché il governo Orban ottemperi con dovizia a quanto deciso dall’organismo usuraio di Washington, le cui ricette sono ben note: privatizzazioni, tagli allo Stato sociale, alle pensioni e ai salari, flessibilità del lavoro.