La campagna elettorale americana si fa sempre più incandescente. La decisione del direttore del Federal Bureau of Investigation (Fbi) James Comey, di riaprire le indagini a carico della candidata democratica alla presidenza Usa, Hillay Clinton, ha scatenato un vero e proprio putiferio nel Paese. Il presidente americano Barack Obama ha addirittura accusato Comey di agire con leggerezza: “Credo esistano norme che non consentono di condurre indagini sulla base di insinuazioni, di informazioni incomplete o di fughe di notizie. Noi operiamo sulla base delle concrete decisioni intraprese”. Il Partito democratico ha invece denunciato come “irrituale” e addirittura “illegale” la decisione del direttore dell’Fbi.
L’Fbi mette i bastoni tra le ruote a Hillary?
Ma gli “attacchi” dal Bureau a Hillary non sono una novità. James Kallstrom, ex ufficiale del Bureau, ha per esempio definito i Clinton “una famiglia criminale. Sono come il crimine organizzato, in fondo. La Fondazione Clinton è un pozzo nero”. Secondo informazioni raccolte dal Guardian, inoltre, le continue fughe di notizie sull’inchiesta dell’Fbi che coinvolge Hillary non sarebbero casuali, ma frutto di una profonda antipatia che molti funzionari nutrono per la candidata democratica.
Secondo il quotidiano britannico, la Clinton è “per un’ampia parte del personale dell’Fbi l’anticristo in persona” e “la ragione per la quale ci sono le fughe di notizie è che queste persone sono a favore di Trump”. “Ci sono un sacco di persone che ritengono che Trump non sia adatto (per fare il presidente,NdR), ma anche che la Clinton sia corrotta“. Le testimonianze raccolte dal Guardian, tutte rigorosamente anonime, hanno anche descritto il clima di sconcerto che si è respirato all’interno dell’Fbi, quando a luglio il direttore James Comey, decise di non chiedere il rinvio a giudizio per la Clinton per la vicenda dell’Emailgate.
L’incubo della Clinton: Wikileaks
Gli ultimi mesi della corsa alla Casa Bianca sono stati segnati dalle rivelazioni di Wikileaks. Con scadenza quasi maniacale, Julian Assange ha pubblicato numerose email di Hillary Clinton, in particolare quelle inviate o ricevute dal suo spin doctor John Podesta. In uno di questi messaggi, per esempio, si poteva leggere che Doug Band, uno dei consiglieri di Bill Clinton, cercò di far sì che clienti della sua società Teneo finanziassero la Fondazione Clinton e che, in questo modo, ottenne contratti lucrativi per Bill Clinton. La rivelazione arriva da Band, che fu consigliere personale di Bill Clinton durante la sua presidenza (1993-2001) e lo aiutò a creare la Fondazione Clinton nel 1997.
In questo modo, secondo i documenti pubblicati da WikiLeaks, i sarebbero riusciti ad aggiungere milioni di dollari al loro patrimonio personale. I documenti diffusi da Assange provano anche, scrive il Wall Street Journal, che l’opacità con cui è stata gestita negli anni la fondazione dei Clinton ha spinto la campagna della democratica Hillary a dirottare ingenti risorse umane e finanziarie nel tentativo di minimizzare l’impatto politico e mediatico della questione, che inizia ad emergere solo oggi.
File “rubati”, quelli di Assange, che hanno rotto le uova nel paniere alla Clinton, tanto che Hillary già nel 2010 disse: “Non possiamo lanciare un drone contro quest’uomo? Dopo tutto, è un bersaglio facile. Un che se ne va in giro a ficcare il naso ovunque senza paura di reazione da parte degli Stati Uniti”.
Da che parte stanno i militari?
I soldati che hanno combattuto al fronte nelle ultime guerre preferiscono il tycoon a Hillary. Lo annuncia il New York Times. L’accusa che viene spesso mossa all’ex segretario di Stato è il caos generato dalle sue scelte in politica estera: “Quando ci lanciamo dentro le guerre senza programmazione, senza un piano, senza un’idea precisa succedono cose tipo il Vietnam, l’Iraq e l’Afghanistan. Solo che queste ultime stanno durando da sedici anni, molto più della guerra coi Vietcong”. Se si va a visitare il sito di riferimento degli ex uomini delle forze speciali americane (https://sofrep.com/) e si digita “Clinton” e “Trump” si trovano però moltissime notizie e analisi che mettono in cattiva luce i due canditati. Non solo la Clinton. Segno evidente che queste elezioni preoccupano non poco l’esercito americano.
FONTE: Gli Occhi della Guerra