Di Lino Bottaro

Maurizio Blondet, direttore del giornale on line Effedieffe.com, in un articolo dal titolo “Una guerra come soluzione?” alla fine dell’articolo buttà lì un sunto finale basato su considerazioni e dichiarazioni di valenza storica che gettano un fascio di luce nuova su eventi, come le precedenti guerre, avvolti da un alquanto strano silenzio mediatico.

Recentemente il nostro Corrado Belli in questo sito, ha pubblicato delle ipotesi di Terza guerra mondiale ed è stato accusato da alcuni di esagerazione. Ora non vorrei si dicesse lo stesso di M. Blondet visto che anche il grande giornalista arriva alle stesse conclusioni svelando i dialoghi dei potenti di allora.

Ma al di la delle nostre convinzioni, rimangono come prove terribili di quanto andiamo da tempo sostenendo, tutti i recenti conflitti in Africa e Medio Oriente, come esempi di pratica criminale e violenza inaudita ed ingiustificata. Sono i fatti generati dai criminali esportatori di “democrazia”, inguaiati nella Nato.  Non occorre essere complottofili per capire, basta la conoscenza  dell’evoluzione della situazione. 

 

Ed ecco le considerazioni finali dell’articolo di Blondet sulla motivazione delle guerre; egli porta qualche informazione in più di quelle contenute nei libri di scuola o dispensate fino ad oggi dai media del potere mondialista. LB


“Ma forse la giustificazione della follia si può trovare nella seguente citazione da non citare nei salotti-bene) dell’economista francese Paul Jorion:

  Paul Jorion

«La concentrazione delle ricchezze ha toccato i massimi negli Stati Uniti nel 1929 e nel 2007. Allora la macchina economica s’è grippata perchè tutte le somme mobilitate per la produzione e il consumo danno luogo a versamenti di interessi, processo che non fa altro che aumentare questa concentrazione e libera delle somme considerevoli per attività speculative, le quali provocano variazioni di prezzo che non fanno che aggravare ulteriormente gli squilibri.

I rimedi alla concentrazione delle ricchezze sono noti:

1) ridistribuzione pacifica del patrimonio (solo esempio conosciuto: il New Deal di Roosevelt)

2) la rivoluzione che espropria e ridistribuisce per un periodo ma – non attaccando le vere cause della concentrazione di ricchezza – rapidamente rimpiazza la vecchia aristocrazia con una nuova, e infine,

3) la guerra che, distruggendo tutto, distribuisce la ricchezza tramite un grande livellamento dal basso.

La guerra è la soluzione più semplice perchè non implica alcuna autocritica da parte di nessuno, e al contrario permette a ciascuno di assolversi delle proprie colpe additando un colpevole altrove, da qualche parte».(L’AVANTAGE DES SOLUTIONS SIMPLES)

Da leggere insieme alla citazione non-citabile di Winston Churchill, dal suo libro The Second World War, Berna 1960:

«Il delitto imperdonabile della Germania prima della Seconda Guerra Mondiale fu il suo tentativo di sganciare la sua economia dal sistema di commercio mondiale, e di costruire un sistema di cambi indipendente di cui la finanza mondiale non poteva più trarre profitto».

E questa:

«Non fu la politica di Hitler a lanciarci in questa guerra. La ragione fu il suo successo nel costruire una nuova economia crescente. Le radici della guerra furono l’invidia, l’avidità e la paura». (Generale J. P. C. Fuller, storiografo della Seconda Guerra Mondiale).

E questa, di James Baker, ministro degli Esteri USA, 1992:

«Abbiamo fatto di Hitler un mostro, un demonio. Sicchè non abbiamo pouto sconfessare questo dopo la guerra. Dopotutto, avevamo mobilitato le masse contro il diavolo in persona. Così siamo stati obbligati a recitare la nostra parte in questo scenario diabolico dopo la guerra. In nessuno modo potevamo dire al nostro popolo che la guerra era solo una misura economica preventiva».

Una misura economica preventiva.


1) Il presidente russo Dimitri Medvedev ha recentemente tenuto un discorso agli ufficiali della Regione militare Sud in cui ha indicato la guerra russo-georgiana del 2008 come un tornante geopolitico, un altolà all’espansione della NATO ad Est. “Per certi partner, compresa la Nato”, la rfeazione di Mosca all’aggressività della Georgia sono stati il segnale “che prima di prendere una decisione riguiardo all’espansione dell’Alleanza, bisognava pensare alla stabilità geopolitica”. (La guerre russo-géorgienne de 2008, un tournant géopolitique)

Fonte: http://www.stampalibera.com/?p=36434

Commenta su Facebook

Tags: